Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Perché la solitudine è più di una semplice sensazione: ripercussioni fisiche e mentali

La pandemia COVID-19 ha sfortunatamente costretto la nostra comunità globale ad adattarsi particolarmente e personalmente ai problemi della solitudine e dell'isolamento sociale, e ha rotto tutte le nostre relazioni e le reti sociali. Tuttavia, questi problemi possono essere ancora più gravi di quanto pensi: il nostro nuovo studio, rilasciato questa settimana, dimostra che la solitudine può aumentare il rischio di sviluppare la demenza.

 

Perché dovremmo capire la solitudine?

La solitudine, definita come la sensazione soggettiva di non ricevere il livello di supporto sociale desiderato, è pervasiva nella società americana: un sondaggio di ottobre 2020 su 950 adulti ha trovato che più di un terzo degli intervistati, compresi quasi due terzi di giovani adulti, percepiva una 'solitudine seria'.


Altri sondaggi stimano la prevalenza della solitudine negli anziani tra il 25% e il 60%. Tuttavia, le conseguenze della solitudine possono estendersi oltre l'esperienza emotiva stessa; un crescente corpo di ricerca ha iniziato a documentare le ripercussioni sulla salute fisica e mentale della solitudine.

 

La solitudine non è solo percepire isolamento sociale, può uccidere.

Uno studio ha scoperto che la solitudine e l'isolamento sociale sono associati a un rischio più elevato di mortalità. Tassi più elevati di solitudine sono stati collegati anche a pressione più elevata del sangue e a progressione maggiore e più veloce di coronaropatia e insufficienza cardiaca.


Questo collegamento tra la solitudine e la salute carente del cuore potrebbe essere guidato sia dal comportamento (ad esempio, i solitari possono avere comportamenti meno salutari) che dalla biologia (ad esempio, la solitudine può portare a una risposta esagerata allo stress, e a conseguente maggiore tensione del cuore).


Altri studi collegano la solitudine alla disregolazione degli ormoni del corpo. Le persone solitarie sembrano avere livelli più alti di cortisolo, l'ormone dello stress del corpo, nell'urina e nella saliva.


La solitudine ha anche molte conseguenze mentali ben documentate per tutta la durata della vita. Uno studio su bambini britannici ha trovato un legame tra livelli più elevati di solitudine nella prima infanzia e di depressione nell'età avanzata; tassi più alti di solitudine sono stati associati a prestazioni cognitive inferiori nell'anzianità e a un rischio più elevato di demenza.


Nello specifico, nella nostra ricerca, il minore supporto sociale ed emotivo è stato associato a meno resilienza cognitiva e a un rischio maggiore di demenza, rispettivamente. Uno studio pubblicato di recente dal nostro laboratorio ha scoperto che la solitudine è collegata a un aumento del rischio di sviluppo di demenza su 10 anni, e questo rischio è triplo negli individui con rischio basso al basale di MA o di altra demenza.

 

Quali fattori contribuiscono alla solitudine?

Un studio olandese recente su oltre 52.000 persone con età che andavano dall'adolescenza tarda all'anzianità ha scoperto che, mentre alcuni fattori di rischio hanno previsto universalmente la solitudine nei vari gruppi di età (ad esempio, meno istruzione, sesso maschile, meno risorse finanziarie e ruoli di caregiving informali), altri fattori di rischio sono specifici per ogni età.


È interessante notare che, all'inizio dell'età adulta, la migrazione da aree non occidentali è stato il secondo fattore di rischio della solitudine, fatto che lo studio ha attribuito a maggiori esperienze di stigmatizzazione e discriminazione, che portano a meno relazioni intime con i pari.


Altri studi hanno esaminato la prevalenza della solitudine anche nei socialmente subordinati. Uno studio del 2020 su beneficiari di Medicare (assicurazione sanitaria pubblica USA) ha trovato che gli anziani ispanici / latini sono più propensi dei bianchi non ispanici a sperimentare la solitudine e gli effetti dannosi della salute provocati dall'isolamento sociale.


Le minoranze razziali ed etniche sono già predisposte a esiti più carenti della salute per una serie di motivi; la ricerca mostra che queste disparità sono ulteriormente aggravate dalla solitudine. Uno studio su afroamericani anziani a basso reddito ha scoperto che maggiore solitudine e più stress percepito portano a una qualità della vita più scadente legata alla salute fisica.


La razza, l'etnia o il genere di una persona possono influenzare il suo reddito e l'istruzione, portando a differenze nelle dimensioni della rete sociale e nella qualità delle relazioni, entrambe le quali contribuiscono alla sua esperienza di solitudine.

 

Dove ci lascia tutto questo?

La solitudine sta crescendo e cresce velocemente. È un problema serio con gravi ripercussioni mentali e sanitarie. I fattori che portano alla solitudine sono complessi, variano durante la vita e nei vari gruppi razziali, etnici e demografici, e i gruppi socialmente subordinati possono essere a particolare rischio, e come tale, meritare intervento ulteriore e dedicato.


In questo mondo pandemico imprevedibile, la solitudine e l'isolamento sociale sono sfortunatamente diventati la ​​nuova normalità, ma dobbiamo combattere contro questo. Cerca i tuoi amici e la tua famiglia. Sii un ascoltatore per qualcuno nella tua vita. Trovare i modi per connettersi in modo sicuro con gli amici e la famiglia continuerà a richiedere sforzi, ma possiamo, e vogliamo, superare tutto questo insieme.


Nel nostro laboratorio, speriamo di contribuire a ciò che sappiamo degli effetti sulla salute della solitudine, prestando particolare attenzione all'interazione di razza, etnia e ambiente socioeconomico in questi effetti. In particolare, stiamo usando marcatori biologici e tecniche di scansione all'avanguardia per capire come la solitudine e altri elementi dell'ambiente sociale, possono contribuire al rischio di sviluppare l'Alzheimer e le demenze correlate.

 

 

 


Fonte: Joel Salinas MD e Amanda Zhao, studentessa di medicina

Pubblicato su Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Joel Salinas, Alexa Beiser, Jasmeet Samra, Adrienne O'Donnell, Charles DeCarli, Mitzi Gonzales, Hugo Aparicio, Sudha Seshadri. Association of Loneliness With 10-Year Dementia Risk and Early Markers of Vulnerability for Neurocognitive Decline. Neurology, 7 Feb 2022, DOI.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.