Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Solitudine: una parte della sfida quotidiana del caregiving

Quando eravamo novelli sposi, e proprietari di una casa per la prima volta, io e mio marito abbiamo affrontato numerose questioni per rendere la nuova abitazione la nostra casa: dovremmo sostituire i mobili da cucina datati? che colore di vernice starebbe bene in salotto? i rivestimenti delle finestre devono essere persiane, avvolgibili o tende?


Mentre ci muovevamo tra la miriade di domande, mi sentivo confortata sapendo che stavamo lavorando come una squadra.


Il modello di dare e avere, che avevamo sviluppato nel corso del nostro rapporto, ci è servito, e l'infinito numero di compiti per creare una famiglia sembrava un po' meno scoraggiante.


Quando abbiamo quasi finito di personalizzare la nostra nuova casa, mio marito ha deciso che ognuno di noi doveva affrontare una decisione da solo: egli avrebbe scelto il colore della vernice per lo studio, e io dovevo scegliere il colore della vernice per la camera degli ospiti .... DA SOLA.


Mi vedo ancora in piedi nella sezione pittura del negozio, tra migliaia di campioni di colori di vernice, mi sentivo sopraffatta dal peso di prendere questa decisione da sola. Ho cercato di contattare Michael per un consiglio, ma non esisteva. Avevo bisogno di prendere questa decisione interamente da me.


Quel momento - essere alle prese con la questione certamente banale del colore della camera degli ospiti - mi ha colpito. Questa sensazione di solitudine e scoraggiamento che stavo provando era una versione in miniatura di quella sperimentata su scala molto più grande, ogni singolo giorno, dai caregivers del gruppo di sostegno coniugale che facilitavo alla «Long Island Alzheimer's Foundation» (LIAF).


Anche se i loro coniugi erano ancora fisicamente presenti, non potevano più essere cassa di risonanza per le decisioni della vita, banali o importanti che fossero. I modelli di dare e avere che avevano sviluppato nel corso della loro relazione - molte duravano mezzo secolo o oltre - non servivano più di fronte alle decisioni quotidiane e alle difficili scelte di vita.


Ho condiviso questa considerazione con i partecipanti a un gruppo di sostegno per caregivers alla LIAF, e ho ricevuto cenni di comprensione. Nel corso delle numerose sessioni del gruppo, essi hanno condiviso la loro angoscia di dover "pensare per due" e di prendere decisioni senza l'entità di condivisione e di informazione dal coniuge, al quale erano abituati da decenni di matrimonio.


Mentre la mia "lotta" aveva riguardato la questione irrilevante del colore della vernice, la loro spesso coinvolge scelte importanti come il modo di allocare le risorse finanziarie per la pensione, quando attivare una polizza di assicurazione per l'assistenza a lungo termine, e se cercare una soluzione di assistenza residenziale.


All'inizio, alcuni lottano con il modo per mantenere i loro coniugi coinvolti con le decisioni complesse, la cui complessità non riescono più a comprendere in pieno. Più avanti nella malattia, molti sono alle prese con il modo di prendere decisioni di fine vita per il coniuge che non riesce più a comunicare, ad esempio se inserire una sonda di alimentazione, continuare o interrompere i farmaci, o iniziare con l'hospice.


Sono di fronte alle decisioni più importanti della vita, senza il beneficio del partner e della cassa di risonanza che avevano avuto per tutta la loro vita adulta.


Una delle crudeltà dell'Alzheimer è che, poiché la sua progressione richiede al caregiver di far fronte a maggiori responsabilità e perdite, lo priva anche sempre più della corresponsabilità sulla quale si era basato per le sfide precedenti della vita. Non solo il caregiver affronta uno dei capitoli più drenanti fisicamente, mentalmente ed emotivamente della sua vita, ma lo deve fare nel contesto di un rapporto i cui modelli di cooperazione e di sostegno familiare non sono più facilmente accessibili.


Questa consapevolezza sottolinea anche il valore dei gruppi di sostegno ai caregiver (auto-mutuo-aiuto). Mentre i membri del gruppo si addolorano per i cambiamenti che l'Alzheimer ha portato alla loro vita e alle relazioni, essi scoprono che non sono più così soli nell'affrontare le sfide quotidiane, le perdite e le decisioni della vita. Fanno parte di una nuova comunità di uomini e donne che intuitivamente capiscono la loro lotta. Scoprono che in mezzo al dolore della perdita, c'è anche la bellezza dell'amicizia.

 

 

 

 

 


Fonte: Alana Rosenstein in Huffington Post (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.