Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ci sono amminoacidi che modificano il rischio di demenza legata a inquinamento dell'aria?

Livelli più elevati di amminoacidi collegati alla vitamina B possono essere legati al rischio di demenza associata a un certo tipo di inquinanti atmosferici chiamati particolato, secondo uno studio pubblicato il 19 luglio 2023 su Neurology®. Lo studio non dimostra che l'inquinamento o gli amminoacidi causano demenza, ma suggerisce un possibile legame tra loro.


I ricercatori hanno esaminato il particolato fine PM2.5, che consiste in particelle inquinanti di meno di 2,5 micron di diametro, sospeso nell'aria. Hanno anche esaminato due amminoacidi, metionina e omocisteina. La metionina è un aminoacido essenziale presente in alimenti come carne, pesce, latticini, fagioli e uova ed è coinvolto nelle normali funzioni cerebrali.


L'omocisteina è un amminoacido prodotto nelle cellule che può essere trasformato in metionina con una reazione che richiede sia vitamina B12 che folati, un nutriente importante nella formazione di globuli rossi e per la crescita e la funzione delle cellule sane.


"Precedenti studi hanno trovato un legame tra inquinamento atmosferico e rischio di demenza, ma non sono ancora chiari i meccanismi attraverso i quali l'inquinamento atmosferico influisce sul cervello", ha affermato la prima autrice dello studio Giulia Grande MD/PhD, dell'Istituto Karolinska di Stoccolma, in Svezia. "In questo studio, abbiamo scoperto che due tipi di amminoacidi correlati alla vitamina B hanno un ruolo nell'aumentare o diminuire il rischio di demenza causata dall'inquinamento atmosferico".


Per lo studio, sono stati seguiti oltre 2.500 persone con un'età media di 73 anni residenti nel centro di Stoccolma, per un massimo di 12 anni. Di questi, 376 persone hanno sviluppato la demenza. I partecipanti hanno avuto interviste e esami del sangue, insieme a questionari sull'attività fisica e le abitudini dietetiche.


I ricercatori hanno quindi calcolato livelli medi annuali di PM2,5 all'indirizzo di casa dei partecipanti. Le persone che hanno sviluppato la demenza hanno avuto un'esposizione media all'inquinamento da PM2.5 di 8,4 microgrammi per metro cubo (µg/m3), rispetto a 8,3 µg/m3 di quelle che non hanno sviluppato la demenza. Questi livelli medi annuali di PM2,5 sono bassi rispetto ai livelli medi di PM2,5 nel resto dell'Europa, che è di 13,8 µg/m3.


Dopo aver adattato i dati a diversi fattori che influenzano il rischio di demenza di una persona, come età, sesso, fumo e istruzione, i ricercatori hanno scoperto che il rischio di demenza aumentava del 70% per ogni µg/m3 di aumento di  dell'esposizione PM2.5 durante i cinque anni prima dell'inizio dello studio.


Quindi i ricercatori hanno esaminato se l'impatto dell'esposizione all'inquinamento atmosferico sulla demenza è influenzato dagli amminoacidi. Nel complesso, i ricercatori hanno scoperto che circa la metà dell'aumento del rischio di demenza da PM2.5 era dovuto a un'interazione tra inquinamento atmosferico e alti livelli di omocisteina o bassi livelli di metionina.


"I nostri risultati indicano che i livelli superiori di omocisteina e valori minori di metionina hanno un ruolo nel determinare il rischio di demenza correlato all'inquinamento atmosferico, ma mostrano anche che esiste un sostanziale effetto diretto dell'inquinamento atmosferico sulla demenza, suggerendo che l'inquinamento atmosferico influisce sullo sviluppo della demenza attraverso percorsi multipli"
, ha affermato la Grande. "Ciò evidenzia la necessità di ulteriori ricerche sui meccanismi biologici esatti dietro il danno cerebrale dell'inquinamento atmosferico".


Una limitazione dello studio era che includeva solo il distretto di Kungsholmen di Stoccolma, che è piccolo, quindi i confronti riguardanti gli inquinanti atmosferici sono limitati.

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: G Grande, [+10], D Rizzuto. Association of Long-term Exposure to Air Pollution and Dementia Risk: The Role of Homocysteine, Methionine, and Cardiovascular Burden. Neurology, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)