Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperta apre la strada a diagnosi e trattamenti più precisi dell'Alzheimer

Un gruppo di ricerca guidato dalla Case Western Reserve University ha scoperto perché alcuni casi di Alzheimer provocano declino e morte molto rapidi.

Tau Prion Like Propagation in AlzheimerPropagazione tipo-prione della tau (Fonte: [url:https://doi.org/10.1007/978-981-32-9358-8_23]Simon Dujardin, Bradley T. Hyman[/url])

Un gruppo internazionale, guidato da ricercatori della Case Western Reserve University, ha fatto una scoperta significativa per comprendere il motivo per cui il morbo di Alzheimer (MA) progredisce così rapidamente nelle persone che muoiono entro tre anni.


I ricercatori hanno trovato un legame tra ceppi di proteina tau mal ripiegata e a rapida propagazione e il declino cognitivo accelerato, un risultato cruciale che chiarisce le variazioni nel MA e potrebbe contribuire a diagnosi più precise e a terapie più mirate. Tale lavoro potrebbe portare a cambiamenti nelle cure del MA, con la possibilità di dare ai pazienti e alle famiglie prognosi più accurate.


"Per la prima volta, abbiamo stabilito il legame tra il comportamento della proteina tau in provetta e la durata clinica della malattia nei pazienti", ha dichiarato Jiri Safar, professore nei Dipartimenti di Patologia, Neurologia e Neuroscienze della Case Western Reserve. "Ciò che la ricerca dice in generale è che il MA non è una malattia singola. C'è uno spettro, e diversi casi hanno una guida biologica distinta della progressione, e dovrebbero essere gestiti come malattie separate".


Lo studio è pubblicato dal 5 gennaio su Science Translational Medicine.


"Dobbiamo capire la malattia e poi ordinarla nei diversi sottoinsiemi o categorie"
, ha detto Safar, "e questo è proprio dove siamo ora con il MA".


I coautori di Safar comprendono i colleghi di università Alan Lerner, professore di neurologia, e Mark Cohen, professore di patologia e neurologia; David Westaway, professore nel Dipartimento di Medicina dell'Università di Alberta e direttore del suo Centro Malattie da Prioni e da Ripiegamento Proteico; e Rohan de Silva, professore di neuroscienze molecolari all'Istituto di neurologia della University College London.


Safar spera che la ricerca aiuti a dissipare la percezione pubblica che le persone con MA avranno un probabile declino lento, da 8 a 10 anni; il 10-30% ha la forma a progressione rapida della malattia.


"Stiamo parlando di un numero da 600 mila a 1,8 milioni di pazienti, solo negli Stati Uniti"
, ha detto. "Allora ora possiamo pensarci allo stesso modo in cui gestiamo clinicamente altre malignità come il cancro al seno o al polmone; tumori diversi hanno prognosi e strategie terapeutiche molto diverse".


Il passo successivo è tradurre gli strumenti usati dallo studio per la pratica clinica e identificare le persone ad alto rischio di progressione rapida della malattia e quindi personalizzare i trattamenti alla diagnosi.


La ricerca sul MA segue il lavoro rivoluzionario di Safar che coinvolge i prioni. Lui e i colleghi hanno scoperto che, quando i prioni diventano mal ripiegati, possono replicarsi e danneggiare il cervello. Hanno usato concetti e strumenti sviluppati nel lavoro sui prioni per indagare sui meccanismi delle proteine ​​mal ripiegate e li hanno applicati alla proteina tau e al MA.


La ricerca sui prioni ha contribuito a creare un nuovo paradigma per comprendere il MA, il Parkinson, la sclerosi laterale amiotrofica e altre condizioni neurodegenerative. Sapevano che fattori genetici e ambientali legati all'aumento del rischio di sviluppare il MA spiegano circa il 30% dei casi. Nella ricerca recente, hanno cercato di capire l'altro 70%.

 

Lo studio

Gli scienziati hanno esaminato campioni cerebrali di 40 persone che sono morte con MA, circa la metà avevano perso lentamente le funzioni cognitive per anni e gli altri hanno avuto un declino rapido e sono morti in meno di tre anni.


I ricercatori hanno scoperto che nei casi a progressione rapida, i nuclei delle particelle proteiche di tau erano modellati in modo diverso, il che significa che avevano una organizzazione strutturale diversa.


Inoltre, usando processi che avevano sviluppato in precedenza, hanno scoperto che queste specie di tau mal ripiegata, come prioni, possono replicarsi più rapidamente in provetta. Hanno anche approfondito la comprensione dell'impatto delle diverse strutture e caratteristiche di tau anomala e hanno determinato gli attributi che prevedevano la velocità della replicazione.

 

 

 


Fonte: Case Western Reserve University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Chae Kim, Tracy Haldiman, Sang-Gyun Kang, Lenka Hromadkova, Zhuang Zhuang Han, Wei Chen, Frances Lissemore, Alan Lerner, Rohan de Silva, Mark Cohen, David Westaway, Jiri Safar. Distinct populations of highly potent TAU seed conformers in rapidly progressing Alzheimer’s disease. Science Translational Medicine, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.