Tom e Karen Brenner scrivono su Alzheimer's Reading Room
Sappiamo che il nostro lavoro non può portare la persona malata indietro alla situazione di prima dell'Alzheimer, sappiamo che questi collegamenti possono andare e venire in un lampo, sappiamo che questi momenti di connessione non possono cambiare la condizione della persona che vive con l'Alzheimer, né è possibile a questi momenti fugaci cambiare il dolore e la solitudine delle persone che li amano.
Quindi, perché prooccuparsi? Perché riempire il nostro cervello di idee, perché cercare di creare queste esperienze significative? Se tutto si riduce ad appena un paio di minuti di riconoscimento o un momento di connessione, vale la pena lavorare, sforzarsi? Per rispondere a questa domanda, dobbiamo dare un'occhiata alla nostra vita.
Se ci pensate, tutti noi viviamo le nostre vite in pochi istanti fugaci, un cenno del capo e un sorriso a qualcuno sul posto di lavoro, un rapido bacio alle persone che amiamo, lo squarcio di un bel tramonto, una canzone che ci piace molto alla radio. Le nostre vite sono vissute momento per momento. Anche i nostri ricordi sono fugaci. Ricordiamo frammenti di conversazione, una scena del passato, un gesto familiare, il sapore di un cibo preferito. Noi, cui la memoria e la mente possono essere ancora forti, siamo in grado di sostenere lunghe conversazioni, sedersi di fronte a un film di due ore, o leggere un intero libro.
Cosa ricordiamo di questi eventi noi con la nostra memoria intatta? Se siamo fortunati, ricordiamo il filo di una conversazione, alcune scene dal film, e il tema del libro. Tutti noi, quelli con l'Alzheimer e quelli senza, viviamo la nostra vita momento per momento.
Quando tentiamo di connetterci a quelli con l'Alzheimer, stiamo facendo qualcosa che non è molto diverso dal nostro modo di vivere la nostra vita ogni giorno. Dobbiamo solo essere più consapevoli della immediatezza e della natura momentanea della vita, quando ci rivolgiamo alle persone che convivono con l'Alzheimer. Vivere il momento non è un brutto approccio alla vita. Questo momento è, dopo tutto, l'unico tempo che abbiamo. Con i nostri sistemi di memoria intatta e le nostre capacità cognitive altamente funzionanti, tendiamo a correre da un evento all'altro.
Le persone che vivono con l'Alzheimer ci insegnano l'importanza di rallentare, ci insegnano la lezione essenziale che c'è solo questo momento. Abbiamo portato a casa questa lezione in un pomeriggio caldo d'estate mentre eravamo seduti sotto l'ombrellone davanti a un ristorante a guardare il mondo che ci passava davanti.
Vicino al nostro tavolo c'era una giovane famiglia, mamma, papà e due ragazzi. Mentre i ragazzi si godevano i loro coni di gelato artigianale, non abbiamo potuto fare a meno di notare che entrambi i genitori erano completamente immersi nel loro dispositivi portatili. Entrambi i genitori erano avulsi dai loro figli, e distanti tra di loro, lo sguardo fisso ai piccoli schermi nelle loro mani. Questo momento: il bel cielo d'estate, la gente colorata che passeggiava, gli ombrelloni gialli e verdi del ristorante, le fioriere in piena fioritura sulla transenna del marciapiede, il gelato, le faccie estasiate dei ragazzini, sono stati tutti perduti dalle due persone che fissavano le loro mani.
Viviamo in un'epoca meravigliosa di grandi salti tecnologici, quasi un periodo di rinascita di cambiamento e di crescita. Ma se perdiamo i momenti di impegno, di relazione in favore della tecnologia, cominceremo a perdere pezzi della nostra vita. Questi momenti sono di solito solo cose ordinarie, una cena di famiglia, una corsa in riva al lago, un bambino in braccio. Ma questi sono i momenti che contano, sono questi i momenti che compongono la nostra vita.
Quando eravamo genitori di bambini piccoli, era difficile trovare il tempo (anche cinque minuti) solo a parlare ai nostri figli, uno a uno, e davvero, davvero ascoltare. Ma quei cinque minuti, questi colloqui tranquilli, quei piccoli momenti sono il modo in cui costruire e far crescere le relazioni, le memorie, le nostre vite. Le persone che vivono con l'Alzheimer ci insegnano a fare attenzione, a guardate i volti delle persone che ami, ad ascoltare la musica della vostra vita, a sentire il vento sul viso, il gusto del gelato. Questi momenti sono i gioielli della nostra vita, infilati sulla collana di tempo.
Tom e Karen Brenner sono ricercatori, consulenti, formatori e scrittori dedicati a lavorare per i cambiamenti culturali nel settore dell'invecchiamento. Tom è un gerontologo e si è specializzato nella creazione e nella ricerca di specifici programmi di formazione sulla demenza. Karen è una educatrice Montessori e si è specializzata nel lavoro con i bambini sordi o con problemi comunicativi. They have been published in magazines and journals both in the US and internationally. Hanno pubblicato su riviste e giornali sia negli Stati Uniti che a livello internazionale. Ulteriori informazioni su Tom e Karen a Brenner Pathways.
Fonte: Alzheimer's Reading Room, 11 gennaio 2011