Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio sull'ApoE4 scopre un nuovo obiettivo per farmaci di Alzheimer

APOE4 promoted gliosis and degeneration in tauopathyRiassunto grafico dello studio Koutsodendris et al.

Se sai di essere dentro il quasi 25% di persone con la variante genica nota come ApoE4, hai una possibilità superiore alla media di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA). Ma mentre gli scienziati sanno da tempo che l'ApoE4 porta a cambiamenti nel cervello che possono contribuire alla demenza, l'esatto meccanismo di tale effetto non era ancora chiaro.


Ora, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che i neuroni che producono ApoE4 rilasciano una molecola di segnalazione immunitaria chiamata HMGB1 in quantità molto più alta rispetto ai neuroni che producono altre varianti di ApoE. Al momento del rilascio, l'HMGB1 attiva le cellule immunitarie cerebrali chiamate microglia, che innescano l'infiammazione e la degenerazione dei neuroni.


Come descritto nel loro studio appena pubblicato su Cell Reports, quando i ricercatori hanno bloccato il rilascio di HMGB1 con una miscela di due farmaci sperimentali, i modelli di topo che producono ApoE4, e altri fattori che causano la demenza, hanno mostrato molte meno microglia attivate e meno neurodegenerazione nel cervello.


"Siamo rimasti piuttosto sorpresi ed entusiasti del fatto che puntare questo percorso porti a una protezione così forte contro la neurodegenerazione guidata dall'ApoE4", afferma l'autore senior Yadong Huang MD/PhD dei Gladstone, e professore di neurologia e patologia all'Università della California di San Francisco. "Ciò aiuta a rispondere a vecchie domande sul ruolo della neuroinfiammazione indotta da ApoE4 nel MA e indica anche nuovi modi per curare la malattia".

 

Cosa viene prima: neurodegenerazione o infiammazione?

Nel cervello, il MA ha diversi effetti su diversi tipi di cellule. Tra i cambiamenti associati alla malattia c'è l'accumulo di proteine tau e amiloide, l'attivazione delle microglia che promuove infiammazione e degenerazione e la morte finale dei neuroni. Ma gli scienziati non sono sicuri di quale di questi innesca gli altri.


"Potrebbe essere che i neuroni degenerano prima e ciò innesca l'attivazione delle microglia", afferma Huang. "Ma potrebbe anche essere che le microglia si attivano prima e quindi innescano la neurodegenerazione".


Per rispondere a questo dilemma uovo-o-gallina, il team di Huang ha esaminato l'attivazione delle microglia nel contesto dell'ApoE4, che stanno studiando da tempo come contributo principale al rischio genetico del MA.


L'ApoE4 è una delle tre versioni del gene ApoE. Le persone con una copia del gene ApoE4 (quasi un quarto di molte popolazioni) hanno 3,5 volte più probabilità di sviluppare il MA rispetto a quelle con la versione più comune, l'ApoE3. Quelle con due copie di ApoE4 (circa il 3% della popolazione) hanno un rischio superiore di 12 volte.


Huang e i suoi colleghi, tra cui Nicole Koutsodendris PhD, dottoranda del laboratorio di Huang e prima autrice del nuovo studio, si sono chiesti se i neuroni con la variante ApoE4 producono una qualsiasi molecola di segnalazione in grado di attivare le microglia. Sono arrivati presto alla molecola immunitaria HMGB1, che è nota per innescare forti risposte infiammatorie in alcuni tumori e infezioni.


Nei primi esperimenti, gli scienziati hanno cercato di vedere dove si trovava la molecola HMGB1 nei neuroni del cervello di topi modello di MA portatori delle varianti ApoE3 o ApoE4.


"Abbiamo visto schemi davvero sorprendenti", afferma la Koutsodendris. "Quando i neuroni con ApoE4 sono stati esposti a stress, l'HMGB1 si è spostato dal nucleo al citoplasma delle cellule ed è stato quindi rilasciato nello spazio al di fuori della cellula, mentre nei neuroni con ApoE3, l'HMGB1 è rimasto all'interno del nucleo".


Ulteriori studi sui topi modello hanno mostrato che la rimozione selettiva di ApoE4 dai neuroni ha impedito all'HMGB1 di essere rilasciato dai neuroni, confermando il legame tra ApoE4 neuronale e il rilascio di HMGB1.

 

Nuovo obiettivo di farmaci

Infine, gli scienziati hanno studiato l'impatto di due farmaci sperimentali che bloccano il rilascio di HMGB1. Hanno dimostrato che una miscela di entrambi i farmaci ha ridotto l'attivazione delle microglia e lo sviluppo di neurodegenerazione nei topi modello di demenza che producevano ApoE4.


"È stato un risultato molto chiaro: il blocco dell'uscita di HMGB1 dai neuroni protegge questi topi da molti aspetti diversi della patologia del MA"
, afferma Huang.


L'ApoE4 ha anche altri impatti sui neuroni, ma, in base ai loro risultati, i ricercatori ipotizzano che senza l'attivazione delle microglia, questi altri effetti non sono sufficienti per generare la neurodegenerazione. Pertanto, Huang e il suo team ritengono che i farmaci che puntano l'HMGB1 potrebbero infine essere una possibilità per prevenire o trattare il MA legato all'ApoE4.


"Queste piccole molecole sono già state usate in studi clinici per altre malattie e quindi potrebbero potenzialmente esse testati subito negli studi per il MA"
, afferma Huang. "Ma stiamo anche continuando la nostra ricerca ed esplorando altri modi, compresi nuovi farmaci, che potrebbero puntare l'HMGB1, il suo rilascio dai neuroni e il suo impatto sulle microglia".

 

 

 


Fonte: Sarah C.P. Williams in Gladstone Institutes (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: N Koutsodendris, [+14], Y Huang. ApoE4-promoted gliosis and degeneration in tauopathy are ameliorated by pharmacological inhibition of HMGB1 release. Cell Reports, 19 Oct 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 



Notizie da non perdere

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.