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Non lasciare che la demenza distrugga i tuoi risparmi

Phyllis Fehr si è resa conto di avere un problema durante un viaggio in Florida sei anni fa. Sfogliando una pila di vestiti per bambini mentre faceva la spesa per il suo nuovo nipote, l'allora 53enne canadese ha avuto difficoltà con i prezzi.


"Stavo facendo shopping e non riuscivo a capire la conversione", ha detto la signora Fehr, che ha speso molto più di quanto avrebbe voluto. "Il numero di borse con cui sono tornato a casa era incredibile: 20 paia di pantaloni elastici di tutti i colori".


Per la signora Fehr, che vive ad Hamilton (Ontario), l'assenza di un buon giudizio finanziario ha segnalato la demenza ad esordio precoce, la cui diagnosi formale ha avuto poco dopo. Aveva lottato con la perdita di memoria e l'incapacità di multitasking [=fare più cose allo stesso tempo] e a prendere decisioni poco prima dei 50 anni, e i sintomi sono peggiorati col tempo.


Ma piuttosto che aspettare che la malattia faccia il suo corso, la signora Fehr si è data da fare, stabilendo delle salvaguardie finanziarie nelle settimane precedenti, e anche dopo aver ricevuto la diagnosi ufficiale. Ha iniziato mettendo limiti ai pagamenti della sua banca e alle carte di credito. "Posso prendere solo 32€ al giorno sulla mia carta bancomat", dice. "Sulla carta di credito posso prelevare 162€ al giorno o 650€ al mese".


Problemi cognitivi come la demenza, il morbo di Alzheimer o problemi di salute mentale come la depressione, il disturbo bipolare o la schizofrenia possono portare a una minore capacità finanziaria. Questo può rappresentare una grande sfida per gli individui e le loro famiglie.


Molte persone con una malattia mentale non riescono a riconoscere il loro livello di compromissione e, a causa delle regole sulla privacy, possono finire per prendere decisioni finanziarie sbagliate o possono cadere preda di consulenti senza scrupoli. Hanno bisogno di protezione.


"Se qualcuno sta entrando in una crisi di salute mentale, potrebbe non vedere il quadro complessivo", afferma Adam Wiseman, manager del programma Assertive Community Treatment della Canadian Mental Health Association di Toronto. "Possono fare molto danno al loro benessere finanziario".


Peggio ancora, i consulenti finanziari non sono sicuri di come aiutare i loro clienti, anche se lo desiderano. In una recente ricerca condotta con i consulenti di Bridgehouse Asset Managers da parte di Navigator Ltd., il 72% ha riferito di dover trattare con clienti affetti da ansia, il 64% con una minore capacità finanziaria, il 54% con la depressione e il 34% con abuso di sostanze. Il sondaggio ha anche rilevato che la maggior parte dei consulenti vuole una guida su come supportare i pazienti interessati, e l'88% cerca un "kit di transizione" per affrontare l'Alzheimer e la demenza e anche una formazione continua relativa alla salute mentale.


"Un canadese su cinque sperimenterà una malattia mentale un anno o l'altro", afferma Carol Lynde, responsabile operativa della Bridgehouse di Toronto. "Sentiamo molti aneddoti sui clienti con una capacità finanziaria ridotta".


La scienza conferma le scoperte della Lynde, evidenziando come le malattie mentali possono influenzare profondamente il processo decisionale finanziario. Uno studio apparso del 2016 nel Journal of American Psychological Association ha esaminato molti studi sul morbo di Alzheimer e ha scoperto che l'incapacità di prendere decisioni finanziarie è un cambiamento precoce che può accompagnare il declino cognitivo. E uno studio degli Stati Uniti del 2011 ha scoperto che gli individui depressi prendono decisioni meno produttive e impiegano meno strategie di decisione adattiva.

 

Cosa possono fare le famiglie

John Horwood, direttore gestione patrimoniale alla Richardson GMP di Toronto, vede molti clienti alle prese con problemi di salute mentale. Dice che le famiglie devono prendere provvedimenti per proteggere i loro cari - e loro stessi - da mancati pagamenti con carta di credito, cattive decisioni di investimento e spese eccessive che portano a debiti. "Se c'è una grave malattia mentale, devi costruire un ecosistema attorno a quel familiare", dice.


Questo può iniziare con la nomina di un procuratore, afferma Mr. Horwood. Quindi si deve "limitare l'accesso a quei fondi", aggiungendo un familiare a un conto che prevede assegni (doppia approvazione per i prelievi), o fissando dei limiti sul bancomat o sulle carte di credito, dice. Suggerisce anche di guardare chi gestisce tutti i beni: "Chi prende decisioni sulla proprietà della casa di famiglia?".


Anche con queste garanzie, la privacy dell'individuo può spesso superare i desideri e le disposizioni della famiglia. Donna Rusk (uno pseudonimo), residente di Toronto, ha visto come sua madre di 86 anni ha maltrattato le finanze mentre la sua diagnosi si è spostata dal disturbo bipolare al disturbo schizoaffettivo, caratterizzato da allucinazioni o delusioni, oltre a mania e depressione.


Sua madre ha recentemente assunto un avvocato per citare in giudizio la figlia, che ha la procura, accusandola falsamente di aver rubato migliaia di dollari dal suo conto in banca, ma l'avvocato non ha preso il caso dopo che un'indagine ha rilevato che non mancavano soldi. "Devo firmare l'assegno [dell'avvocato]", dice la Rusk ironicamente.


La Rusk dice che in casi come il suo, una procura "non ha alcun potere. Lei vuole indietro il suo potere", dice di sua madre, che sta attualmente pianificando di citare in giudizio l'assistente del magistrato che le ha fatto notare l'esistenza di una procura.


La Rusk deve anche assistere impotente alla madre che inizia fasi maniacali di investimenti. "Il suo pianificatore finanziario riceve chiamate nel mezzo della notte", dice. " 'Compra, compra, vendi, vendi' ". Quando è sotto farmaci e non ha sintomi, "lei parla con tale autorità che, se non la conosci, pensi che stia bene", dice.


La Rusk ha parlato al pianificatore finanziario delle condizioni della madre. Ma si preoccupa che sua madre possa semplicemente trovare qualcun altro con cui investire. "Coloro che hanno l'opportunità di fare soldi, ne trarranno vantaggio", dice.


La Fehr concorda sul fatto che è una preoccupazione importante. Suggerisce alle persone di agire non appena hanno una diagnosi - e che le famiglie facciano lo stesso - prima di diventare seriamente inabili. Allo stesso tempo, afferma che le persone "devono osservare da vicino i diritti umani delle persone con demenza". "Si tratta di fare le cose in sicurezza", dice.


La Fehr ha preso provvedimenti per assicurarsi che le sue finanze future siano protette. Ha dato al marito la procura, che passerà a sua figlia se dovesse morire. Suo nipote, un pianificatore finanziario, è stato messo a capo dei suoi investimenti. E ognuno dei suoi figli adulti è stato informato. "Hanno tutti il ​​loro piccolo pacchetto - nel caso", dice. "In esso c'è la procura, dove trovare le mia volontà, una carta con il nome del mio avvocato e i miei desideri. Se vado in una casa di cura, questo è quello che devono sapere su di me".

 

 

 


Fonte: Anna Sharratt in The Globe and Mail (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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