Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Funzioni cerebrali sono potenziate dall'attività fisica in mezza età e vecchiaia

Un nuovo studio di ricercatori dell'Università della California di San Diego, pubblicato dal 31 gennaio 2022 su JMIR mHealth and uHealth, aumenta i canoni della ricerca che associa l'attività fisica con le prestazioni cognitive, usando in questa occasione 90 soggetti di mezza età e anziani che indossavano accelerometri mentre erano fisicamente attivi ed eseguivano test cognitivi mobili da casa.


"Il futuro degli interventi di stile di vita ha davvero bisogno di essere realmente basato da remoto"
, ha dichiarato Raeanne Moore PhD, prof.ssa associata del Dipartimento di Psichiatria all'UC San Diego e autrice senior dello studio. "La pandemia ha reso particolarmente chiara questa esigenza".


Lo studio ha rilevato che, nei giorni in cui la loro attività fisica aumentava, i partecipanti da 50 a 74 anni ottenevano risultati molto migliori su un compito di funzione esecutiva, e nei giorni in cui la loro attività fisica diminuiva, così faceva anche la loro prestazione cognitiva.


"Era una relazione molto lineare", ha detto la Moore. "Abbiamo ipotizzato che l'avremmo trovata, ma non potevamo essere sicuri perché non stavamo dicendo alle persone di aumentare la loro attività fisica. Hanno fatto solo ciò che facevano ogni giorno".


La prima autrice Zvinka Zlatar PhD, psicologa clinica dell'UC San Diego, ha aggiunto:

"Gli interventi futuri, in cui chiederemo alle persone di aumentare l'attività fisica, ci aiuteranno a determinare se i cambiamenti quotidiani nell'attività fisica portano guadagni quotidiani nella cognizione misurata da remoto, o viceversa".


La correlazione tra attività fisica e cognizione è rimasta valida quando i dati sono stati aggiustati alle varie comorbidità, come lo stato HIV, l'età, il sesso, l'istruzione e la razza/etnia. Ma è rimasta valida solo per le persone che funzionavano in modo dipendente: quelle che si basavano su altri per svolgere i compiti della vita quotidiana, come gestire le attività domestiche o pagare le bollette.


"Per loro, l'attività fisica può avere un vantaggio maggiore sulla prestazione cognitiva quotidiana, del mondo reale", ha detto la Moore, una scoperta coerente con la ricerca sull'Alzheimer e sulle demenze relative.


Sebbene non rientrasse nelle competenze di questo studio, la Moore ha ipotizzato che, poiché probabilmente gli adulti indipendenti eseguono attività cognitivamente più stimolanti e sociali, che sono note per avere impatti positivi sulla salute del cervello, l'attività fisica può avere meno impatto sulla cognizione.


La Moore e la Zlatar hanno detto che il loro lavoro ha implicazioni per lo sviluppo di nuovi interventi sanitari digitali per preservare la salute del cervello nell'invecchiamento:

"Non sappiamo ancora se c'è un effetto cumulativo e a lungo termine in queste piccole fluttuazioni giornaliere della cognizione", ha detto la Zlatar. "Questo è qualcosa che intendiamo studiare in seguito, per vedere se eseguire attività fisica a diverse intensità nel tempo, in contesti non supervisionati, può produrre miglioramenti a lungo termine nella salute del cervello e cambiamenti sostenuti del comportamento".

 

 

 


Fonte: Corey Levitan in University of California - San Diego (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Zvinka Zlatar, Laura Campbell, Bin Tang, Spenser Gabin, Anne Heaton, Michael Higgins, Joel Swendsen, David Moore, Raeanne Moore. Daily Level Association of Physical Activity and Performance on Ecological Momentary Cognitive Tests in Free-living Environments: A Mobile Health Observational Study. JMIR mHealth and uHealth, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.