Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come le cellule riparano il 'sistema di riciclaggio' che promuove la longevità

Extensive wrapping of damaged lysosomes by the ER networkLa microscopia a fluorescenza mostra la rete del reticolo endoplasmatico (verde) che si avvolge attorno ai lisosomi danneggiati (rosso). Il nucleo cellulare è in blu (Fonte: Jay Xiaojun Tan)

Ricercatori dell'Università di Pittsburgh hanno descritto per la prima volta sulla rivista Nature un percorso attraverso il quale le cellule riparano i danni ai lisosomi, le strutture che, riciclando la spazzatura cellulare, contribuiscono alla longevità. I risultati sono un passo importante verso la comprensione e il trattamento delle malattie legate all'età guidate dai lisosomi con fuoriuscite.


"Il danno ai lisosomi è un segno distintivo dell'invecchiamento e di molte malattie, in particolare dei disturbi neurodegenerativi come il morbo di Alzheimer (MA)"
, ha dichiarato il primo autore Jay Xiaojun Tan PhD, assistente professore di biologia cellulare e membro dell'Aging Institute, una partnership tra la Pitt e il suo centro medico. "Il nostro studio identifica una serie di passaggi che crediamo costituiscano un meccanismo universale per la riparazione lisosomiale, che abbiamo chiamato percorso PITT, per ricordare l'Università di Pittsburgh".


Come sistema di riciclaggio della cellula, i lisosomi contengono potenti enzimi digestivi che degradano i rifiuti molecolari. A questi contenuti viene impedito di danneggiare altre parti della cellula, con una membrana che agisce da recinzione attorno a una struttura per rifiuti pericolosi. Sebbene in questa recinzione possano verificarsi rotture, una cellula sana ripara rapidamente il danno. Per saperne di più su questo processo di riparazione, Tan ha collaborato con l'autore senior Toren Finkel MD/PhD, direttore dell'Aging Institute e professore illustre di medicina alla Pitt.


Innanzitutto, Tan ha danneggiato sperimentalmente i lisosomi in cellule coltivate in laboratorio e poi ha misurato le proteine ​​che sono arrivate sulla scena. Ha scoperto che un enzima chiamato PI4K2A si è accumulato in pochi minuti sui lisosomi danneggiati e ha generato livelli alti di una molecola di segnalazione chiamata PtdIns4P.


“La PtdIns4P è come una spia rossa che dice alla cellula "Ehi, abbiamo un problema qui", ha detto Tan. "Questo sistema di allerta recluta quindi un altro gruppo di proteine ​​chiamate ORP".


Le proteine ​​ORP funzionano come catene, ha spiegato Tan. Un'estremità della proteina si lega alla spia rossa PtdIns4P sul lisosoma e l'altra estremità si lega al reticolo endoplasmatico, la struttura cellulare coinvolta nella sintesi di proteine ​​e lipidi.


"Il reticolo endoplasmatico è avvolto attorno al lisosoma come una coperta", ha aggiunto Finkel. "Normalmente, il reticolo endoplasmatico e i lisosomi si toccano a malapena, ma una volta che il lisosoma è stato danneggiato, abbiamo scoperto che si stavano abbracciando".


Attraverso questo abbraccio, il colesterolo e un lipide chiamato fosfatidilserina sono spinti verso il lisosoma e aiutano a rattoppare i fori nella recinzione della membrana. La fosfatidilserina attiva anche una proteina chiamata ATG2, che agisce da ponte per trasferire altri lipidi nel lisosoma, la fase finale di riparazione della membrana nel percorso PITT (phosphoinositide-initiated membrane tethering and lipid transport) appena descritto.


"La cosa bella di questo sistema è che tutti i componenti del percorso PITT erano già noti, ma non si sapeva che interagivano in questa sequenza, né la loro funzione nella riparazione del lisosoma", ha affermato Finkel. "Credo che questi risultati avranno molte implicazioni per l'invecchiamento normale e per le malattie legate all'età".


I ricercatori sospettano che nelle persone sane, piccole rotture nella membrana del lisosoma siano rapidamente riparate attraverso il percorso PITT. Ma se il danno è troppo esteso o il percorso di riparazione è compromesso - a causa dell'età o di una malattia - i lisosomi che perdono si accumulano. Nel MA, la perdita di fibrille tau dai lisosomi danneggiati è un passo chiave nella progressione della malattia.


Quando Tan ha eliminato il gene che codifica il primo enzima nel percorso, PI4K2A, ha scoperto che la diffusione della fibrilla tau aumentava drasticamente, suggerendo che i difetti nel percorso PITT potrebbero contribuire alla progressione del MA. Nel lavoro futuro, i ricercatori prevedono di sviluppare modelli di topo per capire se il percorso PITT può proteggere i topi dal MA.

 

 

 


Fonte: University of Pittsburgh (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: J Xiaojun Tan & T Finkel. A phosphoinositide signalling pathway mediates rapid lysosomal repair. Nature, 7 Sep 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.