Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Esperienze insoddisfacenti con la sanità inducono i caregiver ad auto-curarsi

Ricercatori dell'Università di Tsukuba hanno scoperto che circa un terzo dei caregiver si auto-cura e le esperienze sanitarie sfavorevoli possono aumentare la loro probabilità di farlo.

Anche i caregiver hanno bisogno di assistenza. E ora, dei ricercatori giapponesi hanno scoperto che la loro esperienza con i professionisti sanitari mentre si prendono cura di qualcun altro influisce sulle proprie scelte sanitarie.


In uno studio pubblicato di recente su Research in Social and Administrative Pharmacy, dei ricercatori dell'Università di Tsukuba hanno scoperto che i caregiver hanno maggiori probabilità di prendere nelle proprie mani la cura personale, con l'auto-trattamento, specialmente quando le loro interazioni con i professionisti sono meno positive.


Il team di ricerca ha esaminato le abitudini di auto-terapia di caregiver familiari e le ha abbinate statisticamente ai risultati di un questionario sulle loro esperienze con l'assistenza sanitaria inter-professionale. Questa forma di assistenza sanitaria, così avanzata in Giappone, fornisce un approccio completo che coinvolge medici e infermieri, nonché terapeuti e responsabili dell'assistenza, in breve tutti i professionisti coinvolti nella fornitura di cure.


I caregiver, naturalmente, presenziano e prendono parte alle cure. Lo studio ha scoperto che questo può avere un impatto sulle proprie scelte terapeutiche, come afferma il prof. Shoichi Masumoto, primo autore dello studio:

"I pazienti anziani che vivono in comunità (= non in casa di riposo) e i loro caregiver interagiscono con una serie di professionisti sanitari, ma gestiscono l'equilibrio tra farmaci prescritti, quelli da banco, gli integratori e così via.

"Ciò significa che devono avere buone interazioni con quei professionisti per ottenere fiducia e cure ottimali. Abbiamo esaminato i fornitori di assistenza di pazienti con condizioni croniche e abbiamo trovato che il 34,4% di loro si auto-cura, ma quelli che avevano esperienze positive con l'assistenza inter-professionale avevano meno probabilità di farlo".


I partecipanti allo studio avevano da 40 a 74 anni e vivevano in una regione circa 100 km a nord-est del centro di Tokyo. Tutti si prendevano cura di qualcuno che aveva un'assicurazione di assistenza a lungo termine da almeno 1 anno. Questi caregiver hanno risposto alle domande sul loro uso di farmaci senza prescrizione, inclusi quelli da banco e gli integratori, nelle 2 settimane precedenti.


Quindi hanno risposto a un questionario sulla loro esperienza con i professionisti sanitari e l'assistenza che ricevevano loro personalmente. Il team di ricerca ha analizzato i dati delle relazioni e ha trovato un maggiore auto-trattamento tra coloro che hanno riportato esperienze meno desiderabili con i professionisti sanitari.


"I fornitori di assistenza inter-professionale non devono esaminare solo la salute dei pazienti", afferma il prof. Masumoto, "Devono anche monitorare la salute dei caregiver dei pazienti e fornire una guida adeguata sull'auto-trattamento".


Con l'invecchiamento generale della popolazione e l'aumento del numero di caregiver familiari, diventano più importanti la salute e il sostegno del caregiver. Poiché la loro esperienza con l'assistenza sanitaria inter-professionale può influenzare direttamente le loro scelte mediche e le loro azioni, i professionisti sanitari dovrebbero interagire con loro in modo più saggio e appassionato.


Ulteriori studi dovrebbero esaminare altri gruppi di caregiver, come quelli più giovani e più anziani, alla ricerca di cure ottimali sia per i caregiver che per i pazienti.

 

 

 


Fonte: University of Tsukuba (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: S Masumoto, ...[+2], T Maeno. Association between experience of interprofessional care and self-medication among family caregivers: A cross-sectional study. Res in Soc & Admin Phar, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)