Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Gravidanze e storia riproduttiva possono influire sul rischio di demenza

Studio 1: Legame tra storia riproduttiva e rischio di demenza nelle donne

All'AAIC 2018 dei ricercatori hanno riferito di aver trovato una correlazione tra rischio di demenza e numero di figli, numero di aborti, età al momento del primo periodo mestruale, età alla menopausa naturale e periodo riproduttivo (il numero di anni tra il primo periodo mestruale e la menopausa).


Con la prima indagine epidemiologica su larga scala negli Stati Uniti, di vari aspetti della storia della riproduzione e del rischio di demenza, Paola Gilsanz ScD (scienziata di Kaiser Permanente di Oakland/California), Rachel Whitmer PhD (prof.ssa della UC Davis) e i colleghi, hanno valutato i dati riferiti da 14.595 donne che avevano tra 40 e 55 anni nel 1964-1973.


"Non conosciamo ancora bene le possibili cause di demenza nelle donne, in particolare per i fattori riproduttivi", ha detto la Gilsanz. "Nel nostro studio, abbiamo puntato a identificare i rischi specifici femminili e i fattori protettivi che influiscono sulla salute del cervello, che è fondamentale per diminuire il peso sproporzionato della demenza nelle donne [rispetto agli uomini]".


I ricercatori hanno scoperto che le donne nello studio con tre o più figli avevano un rischio di demenza più basso del 12% rispetto alle donne con un figlio. Queste donne hanno continuato a essere a basso rischio di demenza dopo aver aggiustato per ulteriori fattori di rischio in mezza e tarda età, come l'indice di massa corporea e la storia di ictus.


I ricercatori hanno anche chiesto informazioni su aborto e storia mestruale. Hanno scoperto che ogni evento aggiuntivo di aborto spontaneo era associato a un aumento del rischio di demenza del 9%, rispetto a quelle donne che non avevano riferito alcun aborto. In media, le donne avevano 13 anni quando hanno avuto il primo periodo mestruale e 47 anni alla menopausa naturale.


Inoltre, le donne che hanno dichiarato di avere il primo periodo mestruale a 16 anni o dopo avevano un rischio maggiore del 31% rispetto a coloro che hanno riferito di avere il primo ciclo mestruale a 13 anni. Rispetto alle donne che hanno la menopausa naturale dopo i 45 anni, coloro che l'hanno a 45 o prima avevano un rischio più alto del 28% di demenza, aggiustando per i dati demografici.


La durata media del periodo riproduttivo era di 34 anni. Rispetto alle donne con periodi riproduttivi di 38-44 anni, le donne con periodi riproduttivi di 21-30 anni presentavano un rischio di demenza più alto del 33% in relazione ai dati demografici. Sono necessarie ulteriori ricerche per valutare il percorso meccanicistico tra eventi riproduttivi e salute del cervello.

 

*******

Studio 2: La storia di gravidanze può influire sul rischio di Alzheimer

In uno studio sui casi di 133 donne britanniche anziane, Molly Fox PhD, assistente prof.ssa nei  Dipartimenti di Antropologia e Psichiatria e Scienze Bio-comportamentali dell'Università della California di Los Angeles e i colleghi, hanno raccolto informazioni sulla storia riproduttiva e misurato la gravità della demenza da morbo di Alzheimer (MA) per valutare l'associazione potenziale tra la storia di gravidanze e il rischio di MA, e per determinare se la relazione può essere attribuita alla funzione immunitaria.


I risultati dello studio suggeriscono che il numero di mesi di gravidanza - in particolare i mesi trascorsi nel primo trimestre - è un predittore significativo del rischio di MA. I ricercatori riportano che, in questo studio di popolazione, una donna che ha trascorso il 12,5% in più di mesi di gravidanza, rispetto a un'altra altrimenti identica, aveva circa il 20% in meno di rischio di MA.


"Siamo incuriositi dalla possibilità che la gravidanza possa riorganizzare il corpo della madre in modi che potrebbero proteggerla dallo sviluppo del MA più avanti nella vita", ha affermato la Fox. "Questi risultati suggeriscono anche che la storia potrebbe non essere semplicemente una mera questione di estrogeni, come concluso da precedenti ricercatori".


I ricercatori hanno ipotizzato che gli effetti benefici persistenti sul sistema immunitario generato durante le prime fasi della gravidanza potrebbero essere responsabili della riduzione osservata del rischio.

 

 

 


Fonte: Alzheimer's Association (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)