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Nuovi apparecchi per studiare la vera origine dell'Alzheimer

I ricercatori della Lancaster University hanno inventato un nuovo strumento di scansione, ispirato alla umile macchina per cucire, per fare nuova luce sulle origini dell'Alzheimer e del Parkinson.


Queste malattie sono causate da minuscole proteine tossiche, troppo piccole per essere studiate con la microscopia ottica tradizionale.


In precedenza si riteneva che l'Alzheimer fosse causato da un accumulo di fibre lunghe «amiloidi» al centro delle placche senili nel cervello, dovute alla piegatura impropria di una proteina chiamata amiloide-β.


Ma la ricerca più recente suggerisce che queste fibre e placche sono in realtà una risposta protettiva del corpo alla presenza di strutture ancora più piccole e più tossiche prodotte dall'amiloide-β, chiamate «oligomeri».


Le tecniche esistenti non sono sufficienti ad ottenere una buona visione di queste proteine; la microscopia ottica non offre una risoluzione sufficiente su questa scala, e la microscopia elettronica dà la risoluzione, ma non il contrasto. Per risolvere il problema, il fisico Dott. Oleg Kolosov e il suo team della Lancaster hanno sviluppato una nuova tecnica di scansione (Ultrasonic Force Microscopy - UFM), ispirata al moto di una macchina da cucire. Questo lavoro è stato pubblicato su Scientific Reports.


Il Dr Kolosov ha detto: "Usando uno scanner vibrante, che si muove rapidamente su e giù come il piedino di una macchina da cucire, si riduce l'attrito tra il campione e lo scanner, con il risultato di avere una migliore qualità e un contrasto più alto sulla scala nanometrica dell'immagine ad alta risoluzione". Si tratta di uno degli strumenti della nuova generazione in fase di sviluppo in tutto il mondo per mettere a fuoco gli oligomeri, e consentire ai ricercatori medici di capire come si comportano.


Alla Lancaster, Claire Tinker ha usato l'UFM per visualizzare questi oligomeri. Per aiutare vederli più chiaramente, doveva aumentare il contrasto dell'immagine e quindi ha usato la poli-L-lisina (PLL) che mantiene le proteine attaccate al vetrino quando lo scanner vibrante ci passa sopra.


Il professore David Allsop, scienziato biomedico della Lancaster University, ha detto: "Queste immagini di alta qualità sono di vitale importanza se vogliamo capire i meccanismi coinvolti nella formazione di questi oligomeri, e questa nuova tecnica sarà ora usata per testare gli effetti degli inibitori della formazione di oligomeri che stiamo sviluppando come un possibile nuovo trattamento per l'Alzheimer".


La tecnica ha funzionato così bene che il team spera ora di svilupparla in modo da monitorare la formazione degli oligomeri nel momento stesso in cui sono prodotti. Questo darebbe ai ricercatori una maggiore comprensione delle prime fasi dell'Alzheimer e del Parkinson e potrebbe potenzialmente portarci a sviluppare un test futuro per queste malattie.

 

 

 

 

 


FonteLancaster University  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Claire Tinker-Mill, Jennifer Mayes, David Allsop, Oleg V. Kolosov. Ultrasonic force microscopy for nanomechanical characterization of early and late-stage amyloid-β peptide aggregation. Scientific Reports, 2014; 4 DOI: 10.1038/srep04004

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