Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Blocco e demenza: per alcuni, il Covid-19 ha creato un mondo isolato e confuso, ma più calmo

covid

Molte delle persone che vivono con demenza sono state colpite gravemente dal Covid-19. Molti sono in casa di cura, e sono stati sicuramente colpiti più duramente dalla pandemia, subendo il pesante pedaggio della morte durante la prima ondata.


La pandemia ha anche causato danni globali significativi alla vita quotidiana, alla salute mentale e al benessere. Si stima che due terzi delle persone con demenza che vivono in comunità (a casa loro) possono essere particolarmente vulnerabili agli effetti di questa pandemia e che abbiano di fronte sfide distinte nell'uscire dal blocco.


Ho condotto ricerche con la prof.ssa Pam Briggs della Northumbria University per esaminare come il Covid-19 ha colpito questi individui. Nel periodo giugno/luglio 2020, quando le restrizioni di blocco si sono allentate nel Regno Unito, abbiamo intervistato persone con demenza di stadio iniziale/medio sulle loro esperienze con la pandemia. Ecco cosa abbiamo scoperto.

 

Gli effetti negativi di blocco

Le persone con demenza ritenevano che i loro sintomi si siano deteriorati durante il blocco, riferendo cambiamenti nel linguaggio, nella memoria, nella concentrazione e nell'equilibrio. Questo rispecchia i risultati di un sondaggio condotto dall'Alzheimer’s Society su persone con demenza e i loro caregiver, in cui l'82% dei partecipanti ha riferito un aumento dei sintomi tra quelli con demenza.


Le persone che abbiamo intervistato attribuivano tali cambiamenti a mancanza di stimolazione cognitiva e perdita di routine. Non erano più in grado di prendere parte alle attività che trovavano stimolanti o significative, come curare l'orto, frequentare gruppi di supporto o gruppi di cammino. Al contrario, si limitavano ai compiti più banali, che questo sembrava influenzare in peggio la loro demenza e autostima.


Le persone con demenza avevano anche un accesso limitato alle loro solite reti di supporto, come amici, familiari e altri con demenza. Di conseguenza, i partecipanti hanno riferito di sentirsi soli o socialmente isolati e di avere alcuni sintomi di depressione.


Abbiamo scoperto che questi fattori hanno quindi influenzato la fiducia dei partecipanti a partecipare a una società post-blocco. Ad esempio, una persona ha detto:

Riacquistare la fiducia sarà una sfida. Sono stato messo in una situazione di isolamento e non ho avuto davvero nulla a che fare con nessun altro per gli ultimi mesi. Quindi penso che effettivamente tornare alla normalità sembra un passo grande come entrare nel blocco.


In uno studio del 2010, i ricercatori avevano scoperto che la familiarità con l'aria aperta era la chiave per consentire alle persone con demenza di trascorrere del tempo all'esterno. Però per le persone con demenza, il mondo esterno è diventato sempre più sconosciuto. Possono trovare disorientamento in nuove sistemazioni del supermercato, fonte di confusione i segnali e i segni sul pavimento e inquietanti o difficili da capire le persone con le mascherine.


Le persone che abbiamo intervistato hanno espresso preoccupazioni sulla loro capacità di seguire le procedure di sicurezza ed erano spesso preoccupate di come gli altri avrebbero reagito se avessero fatto qualcosa di sbagliato. Un partecipante ha detto:

Le persone non stanno considerando i problemi che potrebbero avere le persone con demenza a ricordare le regole. Penso che questo impedisca a molte persone di uscire; è sicuramente vero per me.

 

Ma non tutto era negativo

Abbiamo trovato che c'erano anche conseguenze inaspettate e positive del blocco per alcune persone con demenza. Hanno riferito di sentirsi sicuri nella loro 'bolla di blocco', che ha fornito una pausa dal rumore e dall'affarismo della vita quotidiana.


Altri hanno detto che il blocco ha fornito loro uno spazio sicuro per apprendere nuove competenze o tornare agli hobby passati come l'arte o il mestiere, il giardinaggio o la fotografia. Il blocco ha fornito ad alcune persone opportunità di conseguire qualcosa senza temere il fallimento. Una persona ha detto:

Non dovevo uscire dalla mia strada. Non dovevo stressarmi per le cose. Non dovevo fallire, che è stata una parte massiccia della mia vita negli ultimi anni.


Chiaramente, dobbiamo lavorare per creare una società più inclusiva, in cui le persone con demenza si sentano in grado di perseguire il successo e impegnarsi in attività che trovano significative.


La nostra ricerca ha mostrato che c'era una tensione tra il mondo esterno fonte di ansia e l'ambiente domestico come spazio sicuro per le persone con demenza. Questa tensione ha indotto alcune persone a sentirsi ansiose e riluttanti a avventurarsi nel mondo esterno post-blocco.

 

Uscire con blocco questa volta

È essenziale che le persone con demenza siano supportate da caregiver, servizi, organizzazioni, governo e dalla società più ampia durante la transizione in uscita dal blocco (ndt: il secondo blocco totale non c'è stato in Italia). Sfortunatamente, abbiamo scoperto che le persone con demenza si sentivano 'dimenticate' e 'abbandonate' dalla società durante la pandemia e sentivano che mancava supporto nell'uscire dal primo blocco.


A livello personale, è importante ricordare che le persone con demenza possono affrontare difficoltà a ricordare le regole; potrebbero non essere in grado di indossare una mascherina o capire perché hanno bisogno di portarne una. In qualche posto, come al supermercato, possono trovare difficoltà a seguire la segnaletica. Ricordati di trattare queste persone con pazienza, gentilezza e compassione.


A livello più ampio, è fondamentale che non siano abbandonate le pratiche amichevoli con la demenza adottate da molti negozi prima della pandemia, come segnaletica chiara, corsie lente alla cassa e personale individuabile e formato per supportare i clienti con demenza. Le istruzioni dovrebbero essere comunicate chiaramente, concisamente e in vari formati accessibili. È importante sottolineare che si dovrebbero consultare le persone con demenza per sviluppare risposte che promuovono il loro benessere e l'inclusione sociale.

 

 

 

 


Fonte: Catherine Talbot, lecturer di psicologia alla Bournemouth University

Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.