Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovati cambiamenti della materia bianca nella demenza frontotemporale

Brain with all the white matter tractsTratti di sostanza bianca evidenziati in un cervello.

Le aree di danno cerebrale chiamate 'iperintensità della sostanza bianca' sono di solito collegate a problemi di salute vascolare, e anche al morbo di Alzheimer (MA). Ora un nuovo studio, pubblicato online su Neurology® dal 17 febbraio 2021, ha dimostrato che le iperintensità della sostanza bianca si trovano anche nella demenza frontotemporale.


La demenza frontotemporale, che spesso colpisce le persone con meno di 65 anni, ha come risultato principale i cambiamenti di personalità e di comportamento, e i problemi con il linguaggio, piuttosto che di memoria.


"Nella demenza frontotemporale ci aspettavamo di vedere quantità di iperintensità della sostanza bianca simili al MA, ma in realtà abbiamo trovato livelli più elevati nelle persone con demenza frontotemporale", ha detto l'autore senior dello studio Ramón Landin-Romero PhD, dell'Università di Sydney in Australia. "Ci aspettavamo anche di vedere che le persone con una malattia più grave avrebbero avuto più iperintensità della sostanza bianca, indipendentemente dalla malattia, ma questo era vero solo nelle persone con demenza frontotemporale".


Lo studio ha coinvolto 64 persone con demenza frontotemporale, 65 con MA e 66 senza demenza, che hanno avuto scansioni cerebrali e altri test. I partecipanti sono stati seguiti in media per due anni. Le informazioni sull'autopsia erano disponibili per 13 persone con demenza frontotemporale e per 5 con MA.


I ricercatori hanno scoperto che il volume totale di iperintensità della sostanza bianca nel cervello era maggiore nelle persone con demenza frontotemporale rispetto a quelle con MA o al gruppo di controllo sano. Il volume medio di iperintensità della sostanza bianca nelle persone con demenza frontotemporale era di 0,76 millilitri (mL) rispetto a 0,40 mL nelle persone con MA e a 0,12 mL nelle persone senza demenza.


La quantità di iperintensità della sostanza bianca era associata alla gravità della demenza frontotemporale di una persona, compresa la gravità dei sintomi e delle difficoltà quotidiane, ma non era associata a fattori di rischio vascolare come l'ipertensione e il colesterolo alto, come era stato previsto.


"In generale, le iperintensità della sostanza bianca sono state associate a questi fattori di rischio vascolare, quindi questi risultati suggeriscono che le iperintensità della sostanza bianca sono in parte indipendenti dai fattori vascolari e sono associate alla perdita progressiva di integrità cerebrale, più specificamente alla perdita di cellule cerebrali, a causa di demenza frontotemporale", ha detto Landin-Romero. "L'iperintensità della sostanza bianca dovrebbe essere vista come una caratteristica fondamentale della demenza frontotemporale e del MA che può contribuire a problemi cognitivi, non semplicemente un marcatore di malattia vascolare".


I ricercatori hanno anche scoperto che quantità maggiori di iperintensità della sostanza bianca in alcune aree del cervello erano associate a prestazioni cognitive peggiori. Ad esempio, sia nella demenza frontotemporale che nel MA, l'aumento dell'iperintensità della sostanza bianca nel corpo calloso, un fascio di fibre della materia bianca che collega gli emisferi destro e sinistro del cervello, si è associato a problemi di attenzione.


Una limitazione dello studio era che le informazioni sull'autopsia erano disponibili solo per un piccolo numero di casi, quindi non si è potuta determinare la causa molecolare sottostante l'iperintensità della sostanza bianca per i partecipanti.

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Katharine Huynh, Olivier Piguet, John Kwok, Carol Dobson-Stone, Glenda Halliday, John Hodges, Ramón Landin-Romero. Clinical and Biological Correlates of White Matter Hyperintensities in Patients with Behavioral-variant Frontotemporal Dementia and Alzheimer Disease. Neurology, 17 Feb 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.