Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovati segni precoci di demenza frontotemporale in organoidi cerebrali

Le demenze frontotemporali sono un gruppo di disturbi del cervello fatali e debilitanti per i quali non ci sono cure. In uno studio pubblicato il 26 luglio su Cell, ricercatori del Mount Sinai descrivono come sono stati in grado di ricreare gran parte del danno presente in una forma ampiamente studiata della malattia, allevando tipi speciali di organoidi cerebrali su piatti di Petri.


Questa forma della malattia è causata da una mutazione genetica della tau, una proteina che è un segno distintivo del morbo di Alzheimer e di altre demenze. Studiando questi organoidi, gli scienziati hanno scoperto che la proteina tau mutata può innescare la morte di una specifica classe di neuroni noti per essere vulnerabili nella demenza frontotemporale. Hanno anche dimostrato che potevano impedire la morte di questi neuroni trattando gli organoidi con un farmaco sperimentale, originariamente progettato per combattere la malattia di Crohn.


Alison M. Goate DPhil, direttrice del centro Alzheimer del Mount Sinai e coautrice senior dello studio, ha detto:

"La demenza frontotemporale è una malattia devastante per i pazienti e per i loro cari. Comprendere le cause della demenza può essere difficile, poiché la maggior parte dei danni al cervello si verifica ben prima che emergano i sintomi. È come cercare di svelare gli eventi che hanno creato una scena del crimine. In questo studio, siamo riusciti a modellare molti aspetti della patologia presenti nel cervello dei pazienti che portano la mutazione V337M nella tau.

"I nostri risultati hanno identificato diversi cambiamenti transcriptomici e proteomici molto primitivi che portano alla formazione della patologia tau e alla morte neuronale. Il nostro obiettivo è aiutare i ricercatori a sviluppare nuovi trattamenti contro le demenze frontotemporali e a prevenire la sofferenza sperimentata da pazienti e famiglie".


La demenza frontotemporale è una rara forma di demenza che di solito inizia tra i 40 e i 60 anni. Colpisce le aree anteriori e laterali (temporali) del cervello, portando a cambiamenti nel comportamento e a difficoltà a parlare e pensare.


Lo studio è stato guidato da Kathryn Bowles PhD, istruttrice del laboratorio della dott.ssa Goate al Mount Sinai. Lavorando con scienziati dell'Istituto Cellule Staminali Neurali (NSCI) di Rensselaer/New York, della Washington University di St. Louis/ Missouri, del Massachusetts General Hospital di Boston, e dell'Università del Sud California di Los Angeles, i ricercatori hanno creato migliaia di organoidi cerebrali da cellule staminali pluripotenti indotte (IPSCS).


Le cellule staminali pluripotenti indotte sono create riprogrammando geneticamente e chimicamente cellule della pelle o del sangue di una persona, trasformandole in cellule staminali neonate, che hanno il potenziale di diventare qualsiasi cellula del corpo. Da queste cellule staminali, il NSCI ha creato migliaia di piccoli organoidi cerebrali 3D, che imitano la crescita precoce e lo sviluppo della corteccia cerebrale per lo studio intensivo di gruppi scientifici in collaborazione.


Sally Temple PhD, direttrice scientifica del NSCI e coautrice senior dello studio, ha detto:

"Le cellule staminali pluripotenti indotte sono strumenti potenti. Consentono ai ricercatori di studiare la malattia propria di ogni paziente in una capsula di Petri. In questo studio abbiamo portato questa idea al livello successivo.

"Combinando la tecnologia IPSC-Organoid con l'analisi ad alta capacità dell'attività genetica della cellule singola, abbiamo esaminato meglio ciò che potrebbe succedere nel cervello di un paziente nelle prime fasi dello sviluppo della malattia, anche prima che emergano i sintomi".


In questo studio, i ricercatori hanno esaminato la crescita e lo sviluppo di organoidi derivati ​​dalle cellule staminali di tre pazienti, tutti portatori della mutazione V337M nella tau. Hanno quindi confrontato i risultati con quelli osservati in organoidi di controllo 'isogeni'. I controlli derivano dalle cellule staminali del paziente in cui è stata geneticamente corretta la mutazione che causa la malattia.


Dopo sei mesi di crescita, sono stati visti segni della neurodegenerazione negli organoidi. In particolare, gli organoidi derivati ​​dai pazienti avevano meno neuroni eccitatori rispetto a quelli derivati ​​dalle cellule di controllo, dimostrando che la mutazione tau era sufficiente a causare più morte cellulare in questa specifica classe di neuroni.


I neuroni eccitatori di solito si attivano in risposta alla sostanza neurochimica (neurotrasmettitore) glutammato e sono noti per morire a livelli anormalmente alti nella demenza frontotemporale. Gli organoidi derivati ​​dal paziente avevano anche livelli più elevati di versioni dannose della proteina tau e livelli elevati di infiammazione.


"La morte dei neuroni eccitatori, i depositi di proteina tau e l'infiammazione sono i classici tratti distintivi del tipo di danno visto in molte forme di demenza frontotemporale", ha affermato la dott.ssa Bowles. "Quello che volevamo sapere dopo era: quali sono i processi cellulari e molecolari che si verificano prima che appaiano queste caratteristiche distintive?"


I ricercatori hanno trovato indizi esaminando organoidi a due e quattro mesi. Ad esempio, gli organoidi mutanti di due mesi sembravano subire livelli elevati di stress cellulare, mentre quelli di quattro mesi hanno sviluppato problemi con l'autofagia, cioè il riciclaggio delle proteine. I risultati hanno anche suggerito che durante questi primi mesi i neuroni eccitatori sono maturati più velocemente negli organoidi mutanti rispetto ai controlli.


Altri esperimenti hanno suggerito che molti di questi cambiamenti potrebbero essere stati il ​​sottoprodotto di un'interazione complessa tra tau mutante, geni neuronali eccitatori ed ELAVL4, una proteina che controlla l'attività genica legandosi alle molecole dell'acido ribonucleico (RNA).


"I nostri risultati suggeriscono che la tau mutante V337M avvia un ciclo vizioso nel cervello che fa subire un grande stress ai neuroni eccitatori. Accelera la produzione di nuove proteine ​​necessarie per la maturazione, ma impedisce lo smaltimento delle proteine ​​che sono sostituite", ha detto la dott.ssa Bowles.


Ulteriori esperimenti hanno confermato questa idea. Ad esempio, i neuroni eccitatori negli organoidi mutanti erano meno propensi a sopravvivere in presenza di livelli tossici di glutammato rispetto a quelli negli organoidi di controllo. I ricercatori hanno quindi scoperto che ciò potrebbe essere prevenuto dall'apilimod, un farmaco sperimentale progettato per modificare il sistema di riciclaggio delle proteine ​​della cellula.


In altre parole, i ricercatori non hanno visto alcuna differenza nei livelli di morte cellulare indotta dal glutammato tra organoidi mutanti e quelli di controllo quando hanno trattato dei campioni con apilimod.


"Con l'aiuto di strumenti come gli organoidi cerebrali, possiamo modellare e imparare a capire le cause della demenza", ha detto la dott.ssa Goate. "C'è la speranza di riuscire un giorno a sviluppare trattamenti efficaci per la demenza frontotemporale e per altri disturbi neurodegenerativi strazianti".

 

 

 


Fonte: The Mount Sinai Hospital (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Kathryn Bowles, Catarina Silva, Kristen Whitney, Taylor Bertucci, Joshua Berlind, Jesse Lai, Jacob Garza, Nathan Boles, Sidhartha Mahali, Kevin Strang, Jacob Marsh, Cynthia Chen, Derian Pugh, Yiyuan Liu, Ronald Gordon, Susan Goderie, Rebecca Chowdhury, Steven Lotz, Keith Lane, John Crary, Stephen Haggarty, Celeste Karch, Justin Ichida, Alison Goate, Sally Temple. ELAVL4, splicing, and glutamatergic dysfunction precede neuron loss in MAPT mutation cerebral organoids. Cell, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.