Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Alzheimer: non rinunciare ai farmaci antiplacca, non ancora

Il morbo di Alzheimer (MA) è associato ad un accumulo di placche nel cervello chiamate amiloide-beta. Si pensa che queste placche determinino una perdita di neuroni, che quindi causa i classici sintomi della malattia, compresa la perdita di memoria. La maggior parte dei farmaci del MA sono stati sviluppati per impedire la formazione di queste placche o per aiutare a rimuoverle.


Fino a poco tempo fa, i tentativi di sviluppare farmaci anti-amiloide per trattare il MA erano stati accolti con cauto ottimismo. Gli esperimenti su modelli animali del morbo hanno avuto successo, mostrando riduzioni della placca. Ma quando gli stessi farmaci sono stati testati sugli esseri umani, i risultati sono stati deludenti. I sintomi della demenza non scomparivano e la memoria non migliorava.


Questa mancanza di risultati positivi è stata scoraggiante, non solo per le persone con la condizione e quelle a loro vicine, ma anche per i ricercatori, molti dei quali hanno messo in dubbio l'opinione diffusa che l'accumulo di placche è la causa della malattia.


Come risultato di questi esperimenti falliti, alcune aziende farmaceutiche hanno deciso di interrompere la ricerca in questo settore. Ma questa potrebbe essere una mossa avventata.


È possibile, infatti, che mentre i farmaci anti-amiloide tolgono le placche tossiche, causino anche effetti collaterali che annullano i benefici della rimozione della placca. Uno di questi effetti collaterali è che le cellule cerebrali si infiammano eccessivamente, un fenomeno definito iperattività neuronale.

 

Una combinazione vincente di farmaci?

Sappiamo che i farmaci anti-amiloide possono indurre il cervello a diventare iperattivo. In altre parole, mentre fanno il loro lavoro per sbarazzarsi delle placche, possono anche spingere i neuroni a lavorare più di quanto normalmente farebbero. I neuroni iperattivi possono quindi impedire ai nuovi ricordi di formarsi o ai vecchi di essere richiamati.


Quindi, mentre i farmaci anti-amiloide eliminano ciò che pensiamo sia la causa del MA, i loro effetti collaterali portano sintomi simili a quelli della demenza. Gli effetti dell'iperattività possono essere particolarmente negativi in ​​quelle aree del cervello che stanno già facendo gli straordinari a causa degli effetti del MA, comprese quelle che contribuiscono al rilascio di adrenalina nel corpo. Ma a questo punto, questa è solo un'ipotesi basata sulla ricerca su animali, e sono necessari studi negli umani per confermarla.


La buona notizia è che l'iperattività neuronale può essere prevenuta e ridotta con l'aiuto di altri farmaci. La combinazione di farmaci anti-amiloide con farmaci anti-iperattività può rivelarsi alla fine una combinazione efficace per trattare questa malattia devastante. Tuttavia, c'è ancora molta strada da fare prima che una cura reale sia sul tavolo.


Nonostante una serie di studi clinici falliti per nuovi farmaci anti-demenza, continuano le affermazioni secondo cui una cura potrebbe essere vicina. E ci sono ragioni per rimanere ottimisti: il potenziale per combinare farmaci anti-amiloide con anti-iperattività è uno di questi.

 

 

 


Fonte: Davide Bruno, Liverpool John Moores University

Pubblicato su The Conversation (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)