Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Una pianta africana rivela possibile trattamento per l'invecchiamento cerebrale

Da centinaia di anni i guaritori di São Tomé e Príncipe, un'isola al largo della costa occidentale dell'Africa, hanno prescritto le foglie e la corteccia di «cata-manginga» ai loro pazienti. Essi dicono che questi prodotti raccolti dall'albero Voacanga africana diminuiscono l'infiammazione e alleviano i sintomi dei disturbi mentali.


Ora scienziati del Salk Institute for Biological Studies hanno scoperto che la potenza della pianta non è solo folklore: un composto isolato dalla Voacanga africana protegge le cellule dai percorsi molecolari alterati legati all'Alzheimer, al Parkinson e alla neurodegenerazione che spesso segue un ictus.


"Questa pianta è una fonte di potenziali nuovi bersagli farmacologici", dice l'autore senior Pamela Maher, uno scienziato senior dello staff del Cellular Neurobiology Laboratory al Salk. I risultati sono stati pubblicati questa settimana nel Journal of Ethnopharmacology.


Antonio Currais, associato di ricerca che lavora con la Maher, stava visitando la famiglia nel suo nativo Portogallo, quando ha incontrato Maria do Céu Madureira, ricercatrice di etnofarmacologia dell'Università di Coimbra. Negli ultimi 20 anni, la Madureira ha osservato l'uso della fitoterapia sull'isola [di São Tomé e Príncipe].


Currais e la Maher avevano di recente sviluppato una serie di test per individuare i composti potenziali che potessero servire per trattare le malattie neurodegenerative e Currais, vedendo in questo l'occasione ideale per mettere alla prova le analisi, ha iniziato una collaborazione con il team della Madureira. "C'erano già molte informazioni che descrivevano piante particolari con effetti potenziali sul sistema nervoso", dice Currais."Siamo andati avanti da lì per documentare quantitativamente la vera azione neuroprotettiva dei composti di queste piante".


Currais e la Maher hanno iniziato a studiare sette estratti diversi raccolti da cinque specie di piante di São Tomé e Príncipe. I guaritori locali avevano riferito che tre di questi cinque hanno effetti sul sistema nervoso e due sono stati usati come controlli. Il team di ricerca del Salk ha sottoposto ogni campione alle analisi (in cellule umane viventi e di topo) progettate per testare il loro potenziale impatto contro la neurodegenerazione.


Uno dei dosaggi ha testato la capacità degli estratti vegetali di proteggere le cellule dallo stress ossidativo, un sottoprodotto del metabolismo che può causare danni al DNA ed è stato collegato alla neurodegenerazione correlata all'età. Un'altro ha testato le proprietà anti-infiammatorie dei composti. Un terzo test ha misurato la capacità dei campioni di bloccare l'accumulo di peptidi di amiloide-beta nei neuroni, caratteristico dell'Alzheimer.


"Sono rimasto sorpreso da quanto potenti fossero", dice la Maher. "Pensavo che forse avremmo visto un po' di attività in alcune delle analisi e quindi avremmo dovuto separare i singoli componenti per vedere un effetto più profondo". Ma uno dei campioni in particolare (la Voacanga africana) ha ottenuto risultati eccezionali su tutte le analisi, anche nella sua forma più diluita.


Quando Currais e la Maher hanno isolato i diversi componenti della pianta, hanno scoperto che gli effetti anti-infiammatori e neuroprotettivi della pianta erano per lo più dovuti ad una molecola, chiamata voacamina. Il composto non è ancora stato testato nei modelli animali, ma le prestazioni nelle analisi suggeriscono che possa avere un potenziale farmaceutico per trattare l'Alzheimer, il Parkinson o l'ictus.


"Ci sono ancora molte potenziali fonti di farmaci nelle piante native dei paesi di tutto il mondo e la maggior parte di loro non sono stati mai testati", dice la Maher. "Non si può provare tutto, quindi il modo migliore per affrontare la ricerca dei farmaci vegetali è usare le conoscenze che sono disponibili da migliaia di anni per aiutarci a scegliere e decidere cosa studiare con le tecniche moderne. In questo modo non spariamo al buio". La Maher, Currais e la Madureira stanno progettando ulteriori studi sulla voacamaina e sperano anche di applicare le loro analisi ad altre piante interessanti.

 

******
Altri ricercatori dello studio sono Chandramouli Chiruta e Marie Goujon-Svrzic del Salk Institute for Biological Studies; Gustavo Costa, Tania Santos, Maria Teresa Batista, Jorge Paiva, e Maria do Ceu Madureira della Università di Coimbra.

Sia i ricercatori portoghesi che quelli americani hanno lavorato in piena collaborazione con le istituzioni locali, i guaritori tradizionali e le comunità, per condurre rispettosamente ricerche nel campo della conoscenza indigena, garantendo i diritti di proprietà intellettuale e la condivisione dei benefici che possono derivare a seguito dello studio di queste piante medicinali locali.

 

 

 

 

 


FonteSalk Institute for Biological Studies  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Antonio Currais, Chandramouli Chiruta, Marie Goujon-Svrzic, Gustavo Costa, Tânia Santos, Maria Teresa Batista, Jorge Paiva, Maria do Céu Madureira, Pamela Maher. Screening and identification of neuroprotective compounds relevant to Alzheimer׳s disease from medicinal plants of S. Tomé e Príncipe. Journal of Ethnopharmacology, 2014; 155 (1): 830 DOI: 10.1016/j.jep.2014.06.046

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.