Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Ossido di grafene riduce la tossicità delle proteine di Alzheimer

Un probabile innesco dell'Alzheimer è l'accumulo di molecole chiamate peptidi amiloidi, che causano la morte cellulare e sono comuni nel cervello di chi ha la malattia. Ricercatori della Chalmers University of Technology, hanno ora dimostrato che le cellule di lievito che accumulano questi peptidi amiloidi mal ripiegati possono recuperare dopo essere state trattate con nanofiocchi di ossido di grafene.

grafhene oxideL'ossido di grafene (arancio) può entrare efficacemente nelle cellule di lievito e ridurre la tossicità degli aggregati proteici dannosi (grigio chiaro), smontando e quindi degradando gli aggregati.

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia cerebrale incurabile, che porta alla demenza e alla morte, con sofferenza sia per i pazienti che per le loro famiglie. Si stima che oltre 40 milioni di persone in tutto il mondo vivano con la malattia o una forma correlata di demenza. Secondo statistiche, il costo globale stimato di queste malattie è l'1% del prodotto interno lordo globale.


Si ritiene che i peptidi di amiloide-beta mal ripiegati (peptidi Aβ), che si accumulano e si aggregano nel cervello, siano la causa sottostante il MA. Essi attivano una serie di processi dannosi nei neuroni (cellule cerebrali), causando la perdita di molte funzioni cellulari vitali o la morte stessa delle cellule, e quindi una perdita di funzione cerebrale nell'area interessata.


Ad oggi, non esistono strategie efficaci per il trattamento dell'accumulo di amiloide nel cervello, però ricercatori della Chalmers University of Technology di Göteborg (Svezia) hanno ora dimostrato che il trattamento con ossido di grafene riduce i livelli di peptidi Aβ aggregati in un modello di cellule di lievito.


"Questo effetto dell'ossido di grafene è stato recentemente dimostrato anche da altri ricercatori, ma non nelle cellule di lievito", afferma Xin Chen, ricercatrice di biologia dei sistemi alla Chalmers e prima autrice dello studio. “Il nostro studio spiega anche il meccanismo alla base dell'effetto. L'ossido di grafene influenza il metabolismo delle cellule, in un modo che aumenta la loro resistenza alle proteine mal ripiegate e allo stress ossidativo. Questo non era ancora stato provato".

 

Studiare i meccanismi sul lievito di birra

Nel MA, gli aggregati amiloidi esercitano i loro effetti neurotossici causando vari disturbi metabolici cellulari, come lo stress nel reticolo endoplasmatico, una parte importante della cellula in cui vengono prodotte molte delle sue proteine. Ciò può ridurre la capacità delle cellule di gestire le proteine mal ripiegate e di conseguenza aumentare l'accumulo di queste proteine.


Gli aggregati influenzano anche la funzione dei mitocondri, le centrali energetiche delle cellule. Pertanto, i neuroni sono esposti ad un aumento di stress ossidativo (molecole reattive chiamate radicali di ossigeno, che danneggiano altre molecole); una cosa a cui le cellule cerebrali sono particolarmente sensibili.


I ricercatori della Chalmers hanno condotto lo studio mediante una combinazione di analisi delle proteine (proteomica) ed esperimenti di conferma. Hanno usato il lievito di birra, il Saccharomyces cerevisiae, come modello in vivo delle cellule umane. I due tipi di cellule hanno sistemi molto simili per il controllo della qualità delle proteine. Questo modello di cellule di lievito era stato definito in precedenza dal gruppo di ricerca per imitare i neuroni umani colpiti dal MA.


"Le cellule di lievito nel nostro modello assomigliano ai neuroni colpiti dall'accumulo di amiloide-beta42, che è la forma del peptide amiloide più soggetta alla formazione di aggregati", afferma Xin Chen. "Queste cellule invecchiano più velocemente del normale, mostrano stress nel reticolo endoplasmatico e disfunzione mitocondriale, e hanno un'elevata produzione di radicali reattivi di ossigeno dannosi".

 

Alte speranze dai nanofiocchi di ossido di grafene

I nanofiocchi di ossido di grafene sono nanomateriali bidimensionali di carbonio con proprietà uniche, come conducibilità eccezionale ed elevata biocompatibilità. Sono ampiamente usati in vari progetti di ricerca, tra cui sviluppo di trattamenti per il cancro, sistemi di rilascio di farmaci e biosensori.


I nanofiocchi sono idrofili (solubili in acqua) e interagiscono bene con biomolecole come le proteine. Quando l'ossido di grafene entra nelle cellule viventi, è in grado di interferire con i processi di autoassemblaggio delle proteine.


"Di conseguenza, può ostacolare la formazione di aggregati proteici e promuovere la disintegrazione degli aggregati esistenti", afferma Santosh Pandit, ricercatore di biologia dei sistemi alla Chalmers e coautore dello studio. "Riteniamo che i nanofiocchi agiscano attraverso due percorsi indipendenti per mitigare gli effetti tossici dell'amiloide-beta42 nelle cellule di lievito".


In uno dei percorsi, l'ossido di grafene agisce direttamente per prevenire l'accumulo di amiloide-beta42. Nell'altro, l'ossido di grafene agisce indirettamente con un meccanismo (attualmente sconosciuto), in cui vengono attivati geni specifici della risposta allo stress. Ciò aumenta la capacità della cellula di gestire proteine mal ripiegate e stress ossidativo.


Come trattare i pazienti di Alzheimer è ancora una domanda per il futuro. Tuttavia, secondo il gruppo di ricerca della Chalmers, l'ossido di grafene ha un grande potenziale per la ricerca futura nel campo delle malattie neurodegenerative. Il gruppo di ricerca è già riuscito a dimostrare che il trattamento con ossido di grafene riduce anche gli effetti tossici degli aggregati proteici specifici della malattia di Huntington in un modello di lievito.


"Il prossimo passo è indagare se è possibile sviluppare un sistema di rilascio di farmaci basato sull'ossido di grafene per il MA", dice Xin Chen. "Vogliamo anche verificare se l'ossido di grafene ha effetti benefici in ulteriori modelli di malattie neurodegenerative, come il Parkinson".

 

 

 


Fonte: Chalmers University of Technology (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: X Chen, [+8], I Mijakovic. Graphene Oxide Attenuates Toxicity of Amyloid-β Aggregates in Yeast by Promoting Disassembly and Boosting Cellular Stress Response. Advanced Functional Materials, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 



Notizie da non perdere

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)