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Depressione o demenza?

Questa conversazione avviene innumerevoli volte ogni giorno in questo paese [USA]: "La nonna ha qualcosa che non va bene. Penso che abbia l'Alzheimer".

Può sembrare smemorata o incapace di svolgere la sua solita routine. Si può lamentare di non avere energie e mancanza di volontà o perdita di interesse nello svolgimento delle normali attività. In effetti, può sembrare che le manchi la voglia di vivere ed essere incapace di godersi la vita.

Ma le famiglie devono usare cautela. La nonna o il nonno, potrebbero non avere assolutamente la demenza, ma una depressione mascherata da demenza, chiamata pseudo-demenza. Si tratta di una diagnosi estremamente importante da fare.

La demenza, indipendentemente dalla maggior parte delle cause, non è curabile. I farmaci che hanno dimostrato di essere utili per la demenza, non prevengono o invertono la perdita delle facoltà. Nella migliore delle ipotesi, la maggior parte di questi trattamenti rallentano solo la progressione. Infatti, le famiglie che decidono di abbandonare l'uso di questi farmaci, quando non vedono i loro anziani recuperare la perdita di memoria, successivamente si rendono conto che fermare i risultati terapeutici si risolve in una più rapida progressione della demenza.

Ma cos'è la pseudo-demenza? In realtà è depressione. Se trattati con successo, i pazienti anziani infatti recuperano le loro facoltà, a condizione che nessun elemento di demenza vera e propria sia presente. Il trattamento comprende farmaci antidepressivi come Prozac e Zoloft, consulenza o entrambi. La valutazione medica è fondamentale. Condizioni curabili come infezioni urinarie o altre, ipotiroidismo e altre malattie mediche devono essere identificate e curate. Anche un cattivo stato nutrizionale, non raro in persone anziane che possono lesinare sui pasti a causa del reddito limitato, contribuisce al senso generale di declino mentale.

Ci possono essere indizi per la diagnosi di pseudo-demenza. In questi casi, i pazienti possono essere molto consapevoli del loro declino in termini di prestazioni mentali e possono mettere in discussione la loro situazione. Questo potrebbe contrastare con i casi di demenza, in cui chi ne soffre, in realtà, è sulla difensiva e nega il problema. Molte volte le persone affette da demenza diventano molto abili a nascondere problemi come la perdita di memoria a breve termine. Essi sottolineano la loro controllo dei ricordi lontani, ma in caso di contestazione sugli eventi attuali o domande come il mese o il nome del presidente, rivelano una debole memoria a breve termine.

Infine, la prova di questa diagnosi può essere il successo del trattamento. E' una bella sensazione davvero vedere la salute mentale ed emozionale restaurata negli anziani di famiglia, mantenendo un minimo di farmaci antidepressivi e altri trattamenti. Tali recuperi notevoli non sono purtroppo il caso con Alzheimer o altre forme di demenza irreversibile.

In sintesi, i cambiamenti dello stato mentale o emotivo, come la perdita di memoria o i cambiamenti graduali, ma evidenti nella capacità di svolgere attività quotidiane, la perdita di interesse nelle attività e le espressioni sottili o manifeste di tristezza o malessere devono essere esaminate dal personale medico. Una volta accertata la mancanza di malattia più grave, possono essere diagnosticate e trattate le possibili pseudo-demenza o depressione.

 

 


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Scritto da Dan Gold in GreatFallsTribune il 23 giugno 2011 - Traduzione di Traduzione di Franco Pellizzari.

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Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

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