Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio suggerisce che trasferire liquidi cerebrali da topi giovani a vecchi giova alla memoria

Il cervello umano ha una cascata attorno ad esso, secondo Tal Iram, postdottorato di neuroscienze della Stanford University.
Quella cascata, il liquido cerebrospinale (CSF, Cerebro Spinal Fluid), è una zuppa salata e metallica di nutrienti e proteine ​​che sono vitali per il cervello e per il sistema nervoso, ma è in gran parte nota come semplice cuscino che circonda il cervello e lo protegge da urti e lividi.


Tuttavia, un nuovo studio pubblicato ieri su Nature suggerisce che la zuppa ammortizzante può avere un ruolo attivo nell'invecchiamento e nella memoria.


Nello studio, la Iram e i suoi colleghi hanno scoperto che prendendo il CSF da topi giovani e infondendolo in topi vecchi, potevano ripristinare la funzione della memoria degli animali più anziani. Hanno anche identificato la proteina FGF17 all'interno del CSF come fondamentale per quel recupero e che potrebbe essere studiata per terapie future.


I ricercatori hanno iniziato l'esperimento inducendo la paura in topi vecchi. Hanno provocato una scossa ai loro piedi tre volte e poi hanno fatto sentire un suono e mostrato una luce, quindi i topi avrebbero associato il 'ricordo della paura' della scossa al piede con il suono e la luce. Quindi, hanno dato ai topi il CSF di un topo giovane o un CSF artificiale come controllo. Tre settimane dopo, dopo aver instillato il ricordo di paura iniziale, i ricercatori hanno rifatto sentire il suono e mostrato la luce, ma senza la scossa elettrica.


Hanno scoperto che i topi che hanno avuto il CSF giovane avevano un richiamo molto migliore del ricordo della paura: quasi il 40% si è bloccato in reazione al suono e alla luce, mentre meno del 20% dei topi che hanno ottenuto il CSF artificiale l'ha fatto.


La scoperta induce la Iram ad affermare che "il CSF ha un effetto funzionale sulle cellule all'interno del cervello che invecchia", e che "la composizione del CSF che muta con l'età potrebbe essere alla base di alcune delle disfunzioni che vediamo nel cervello mentre invecchia".


La Iram ha dichiarato di essere stata affascinata dagli studi precedentemente condotti dal Wyss-Coray Lab della Stanford, in particolare da uno studio in cui i ricercatori di quel laboratorio hanno trasferito plasma da topi giovani a topi anziani e hanno visto vari effetti benefici. Tuttavia, fare lo stesso con il CSF si è rivelato più complicato di quanto non lo fosse con il plasma sanguigno. A differenza del plasma, il CSF non può essere iniettato direttamente nel topo perché la forza dell'iniezione aumenta la pressione attorno al cervello.


Invece, la Iram e i suoi colleghi hanno impiantato una pompa nei topi vecchi che ha infuso con gradualità il CSF nel ventricolo laterale, dove viene prodotto il CSF prima che scorra in una direzione attorno al cervello e lungo la colonna vertebrale. L'estrazione del CSF dal cervello dei topi giovani era una 'procedura terminale', come lo chiama la Iram, sebbene noti che ci sono metodi per estrarre solo un po' di CSF dai topi, senza danneggiarli.


Nel cervello dei topi, i ricercatori hanno scoperto che il CSF giovane ha sovraregolato la produzione di oligodendrociti, o come li chiama la Iram, 'oligo', una cellula in stile bolla che isola fibre cerebrali. Queste cellule protettive sono "sottostudiate nel declino cognitivo legato all'età", ha detto la Iram, ma il loro esame suggerisce che potrebbero essere coinvolte nell'apprendimento e nella memoria e potrebbero quindi essere puntate da terapie contro il declino cognitivo.


In particolare, gli scienziati hanno scoperto che la proteina FGF17, nota per il suo ruolo nello sviluppo del cervello, era la chiave per ripristinare la funzione degli oligo nel cervello dei topi vecchi. Quando hanno infuso solo FGF17 nel CSF dei topi anziani, i ricercatori hanno visto che "imitava parzialmente gli effetti del CSF giovane" sul ripristino degli oligo e sul richiamo della memoria, secondo quanto hanno scritto sul documento. Dall'altra parte, il blocco della FGF17 ha deteriorato le funzioni cerebrali e la memoria in questi topi.


In un articolo correlato pubblicato su Nature, Miriam Zawadzki e Maria Lehtinen del Boston Children’s Hospital hanno affermato:

"Questo studio ha aperto nuovi orizzonti nel campo della salute e dell'invecchiamento del cervello. Non solo lo studio implica che la FGF17 è un obiettivo terapeutico potenziale, ma suggerisce anche che i percorsi di somministrazione di farmaci che consentono alle terapie di accedere direttamente al CSF potrebbero essere utili nel trattamento della demenza".


La Iram, tuttavia, è più prudente riguardo alle applicazioni potenziali della sua ricerca nell'uomo:

"Devono ancora essere fatte molte indagini di base. C'è una lunga strada perché questo possa essere applicato agli esseri umani".

 

 

 


Fonte: Lei Lei Wu in Endpoints News (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Tal Iram, ... [+19], Tony Wyss-Coray. Young CSF restores oligodendrogenesis and memory in aged mice via Fgf17. Nature, 11 May 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.