Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio collega rallentamento dell'Alzheimer a meno amilina del sangue

Researcher Nirmal Verma UKentucky photo Pete Comparoni

"I meccanismi alla base delle malattie neurodegenerative sono in gran parte sconosciuti e mancano di terapie efficaci", afferma Florin Despa, professore del Dipartimento di Farmacologia e Scienze Nutrizionali dell'Università del Kentucky. Ecco perché numerosi studi e esperimenti sono in corso in tutto il mondo, inclusa l'Università del Kentucky, che ne ha appena pubblicato uno su Alzheimer's & Dementia: Translational Research & Clinical Interventions.


Despa afferma che un obiettivo scientifico importante è capire se gli stessi fattori coinvolti nei disturbi metabolici legati all'età, come il diabete di tipo 2, possono avere un ruolo anche nello sviluppo e nella progressione del declino cognitivo e nella demenza.


Egli dice che è un obiettivo perché quei fattori possono essere usati come obiettivi terapeutici per migliorare o possibilmente invertire i processi alla base dei danni cognitivi. I ricercatori ritengono che il loro studio appena pubblicato abbia trovato un potenziale approccio alternativo per ridurre la progressione del morbo di Alzheimer (MA).


Il MA è caratterizzato da un accumulo cerebrale di proteine ​​appiccicose chiamate amiloide-β (Aβ) che può essere correlato a una predisposizione genetica (MA familiare) o a una insorgenza sporadica (MA sporadico). Il lavoro della squadra mostra che i primi processi patologici nel cervello degli individui che sono geneticamente predisposti a sviluppare il MA sono modulati da un ormone pancreatico chiamato amilina.


"L'amilina si trova sia all'interno delle placche Aβ che nei vasi sanguigni", ha detto il dott. Greg Jicha, uno dei diversi ricercatori del Sanders-Brown Center on Aging della UK che ha aiutato nello studio. "L'amilina aiuta a formare placche nel cervello di alcuni pazienti con MA, peggiorando la malattia. Nei vasi sanguigni, provoca una carenza di ossigeno e di sostanze nutritive che dovrebbero arrivare al cervello, portando alla malattia ischemica dei capillari, nota in genere come 'indurimento delle arterie'. Entrambi questi processi contribuiscono alla disfunzione cerebrale e peggiorano il declino della cognizione e della memoria".


Questo studio è il primo a dimostrare che il cervello dei pazienti con MA familiare accumulano amilina, che forma amiloide secreto dal pancreas.


"Il nostro studio suggerisce un approccio alternativo per ridurre la progressione del MA attraverso la modulazione dei livelli di amilina del sangue", ha detto Despa. "Inoltre, i risultati di questo studio possono puntare all'ormone pancreatico amilina come un potenziale collegamento molecolare mancante tra i disturbi metabolici e un aumento del rischio di MA. In particolare, la disregolazione dell'amilina contribuisce sia al diabete di tipo 2 che al MA".


Lo studio è anche il primo a mostrare meccanicisticamente che l'amilina bassa nel sangue protegge dal MA. I loro risultati suggeriscono che lo sviluppo di terapie anti-amilina possono migliorare la vita dei portatori della mutazione del MA familiare e rallentare la progressione del MA sporadico.


"Sono già disponibili farmaci che possono essere velocemente convertiti e approvati per bloccare questi processi, mantenendo il cervello sano per un periodo di tempo molto più lungo", ha detto Jicha. "Questo lavoro è progettato per aiutare a portare tali agenti alla fase di sviluppo mentre cerchiamo nuovi modi per combattere il MA".


Secondo Despa è importante notare che, anche se un aumento dell'amilina nel sangue non può costituire diagnosi di MA, testare la sua presenza nel sangue potrebbe aiutare i medici a valutare la malattia cerebrovascolare ad alto rischio e la progressione del MA.


Lo studio è il frutto dei ricercatori di tre centri Alzheimer negli Stati Uniti, compreso quello della UK, e di altri tre centri internazionali.

 

 

 


Fonte: Hillary Smith in University of Kentucky (> English) - Traduzione di Matteo Pellizzari.

Riferimenti: Han Ly, Nirmal Verma, Gregory Jicha, ..., Florin Despa. The association of circulating amylin with β‐amyloid in familial Alzheimer's disease. Alzheimer's & Dementia: Trans. Res. & Clin. Interv., 20 Jan '21, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)