Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Una nuova sfida per i caregiver: Internet

Cosa dovrebbe fare il caregiver quando il paziente di cui si occupa accede ai siti sociali dalla banca, facendo così capire dove si trova? E cosa fare se posta troppo spesso o non ricorda di avere acquistato in rete?


Nell'era della vita online, i caregiver mancano del supporto, delle risorse e delle linee guida per aiutare le persone vulnerabili che fanno affidamento su di loro, secondo uno studio iniziale che è presentato oggi alla conferenza Human Computer Interaction della Association for Computing Machinery (ACM-CHI) a San Jose in California.


Lo studio è uno dei primi ad esaminare il ruolo dei caregiver nella vita online degli adulti con disturbi cognitivi da Alzheimer e da altre condizioni. In un mondo dove molte attività quotidiane si sono trasferite online, i caregiver devono affrontare una nuova sfida: trovare un equilibrio tra l'autonomia e la protezione degli assistiti.


"Vogliamo che le persone rimangano indipendenti e impegnate online, ma gli attuali sistemi online rendono difficile aiutare le persone in un modo che dia loro la capacità, ma senza ridurre il loro accesso", ha detto la ricercatrice Anne Marie Piper, professore assistente nel Dipartimento di Scienze della Comunicazione della Northwestern University. "I siti di e-mail e social media non sono progettati perchè ci sia un caregiver accanto a una persona con disturbi cognitivi e che la aiuti a rimanere attiva online".


I ricercatori hanno usato dei focus group composti da 20 persone che si occupavano in modo informale dei propri cari con Alzheimer, demenza e altre condizioni del cervello. Essi hanno dettagliato 4 modi principali con cui i caregiver attualmente aiutano le persone con disturbi cognitivi ad usare Internet (guidando, stimolando, collegando e proteggendo) con le linee guida su come migliorare quelle dinamiche.


I caregiver possono aprire account famigliari per supportare l'uso del computer di casa tra i membri della famiglia. Essi dovrebbero anche imparare a riconoscere quando la vulnerabilità può essere transitoria, come ad esempio un graduale recupero dopo un ictus o una progressione della demenza dall'inizio alla fase avanzata.


Infine, i ricercatori hanno raccomandato l'attuazione di un sistema che consenta ai caregiver di rilevare le situazioni rischiose online. Ad esempio, se sono stati rivelati i dati di una carta di credito o una password, il caregiver primario deve effettuare una transazione per rivedere [l'operazione]. Queste idee, tuttavia, sollevano nuove questioni etiche su chi ha il controllo della vita online di una persona, secondo la Piper.


"Il caregiving tecnologico è una nuova forma di lavoro", ha detto la Piper. "Sentiamo parlare di stress fisico, finanziario e sociale dell'accudimento, ma nessuno parla mai dell'onere che sopportano i caregivers tenendo le persone attive online, che ci sembra una parte fondamentale della partecipazione alla società".


Secondo lo studio, i caregiver supportano l'attività online nei seguenti modi:

  • Guidando: I caregiver possono aiutare qualcuno a digitare le parole in un motore di ricerca o ad usare un mouse. Anche i destinatari dell'assistenza che erano prima avanzati tecnologicamente possono avere bisogno di re-imparare a usare una tecnologia specifica. "La cosa difficile è che il deterioramento cognitivo è dinamico, e le esigenze di un individuo possono cambiare giorno per giorno o anche momento per momento", ha detto la Piper.
  • Stimolando: I social media possono essere una forma di intrattenimento o di stimolazione. I caregiver fanno "giochi del cervello", leggono siti di notizie o vedono foto online dei membri della famiglia. "Questa interazione può aiutare ad alleviare alcuni degli oneri del caregiving e fornire una fonte reciproca di godimento", ha detto lo studio. Significa anche che i caregiver devono passare tempo alla ricerca di contenuti, ad individuare le foto o i video significativi ed elaborarli in una conversazione.
  • Collegando: Facebook è un sito particolarmente importante per il sostegno sociale, dicono i caregiver. Nello studio, hanno accennato alla pubblicazione settimanale di aggiornamenti su Facebook, Instagram, Blogger.com e Caregiver.com. I modi in cui i caregiver pubblicano informazioni online "introduce tensioni intorno alla surrogazione, alla privacy e alla condivisione delle informazioni per le popolazioni vulnerabili", hanno scritto i ricercatori.
  • Proteggendo: I caregiver usano filtri anti-spam e fissano parametri restrittivi di privacy per contribuire ad evitare il phishing (*) e per bloccare i siti web dannosi, le richieste di amicizia o le informazioni di disturbo potenziale. Essi osservano con occhio vigile le minacce finanziarie online. "La sfida è decidere quando e in quali circostanze un destinatario di cura non dovrebbe avere accesso alle informazioni della carta di credito necessarie per gli acquisti on-line", hanno scritto i ricercatori. "A volte il caregiver si rende conto di dover proteggere online la persona assistita solo dopo un evento avverso come il furto di identità o gli eccessi di spesa".


I co-autori dello studio sono Raymundo Cornejo, Lisa Hurwitz e Caitlin Unumb, tutti della Northwestern.

 

 

 

(*) Phishing = Acquisire con l'inganno dati di accesso alle disponibilità finanziarie dell'utente, di solito mascherando la richiesta con messaggi che imitano nella grafica quelli di istituzioni finanziarie conosciute (banche, poste, autorità, istituzioni, ecc.).

 


Fonte: Julie Deardorff in Northwestern University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Anne Marie Piper, Raymundo Cornejo, Lisa Hurwitz, Caitlin Unumb. Technological Caregiving: Supporting Online Activity for Adults with Cognitive Impairments. Proceedings of the 2016 CHI Conference on Human Factors in Computing Systems Pages 5311-5323. doi>10.1145/2858036.2858260

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)