Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come interagire con un parente che ha la demenza

Negli ultimi anni è aumentata costantemente la consapevolezza che circonda la demenza. Il numero delle persone affette sta aumentando, come pure quello della spesa per la ricerca.


Studi recenti hanno dimostrato l'importanza dell'assistenza, non solo per l'individuo nel suo viaggio, ma anche per i familiari e gli amici. Dalla terapia animale alla compagnia, dalla tecnologia innovativa alla musica, la cura di coloro che vivono con demenza non solo rallenta il declino cognitivo, ma stimola l'impegno e mette insieme le persone.


Sentire che la persona cara ha avuto la diagnosi di demenza può essere un'esperienza scoraggiante. Quando avevo 12 anni, a mio padre fu diagnosticata una demenza ad esordio precoce. Ho passato molti anni della mia giovinezza a prendermi cura di lui, il che è stato davvero difficile. Ma nei momenti difficili ciò che mi ha reso positivo è stato poter interagire con lui e sapere che era sempre lo stesso uomo, molto adorato.


La demenza può essere estremamente isolante, ma è importante essere consapevoli del fatto che sono disponibili molti consigli e supporto veramente utili, sia nella comunità locale che online. Saperne di più sulla demenza, il viaggio che sta facendo ora la persona cara, e cosa aspettarsi, può aiutarti a capire i cambiamenti che si stanno verificando e come rispondere. Associazioni locali, centri diurni, biblioteche e Caffè Alzheimer offrono un supporto fantastico, fornendo un luogo sicuro e accogliente per te e la persona amata per trascorrere insieme del tempo di qualità.


Partecipare alle sessioni di formazione, o semplicemente fare un po' di ricerca online, ti aiuterà a fare la prima mossa quando interagisci con la persona amata. Nella mia esperienza, ero io che dovevo fare la prima mossa quando interagivo con papà, ma mi ha davvero aiutato sapere che cosa stava vivendo, così sono riuscito ad adeguare il mio livello di interazione con lui. Può essere intimidatorio, persino spaventoso, capire come fare la prima mossa al meglio, ma è importante mettersi un viso coraggioso ed essere positivi.


E' di aiuto essere creativi e anche spontanei. Hester Le Riche, nella sua ricerca per il dottorato di ricerca durata sei anni, ha rivelato l'importanza dei giochi per coloro che vivono con demenza. Hester ha dimostrato che tutti possono e devono provare "momenti di felicità" indipendentemente dall'età o dalla situazione. La ricerca ha dimostrato che i giochi stimolano coloro che vivono con demenza, il che significa che gli utenti sono più coinvolti e i livelli di interattività migliorano.


Anche la spontaneità è importante perché ogni giorno sarà diverso. Mentre la persona cara avanza nel viaggio della demenza, assisterai a cambiamenti nella sua personalità e nelle sue abilità cognitive e fisiche.


Ho trovato utile seguire il flusso. Se papà si sentiva stanco o confuso in determinati giorni, pensavo a attività che funzionavano bene prima e poi tentavo di replicarle. Le attività che puoi fare insieme vanno dal guardare il film preferito della persona cara, a una semplice tazza di tè, a poche chiacchiere e ai giochi interattivi.


Mio padre amava guardare il rugby, quindi questa era un'attività che abbiamo continuato a fare insieme. Ha portato gioia a entrambi, ed è ciò che conta davvero. Essere in grado di trascorrere un paio d'ore con lui, dove si divertiva molto, significava molto per me e mi ha fornito la fantastica opportunità di stare insieme e creare ricordi che rimarranno con me per sempre.


Papà è cresciuto come cattolico irlandese, quindi lo abbiamo sempre incoraggiato ad andare in chiesa. Gli ricordava i suoi giorni più giovani, stimolando la reminiscenza che aiuta a migliorare il benessere dell'individuo che vive con la demenza.


Può essere incredibilmente difficile sapere che la persona cara vive con la demenza, testimoniare i cambiamenti della sua personalità e trovare i modi per mantenere la relazione. Tuttavia, la cosa più importante per me era concentrarmi su ciò che il papà poteva realizzare, non su quello che non poteva.


Quando si tratta di demenza, le persone spesso cercano di correggere, ma la ricerca sta dimostrando che dovremmo dedicare più tempo a prenderci cura e creare più 'momenti di felicità' per tutti, in qualsiasi circostanza.

 

 

 


Fonte: John Ramsay in Spectator (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

I tuoi ricordi sono governati da timer nascosti nel tuo cervello

10.12.2025 | Ricerche

Uno dei compiti più essenziali del cervello è decidere quali esperienze immagazzinare co...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)