Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cosa dovrebbero sapere i professionisti della salute sulla demenza

Dopo aver avuto la diagnosi di Alzheimer, l'ex infermiera Ann Johnson (foto) ne ha fatto una missione educare gli operatori sanitari sulle realtà della vita con la malattia.

"Mi sono formata come infermiera nel 1970 e della demenza non si parlava molto allora. Avrei voluto sapere cosa provoca l'angoscia dei pazienti".


Ann Johnson campaigner per la consapevolezza sulla demenza Quarant'anni dopo essersi qualificata, Ann Johnson sta ora viaggiando per il paese parlando con gli operatori sanitari sulla demenza e il modo in cui colpisce i pazienti quotidianamente. Lei è ben qualificata per parlare sulla questione; come pure lavorare al NHS [Servizio Sanitario Nazionale della GB] come infermiera per diversi anni, visto che è ex docente in scienze infermieristiche dell'Università di Manchester. Ha anche la demenza lei stessa.


All'inizio di quest'anno il primo ministro ha lanciato la "Sfida alla demenza" nazionale con la quale spera di sfidare "la paura, lo stigma e l'incomprensione diffuse che circondano la demenza".

La Johnson spiega: "E' necessario una maggiore consapevolezza anche nel settore della sanità. Anche nella professione c'è un sacco di paura per la demenza. Le persone che lavorano nel servizio sanitario nazionale conoscono bene il territorio in cui lavorano, ma potrebbero non capire quando stanno trattando con una persona con demenza. Essi possono non sapere come comunicare in modo efficace se non riconoscono i segnali".


Diagnosticata a 52 anni, Ann Johnson ne ha ora 58. Ha visto suo padre soffrire di Alzheimer per sette anni prima di morire. Dal momento della sua diagnosi ha viaggiato nel paese per formare e informare gli operatori sanitari futuri e altri su cosa vuol dire vivere con la condizione. Spiega: "Parlare della demenza mi dà uno scopo. Tre cose aiutano: amici, avere fede, e parlare di demenza per contribuire ad aumentare la consapevolezza". Conoscere la demenza è diverso, per comprendere appieno le realtà quotidiane della vita con la condizione, dice Ann. Lei descrive com'è avere la demenza: "La gente potrebbe non sempre vedere il mio problema. Ma è lì. Trovo difficile capire come vanno le cose. Posso vedere le cose, non sempre riesco a capirle veramente. Trovo difficoltà a lavarmi e vestirmi al mattino. La gente non se ne rende conto, ma utilizzare i rubinetti è difficile per una persona con demenza; qualcuno è da spingere, qualcuno da girare, e può essere difficile capire cosa fare con loro".


Ci sono piccole cose che possono fare una grande differenza, e Ann mantiene una routine costante per navigare attraverso le difficoltà che sorgono in conseguenza della condizione. Lei usa un dittafono ogni sera per ricordare a se stessa le cose che ha bisogno di ricordare quando si sveglia la mattina successiva. Esso contribuisce anche a eliminare le piccole cose che causano frustrazione, come comprare i biglietti del treno. La routine è importante, e Ann dice che anche una buona gestione del tempo e una rassicurazione da parte degli altri la mantiene calma. "Le piccole cose che trovo difficili mi fanno diventare intollerante", spiega Ann. "Cose come aprire una bottiglia. Ma io non mi accorgo che mi sta causando stress. Vorrei che la gente mi dicesse quando mi vedono diventare frustrata, ciò sarebbe davvero d'aiuto". Altre cose alle quali le persone dovrebbero prestare attenzione includono la consapevolezza spaziale, e attività come tirare lo sciacquone, che può risultare difficile. Se un paziente ha la demenza, anche cibo e acqua non devono essere toccate. "Se un pasto viene messo di fronte a loro, a volte è difficile che sappiano cosa farne. Viene poi portato via senza che l'abbiano mangiato, pur avendo fame", dice la Johnson.


Un passo significativo a volte è solo che gli operatori sanitari riconoscano quando un paziente soffre di demenza. Ann dice di fare ai pazienti domande aperte, e non solo quelle "si/no" per verificare se qualcuno possa avere la demenza: "Cercare il riconoscimento nei loro occhi, e non il solo vuoto". "Le persone possono anche porsi una serie di domande circa il loro paziente per capire le loro capacità cognitive e la comprensione: si stanno lavando?; si ricordano cosa viene detto loro? Sanno dove sono e chi si prende cura di loro?". Anche le liste possono essere di vitale importanza per aiutare le persone affette da demenza a stabilire le cose e a farsi strada nella routine quotidiana. "Tutto questo sembra semplice, ma è stupefacente quanto gli operatori sanitari a volte sottovalutano la differenza che possono fare queste cose. Comportamenti come: essere pazienti, parlare lentamente (si dice questo alla gente, e reagiscono gridando), fare solo una domanda alla volta, darci il tempo di riflettere sulle cose, essere precisi e darci informazioni esatte per aiutarci a fare le cose".


Ma più di tutto: "Arrivare a conoscere il paziente, in modo da essere in grado di sapere quando è disorientato. E se è qualcuno che si conosce, amarlo per quello che è. Supporto e pazienza non sono affatto da sottovalutare". Ann aggiunge: "Vorrei che le persone capiscano che la demenza è solo una parola. Non voglio che la gente abbia paura di essa o di noi. Attivarmi per le persone affette da demenza mi dà un motivo per vivere. Ho bisogno di liberarmi dello stigma collegato alla 'demenza'. La diagnosi non è la fine della vita e le persone hanno bisogno di continuare a vivere".


All'inizio di questo mese, Ann Johnson ha ricevuto un dottorato honoris causa dall'Università di Bolton per la sua campagna a favore dei malati di demenza e dei suoi servizi alla sanità.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Pubblicato da Jessica Fuhl su The Guardian il 25 Luglio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)