Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Esercizio e digiuno possono disintossicare il cervello (e forse evitarci l'Alzheimer)

Le proteine ​​tossiche possono rovinare il tuo cervello! I medici sanno da tempo che l'accumulo di proteine ​​tossiche può portare al morbo di Alzheimer (MA), al Parkinson, alla SLA e ad altri devastanti disordini neurodegenerativi.


Fino a poco tempo fa, nessuno sapeva come fermare il processo, tanto meno eliminare quelle proteine ​​tossiche dal cervello. Certo, sapevamo che l'esercizio ha benefici legati al cervello. I medici raccomandano da tempo circa un'ora di esercizio almeno tre volte alla settimana per migliorare la funzione cerebrale per le persone con lievi disturbi cognitivi e persino per ritardare l'inizio, o rallentare il progresso, del MA.


Tuttavia, fino al recente rilascio dei risultati di uno studio condotto da ricercatori ad Harvard, nessuno aveva compreso esattamente il meccanismo di azione che sta dietro al potere dell'esercizio sul cervello. Certo, l'esercizio rilascia ormoni che migliorano l'umore e la chiarezza mentale. Ma come può ritardare o rallentare il progresso del MA?


Il 19 febbraio 2019, i ricercatori dell'istituto Blavatnik della Harvard Medical School hanno rilasciato gli entusiasmanti risultati che potrebbero spiegare questo. Lo studio ha esaminato gli effetti cellulari sia dell'esercizio vigoroso che del digiuno, entrambi considerati interventi metabolici e che hanno dimostrato, indipendentemente, di migliorare lo smaltimento cellulare interno delle cosiddette proteine ​​di rifiuto.


E perché è così interessante? Perché non dobbiamo aspettare lo sviluppo di un nuovo farmaco! Ci sono due cose che tutti possiamo fare adesso, semplicemente usando i processi naturali del nostro corpo e senza effetti collaterali. Malattie neurodegenerative come la malattia di Lou Gehrig (sclerosi laterale amiotrofica o SLA), il Parkinson e il MA sono tutte legate all'accumulo eccessivo di proteine ​​mal ripiegate (mutanti, tossiche o non necessarie) che interferiscono con le funzioni cellulari.


Lo studio di Harvard mostra che un esercizio vigoroso aumenta significativamente i livelli di cAMP, uno scatenante chimico che induce un processo cellulare con conseguente eliminazione di queste proteine ​​in eccesso o di rifiuto. Il ricercatore senior del team, Albert L. Golberg, ha dimostrato attraverso precedenti ricerche che i anche farmaci che stimolano il cAMP possono accelerare la rimozione di queste proteine ​​difettose o tossiche, comprese quelle che possono portare a condizioni neurodegenerative.


Questo nuovo studio dimostra che attraverso un esercizio vigoroso o un digiuno di 12 ore, il corpo può indurre naturalmente lo stesso processo senza l'assunzione di alcun farmaco o integratore esogeno.

 

Implicazioni

Il digiuno e l'esercizio sono interventi metabolici ben noti. Entrambi possono far partire lo stato metabolico della chetosi che è attualmente oggetto di grande interesse nella comunità di ricerca sui trattamenti e la prevenzione di vari disturbi neurologici. Il disordine metabolico è un noto fattore di rischio per lo sviluppo del MA.


Il fatto che il digiuno e l'esercizio fisico vigoroso siano ora collegati al processo di pulizia cellulare (che potrebbe essere responsabile della rimozione delle proteine ​​in eccesso note per causare il MA e altre condizioni neurodegenerative) potrebbe significare che i ricercatori di Harvard sono incappati in un processo biologico che potrebbe spiegare perché i disordini metabolici sono un fattore di rischio così significativo per lo sviluppo di malattie neurodegenerative.


L'altro aspetto stimolante di queste recenti scoperte è la prospettiva che la dieta chetogenica, creata per imitare lo stato di digiuno senza dover evitare tutti i cibi, possa in definitiva essere uno strumento a lungo termine più utile nel processo di pulizia cellulare.


Le persone non possono digiunare per più di 30 giorni senza rischiare di morire di fame. Nel recente studio di Harvard, i benefici derivanti da un intenso esercizio fisico e da un digiuno di 12 ore per indurre il processo di pulizia cellulare osservato in risposta all'esercizio fisico e al digiuno, seppure eccitanti, erano a termine relativamente breve.


La presenza del cAMP, che accelera la rimozione delle proteine ​​di rifiuto, non era più così elevata solo poche ore dopo l'esercizio e il digiuno. Per una 'pulizia primaverile' cellulare più robusta, per il trattamento o la prevenzione delle malattie, può valere la pena di prendere in considerazione la dieta chetogenica, che consente uno stato 'digiunante' di chetosi più sostenibile senza fame.


Sarà interessante vedere come si svilupperanno nella ricerca futura queste recenti scoperte, che dimostrano quanto possa essere efficiente il nostro corpo nel liberarsi delle tossine che sono causa nota di malattie neurodegenerative, attraverso il semplice espediente del digiuno o dell'esercizio vigoroso.


Questo studio solleva domande circa l'uso del digiuno, e forse il digiuno intermittente regolare, come mezzo per eliminare regolarmente queste tossine per proteggere il cervello. Ulteriori ricerche potrebbero essere condotte anche nei dettagli dell'esercizio. Il protocollo di studio si concentrava sulla bicicletta, ma probabilmente altre forme di esercizio avrebbero prodotto benefici simili.


Allora, che tipo di esercizio fisico e quanto spesso dovrebbe essere prescritto per avere i massimi benefici terapeutici? E, per coloro che potrebbero aver bisogno di una prolungata 'pulizia primaverile', la dieta chetogenica induce lo stesso processo aumentando i livelli di cAMP a livello cellulare nello stesso modo in cui fa il digiuno fa per invertire o rallentare il progresso del MA?


Si spera che ulteriore lavoro riesca a esplorare questi ulteriori percorsi per sviluppare un protocollo di trattamento mirato a lungo termine, senza bisogno di medicine o integratori per trattare e forse anche prevenire queste paralizzanti patologie cerebrali.

 

 

 


Fonte: Chris Palmer MD, direttore del Dipartimento di Specializzazione post-universitaria e continua all'ospedale McLean e assistente professore di psichiatria alla Harvard Medical School.

Pubblicato su Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)