Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio sulle staminali indica un nuovo approccio all'Alzheimer

Studio sulle staminali indica un nuovo approccio all'Alzheimer

Migliorare il traffico di proteine ​​cellulari nelle cellule cerebrali offre la possibilità di nuovi trattamenti e persino di prevenzione per il morbo di Alzheimer (MA), secondo i risultati di un nuovo studio.


I ricercatori hanno scoperto che un composto che migliora la mobilità delle proteine ​​all'interno delle cellule riduce la produzione di precursori di due proteine ​​implicate nella morte delle cellule cerebrali.


Il danno e la distruzione delle cellule cerebrali sono alla base di una forma comune di demenza, il MA, che provoca perdita di memoria, di pensiero, di ritrovamento della strada e di ragionamento e altri problemi debilitanti. La malattia tende a peggiorare col tempo e l'invecchiamento è un importante fattore di rischio.


Il tessuto cerebrale delle persone con MA mostra l'aggregazione di due tipi di proteine: una, l'amiloide-beta, si accumula al di fuori delle cellule cerebrali e l'altra, la Tau, si raccoglie all'interno delle cellule. Si pensa che insieme queste proteine ​​tossiche causino la morte delle cellule cerebrali nel MA.


Ricerche recenti suggeriscono che queste proteine ​​si accumulano a causa di un difetto nel sistema che traghetta le proteine ​​dentro la cellula. Le proteine ​​vengono trasportate in pacchetti legati alla membrana, chiamati endosomi. Il sistema che le movimenta nella cellula è la rete endosomiale. Affinché le proteine ​​siano elaborate, eliminate o riciclate correttamente, questo sistema deve funzionare a dovere.


Nel nuovo studio riportato questa settimana, il team di ricerca guidato dalla University of Wisconsin ha usato cellule cerebrali umane create da cellule staminali. I risultati hanno mostrato che un composto che potenzia la funzione della rete endosomiale taglia significativamente la produzione sia di amiloide-beta che di un precursore della proteina Tau.


Lo studio è stato pubblicato online il 1 marzo nella rivista Stem Cell Reports. La prima autrice è Jessica Young, assistente professore di patologia alla UW di Seattle, del cui Institute for Stem Cell and Regenerative Medicine fa parte. Secondo quanto scrive, i risultati suggeriscono che puntare i difetti della rete endosomiale, attraverso la scoperta di farmaci o altre terapie, come la terapia genica, potrebbero essere una strategia promettente contro il MA.


Nello studio, la Young e i suoi colleghi hanno ricavato cellule della pelle di pazienti con MA e di pazienti senza segni di demenza. Poiché tutte le cellule di una persona condividono lo stesso genoma, le cellule della pelle dei pazienti con MA contengono le stesse mutazioni genetiche che colpiscono le loro cellule cerebrali.


I ricercatori hanno quindi "resettato" le cellule della pelle, riprogrammandole per fungere da cellule staminali. Tali cellule, chiamate «cellule staminali pluripotenti indotte», sono in grado di diventare un qualsiasi tipo di cellula. In questo modo la Youg e i suoi colleghi sono riusciti a creare neuroni con la stessa composizione genetica dei pazienti dai quali avevano prelevato campioni di pelle.


Le cellule prese dai malati di MA e accresciute in laboratorio, avrebbero la stessa tendenza a generare la quantità in eccesso di amiloide-beta e del precursore della proteina Tau che si vede nelle cellule del cervello delle persone con il disturbo. Ciò ha permesso ai ricercatori di misurare la produzione di proteine ​​amiloide-beta e Tau in questi neuroni derivati ​​da cellule staminali.


I ricercatori volevano vedere se, potenziando la funzione della rete endosomiale in un ambiente di laboratorio, avrebbero influito sull'amiloide-beta e sulla proteina Tau in queste cellule umane. Gli scienziati hanno testato un composto che, in studi su animali, aveva già dimostrato di stabilizzare e potenziare la funzione di un complesso proteico chiamato retromero. Il retromero è un attore cruciale nel dirigere il trasporto dei "pacchetti" endosomali nella rete endosomale e consegnarli alla giusta destinazione.


"Possiamo vedere la rete come una specie di trasportatore globale, dove le proteine ​​retromeriche fungono da etichette dei pacchi", ha affermato la Young. I ricercatori hanno scoperto che il composto, chiamato R33, ha migliorato la funzione del retromero. Ciò ha portato a una considerevole riduzione della produzione sia di amiloide-beta che della proteina tau che si aggrega prontamente (tau-fosforilata).

 

******
I ricercatori hanno anche usato le cellule per testare l'ipotesi che la produzione di amiloide-beta determini la produzione di tau fosforilata.


L'accumulo delle due proteine ​​sembra essere strettamente collegato. Gli scienziati hanno usato lo strumento di modifica dei geni CRISPR per creare cellule che non producevano il precursore necessario dell'amiloide-beta. Tuttavia, il composto R33 era ancora efficiente nell'abbassare la tau-fosforilata.


La scoperta indica che questo percorso potrebbe funzionare senza l'assistenza dell'amiloide-beta.


"I risultati suggeriscono che qualcosa a monte influenza, in modo indipendente, la produzione di amiloide-beta e tau-fosforilata", ha detto la Young. "Quindi una cosa che faremo in seguito sarà usare queste linee cellulari per identificare cosa potrebbe essere questo difetto a monte e se anche questo potrebbe essere un bersaglio per nuove terapie per curare il MA".


La Young ha notato che è la collaborazione tra scienziati ciò che sta facendo avanzare il ​​campo della ricerca sull'Alzheimer.

 

 

 


Fonte: University of Washington (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Jessica E. Young, Lauren K. Fong, Harald Frankowski, Gregory A. Petsko, Scott A. Small, Lawrence S.B. Goldstein. Stabilizing the Retromer Complex in a Human Stem Cell Model of Alzheimer’s Disease Reduces TAU Phosphorylation Independently of Amyloid Precursor Protein. Stem Cell Reports, 2018; DOI: 10.1016/j.stemcr.2018.01.031

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)