Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Test 'menu del telefono' rileva chi può essere a rischio di Alzheimer

Dei ricercatori sono riusciti a rilevare i primi cambiamenti nel funzionamento quotidiano attraverso una valutazione che può essere auto-eseguita in pochi minuti.

phone operator

Un nuovo studio condotto da investigatori del Mass General Brigham di Boston ha scoperto che un breve compito simulato di muoversi in un menu del telefono può rilevare i primi cambiamenti nel funzionamento quotidiano per le persone a rischio di morbo di Alzheimer (MA).


Gli investigatori hanno scoperto che le prestazioni di un anziano nel test, che può essere completato in pochi minuti, erano associate ai tratti distintivi della patologia del MA, compresa la deposizione di amiloide e di tau nel cervello. I risultati, pubblicati sul Journal of Alzheimer's Disease, potrebbero aiutare a informare gli studi di prevenzione a testare i trattamenti per la malattia, prima che inizino i sintomi pronunciati di declino cognitivo.


"Questo test è una valutazione più obiettiva di un aspetto del funzionamento quotidiano rispetto al nostro modo tipico di usare un questionario compilato da qualcuno che conosce bene l'individuo", ha affermato Gad Marshall MD, autore senior dello studio, neurologo e responsabile degli esperimenti clinici al Center for Alzheimer Research and Treatment dell'ospedale Brigham and Women's. "L'implicazione è che potremmo realmente rilevare un cambiamento clinicamente significativo molto prima di quanto prevediamo".


Per condurre il loro studio, Marshall e i colleghi hanno usato l'Harvard Automated Phone Task (APT), un test che include tre compiti che una persona anziana può incontrare tra le funzioni del telefono, come ricaricare una prescrizione, chiamare una compagnia di assicurazione sanitaria per scegliere un nuovo medico di base e gestire una transazione bancaria. Il test, che è stato sviluppato e validato al Center for Alzheimer Research and Treatment, chiede ai partecipanti di muoversi in un sistema a risposta vocale interattiva per eseguire queste attività.


I partecipanti e i loro partner di studio (qualcuno che li conosce bene), hanno anche completato altre valutazioni su varie attività quotidiane, seguite da test cognitivi standard e scansioni cerebrali che mostrano patologia amiloide e tau in diverse regioni del cervello.


Poco meno di un terzo dei partecipanti che erano clinicamente normali (senza compromissione cognitiva) hanno mostrato l'evidenza di amiloide e tau elevate nel cervello e hanno avuto problemi con i compiti più impegnativi nella valutazione del funzionamento quotidiano. Ciò è notevole perché la maggior parte delle persone con MA inizia con difficoltà di memoria a breve termine, di ricerca delle parole e con il senso di direzione. Possono anche aver motivazione ridotta, depressione, irritabilità e ansia.


Gli autori notano che la valutazione rappresenta solo una piccola parte del funzionamento quotidiano, che non tutti usano. Lo studio è limitato anche dalla mancanza di diversità tra i partecipanti: l'86% era bianco e il 97% non-ispanico. Saranno necessari altri studi per determinare se questi risultati possono essere replicati in popolazioni più rappresentative e se, su un periodo più lungo, emergono associazioni con la difficoltà a completare compiti più semplici.


Uno dei punti di forza dello studio è che la maggior parte dei partecipanti può eseguire da sé i compiti, al di fuori di un ambiente clinico. Gli autori concludono che la valutazione del funzionamento quotidiano in un modo più sensibile, come l'APT, può identificare il MA prima che un paziente abbia cambiamenti cognitivi più pronunciati.


"Sebbene questi risultati siano preliminari, segnalano che esiste un'associazione tra una misurazione oggettiva delle attività strumentali della vita quotidiana (cioè il compito APT di Harvard) e l'interazione di tau e amiloide in un campione di anziani cognitivamente normali"
, ha affermato Chris Gonzalez MS, primo autore dello studio, ex assistente di ricerca nel Dipartimento di Neurologia del Brigham e dottorando in neuropsicologia clinica. “Un test come l'APT potrebbe cogliere meglio la capacità complessiva di un individuo di completare compiti quotidiani complessi, rispetto ai questionari che vengono dati ai pazienti e ai loro accompagnatori per comprendere meglio le fasi precliniche del MA".

 

 

 


Fonte: Mass General Brigham via EurekAlert! (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: C Gonzalez, [+19], G Marshall. Associations of the Harvard Automated Phone Task and Alzheimer’s Disease Pathology in Cognitively Normal Older Adults: Preliminary Findings. J of Alz Dis, 18 May 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.