Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


E' tempo di pensare a una assistenza? Alcuni indizi che aiutano a decidere.

Può essere difficile decidere quando qualcuno con Alzheimer non deve più vivere da solo. Con sufficienti supporti alla vita quotidiana e aiuti alla memoria, alcune persone con la malattia vivono autonomamente per anni.

La malattia di solito inizia dolcemente, e progredisce a velocità molto diverse. Alla fine, però, si possono avere dei dubbi su quanto bene stanno andando le cose.

E' una reazione eccessiva a problemi normali? O si stanno accampando scuse per poter rinviare scelte difficili? Può essere difficile capirlo. A confondere il problema c'è il fatto che le persone con demenza sono spesso in grado di nascondere la gravità dei loro problemi, soprattutto se non li vediamo ogni giorno. Ecco alcune domande per aiutarvi a decidere se la persona ha bisogno di maggiore assistenza. Ogni risposta affermativa è una bandierina rossa che suggerisce uno sguardo più approfondito.

 

Cambiamenti nella comunicazione

  • Ha rallentato o bloccato l'invio di lettere e cartoline di compleanno ai nipotini?
  • Telefona sempre più raramente (sei sempre tu a chiamarla)?
  • Sembra avere gran fretta a finire la telefonata, non fa più molte domande, o sembra non rispondere ai tuoi commenti?
  • Ricevi chiamate non urgenti a ore strane, o senti lamentele da parte di amici che stanno ricevendo chiamate del genere?

Con il progredire della demenza, può avere difficoltà a seguire i passi necessari per scrivere, metter l'indirizzo ed il bollo, e spedire una lettera. Le conversazioni telefoniche diventano difficili da seguire. Può essere preoccupante quando ci si può aggiornare solo con una visita di persona. E qualcuno che non sa scrivere e impostare lettere può avere anche problemi a cucinare o guidare. Le chiamate strane di sera o di notte possono essere caratteristiche della sindrome del tramonto, il peggioramento della confusione e degli altri sintomi di Alzheimer che si verificano a volte alla fine della giornata.

 

Modifiche nella cura personale

  • Sta perdendo o aumentando peso inspiegabilmente?
  • Il suo solito stile (capelli, trucco, abbigliamento) sta diventano sensibilmente diverso?
  • Si veste in modo inadeguato per le varie occasioni?
  • Si veste in modo inadeguato per il tempo atmosferico?
  • Si sente odore di urina sui suoi vestiti?
  • Va a letto sempre più tardi, e poi si sveglia quasi a mezzogiorno?

Una perdita di peso inspiegabile può segnalare una malattia, come la depressione, o può significare che ha perso la capacità di acquistare e cucinare, o addirittura si dimentica di mangiare. Al contrario, può dimenticare di aver appena fatto un pasto, e mangia ancora e ancora. Evidenti segni di un cambiamento nel seguire le regole, sia che diventi solo più sciatta o più sgargiante o inappropriata, possono indicare che queste attività stanno diventando troppo [impegnative] per lei. Odori corporei sgradevoli ci possono dire che sta trascurando il bagno o i servizi igienici. Confondere le ore tra giorno e notte può essere il sintomo di sundowning [sindrome del tramonto] o di depressione, e tende a indurre un isolamento poco salutare.

 

Cambiamenti nella vita sociale

  • Quando vai a prenderla per un appuntamento, deve sempre finire di prepararsi?
  • Si dimentica che saresti andata a visitarla e sembra sorpresa di vederti?
  • Ti rimprovera per il ritardo, quando sei puntuale?
  • Non parla più di certi vecchi amici, o quando ne gliene parli, lei è sfuggente?
  • Ha abbandonato impegni sociali lungamente frequentati (balli, giochi a carte, comitati religiosi)?
  • Ha perso marcatamente interesse per i nipotini (non chiede più di loro, di passare del tempo con loro, o inviare loro biglietti o regali)?

Una vita sociale in calo e un maggiore isolamento non sono naturali nell'invecchiamento. A meno che non sia così vecchio che i suoi amici di lunga data si sono tutti trasferiti o morti, è più probabile che si ritiri a causa dell'imbarazzo per la demenza o per l'incapacità di tenere il passo, oppure i suoi amici lo lasciano a causa del loro disagio. Gli appuntamenti sociali possono anche diminuire perchè il suo concetto di tempo è perturbato. Una persona con Alzheimer o altre forme di demenza può dimenticare gli incontri, anticiparli al momento sbagliato, e anche perdere traccia delle conoscenze più recenti.

 

Cambiamenti nella gestione della casa

  • Avete mai notato, nel visitarlo, la temperatura della casa inadeguata (troppo calda o troppo fredda)?
  • Gli stipetti sono pieni di molte cose uguali, più di quanto possa ragionevolmente consumare?
  • Il frigorifero è pieno di cibo scaduto o rovinato, oppure quasi vuoto?
  • Si nota qualche pentola fusa o tegami con fondo bruciato?
  • Segni di cose o materiali caduti che non sono stati raccolti?
  • Ci sono mucchi di posta non aperta, o giornali evidentemente non letti?
  • Si sente odore di urina?

Nel visitarla, stare attenti ai segni che non tiene il passo con la cura della casa tutti i giorni. Comprare semplicemente gli stessi cibi più e più volte (una particolare marca di cereali, 20 varietà di aceto) è un problema di memoria che può essere innocuo, anche se costoso. Ma dimenticare di spegnere il gas, alzare il termostato, non pulire le cose cadute, o non buttare via cibo vecchio, rappresentano rischi per la sicurezza.

 

Altri segnali di allarme evidenti e inquietanti che indicano che qualcuno potrebbe non essere più in grado di vivere da solo, comprendono:

  • Taglio dell'energia elettrica o dell'acqua perché non sono state pagate le bollette
  • Lettere che ringraziano per un contributo da una organizzazione caritatevole della quale non risulta che fosse un sostenitore
  • Rapina (perché ha lasciato entrare qualcuno in casa ingenuamente o ha lasciato una porta aperta)
  • Vagabondare fuori di casa o perdersi

 

 


Scritto da Paula Spencer,Pubblicato su Caring.com Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.