Un farmaco per l'Alzheimer che era inefficace nella prevenzione del declino cognitivo e fisico nei pazienti con Alzheimer avanzato, può rivelarsi di aiuto nel prevenire lo sviluppo della malattia nelle persone che ne sono geneticamente predisposte.
Il solanezumab della Eli Lilly e il gantenerumab della Roche sono stati approvati per essere usati in un esperimento di Alzheimer a livello mondiale. Anche un inibitore della beta-secretasi sviluppato dalla Eli Lilly è considerato per lo studio.
Lo studio comprende 160 pazienti che hanno ereditato mutazioni che li rendono più suscettibili allo sviluppo dell'Alzheimeri ad insorgenza precoce. Nessuno di loro ha avuto diagnosi di demenza. Lo studio avrà inizio nei primi mesi del 2013. "Una nuova strategia è cercare di evitare che insorgano del tutto i sintomi dell'Alzheimer", ha detto in un comunicato stampa il Dott. John C. Morris, ricercatore principale della DIAN e Professor Emerito Harvey A. e Doris Friedman di Neurologia alla School of Medicine dell'Università di Washington a St. Louis. "Siamo molto riconoscenti del sostegno che ha ricevuto questo approccio".
Il gantenerumab della Roche è un anticorpo che agisce legandosi all'amiloide beta aggregata, una proteina tossica che colpisce il cervello, e consente di rimuoverlo dall'area. Il solanezumab, invece, è un anticorpo che si aggancia alle forme solubili di amiloide beta prima ancora che siano create, e le rimuove prima che sia loro permesso di raggrupparsi per formare placche nel cervello.
L'Alzheimer è la forma più comune di demenza, che rappresenta dal 50 all'80 per cento di tutti i casi di demenza in base alla Alzheimer's Association. E' la sesta causa di morte negli Stati Uniti. I sintomi iniziano con lieve perdita di memoria e progrediscono nel tempo con l'incapacità di portare avanti una conversazione o rispondere all'ambiente. Anche se la maggior parte delle persone che sviluppano la malattia hanno più di 65 anni, fino al 5 per cento dei pazienti hanno forme ad esordio precoce della malattia che inizia a evidenziarsi tra i 40 e i 60 anni. Non c'è cura attualmente.
La corsa per trovare un nuovo trattamento per l'Alzheimer è particolarmente importante in quanto non sono stati sviluppati nuovi farmaci negli ultimi 9 anni. In luglio, la Pfizer ha annunciato che il suo studio di fase III per il tanto auspicato farmaco di Alzheimer (il bapineuzumab) non ne ha mostrato alcun miglioramento o ritardo nel declino cognitivo o nelle prestazioni funzionali nei pazienti con forme da lievi a moderate della malattia.
Mentre la ricerca rilasciata in Agosto ha rivelato che il solanezumab non è riuscito ad aiutare le persone a ricordare in due studi condotti su persone che avevano forme avanzate della malattia, la stesa ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo nelle persone che avevano casi lievi [della malattia]. I risultati combinati dei due studi con il farmaco hanno rivelato che i pazienti che avevano Alzheimer lieve hanno mostrato una contrazione del 34 per cento del declino mentale, rispetto a coloro che hanno ricevuto un placebo.
Gli esperti sperano che il solanezumab possa essere il tanto auspicato trattamento di cui hanno disperatamente bisogno i pazienti. "E' definitivamente possibile" ha detto Sam Gandy, direttore del Centro per la Salute Cognitiva del Mount Sinai Medical Center di New York. "Non è né un successo definitivo, e non è un fallimento definitivo. Penso che sia abbastanza incoraggiante concentrarsi sulle prime fasi dell'Alzheimer e vedere se qualcosa di veramente interessante può venire dal prossimo esperimento".
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Pubblicato da Michelle Castillo in CBS News il 10 Ottobre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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