Carne rossa e trasformata, cibo ultraelaborato e obesità sono i principali fattori di rischio
In uno studio dettagliato pubblicato il 3 novembre 2023 sul Journal of Alzheimer's Disease, possiamo finalmente vedere in dettaglio quali diete sono utili per ridurre il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA).
Le diete con più base vegetale, come la dieta mediterranea e le diete tradizionali in Cina, Giappone e India, hanno dimostrato di ridurre il rischio, soprattutto se confrontate con la dieta occidentale. In questi paesi stanno aumentando i tassi di MA con la loro conversione alla dieta occidentale.
Questo studio identifica i fattori di rischio della demenza, che includono un maggiore consumo di grassi saturi, carne (in particolare carne rossa come hamburger e barbecue), nonché carni trasformate (come hot dog) e cibi ultra-elaborati ricchi di zucchero e cereali raffinati.
Questa revisione ci consente anche di sapere perché alcuni cibi aumentano o riducono il rischio di MA. Ad esempio, la carne alza al massimo il rischio di demenza, aumentando i fattori di rischio come infiammazione, insulino-resistenza, stress ossidativo, grassi saturi, prodotti finali di glicazione avanzata e N-ossido trimetilammina. Lo studio delinea anche diversi alimenti che proteggono dal MA, come verdure a foglia verde, frutta e verdura colorate, legumi (come i fagioli), noci, acidi grassi omega-3 e cereali integrali.
Gli alimenti ultra-elaborati possono aumentare il rischio di obesità e diabete, stessi fattori di rischio del MA. I cibi ultra-elaborati spesso mancano proprio degli ingredienti presenti negli alimenti vegetali integrali che tengono lontana la demenza, come i componenti antinfiammatori e gli antiossidanti.
La povertà è un fattore importante del MA negli Stati Uniti poiché gli alimenti ultra-elaborati e la carne sono fonti di energia più economiche rispetto a frutta, verdura, cereali integrali e altri cibi più nutrienti, favorendo così l'obesità.
Lo studio prevede inoltre che entro il 2038 i tassi di MA negli USA aumenteranno del 50% dai livelli del 2018. Questo calcolo si basa sul confronto delle tendenze dell'obesità negli USA con le tendenze del MA. Questo confronto mostra un ritardo di 20 anni tra i tassi di obesità e i tassi di MA.
Questa stima è molto vicina a quella pubblicata dall'Alzheimer's Association nel 2018, che aveva previsto un aumento del 56%. La nostra stima suggerisce che la tendenza crescente dell'obesità, a causa del consumo di carne e alimenti ultra-elaborati, è la forza che guida la demenza. Sebbene il nostro rischio personale di MA possa essere ridotto con la dieta, si prevede che coloro che restano sulla dieta occidentale continueranno ad avere un rischio più elevato.
Gli autori:
- William B. Grant ha pubblicato nel 1997 il primo studio che identifica la dieta come un importante fattore di rischio, mentre lavorava come scienziato atmosferico con la NASA. Si è ritirato dalla NASA nel 2004 e ha fondato il Sunlight, Nutrition and Health Research Center per continuare i suoi studi sulla salute. Ha pubblicato oltre 500 studi, revisioni e lettere alla redazione, comprese 325 sulla vitamina D e 50 sulla dieta, tra cui documenti di riferimento su UVB solare / vitamina D e rischio di cancro e vitamina D e rischio di Covid-19.
- Steven M. Blake ha progettato e gestito l'Hawaii Dementia Prevention Trial all'Hawaii Alzheimer Disease Center. È il primo autore dello studio pubblicato nel 2018 (Hawaii Dementia Prevention Trial: A Randomized Trial Evaluating A Multifaceted Nutritional Intervention To Slow Cognitive Decline In Mild Cognitive Impairment Patients) pubblicato sul Journal of Brain Sciences.
Edward Giovannucci MD/SCD, professore di nutrizione ed epidemiologia all'Università di Harvard, ha dichiarato:
"Grant e Blake rivedono e sintetizzano in modo completo il ruolo dei fattori dietetici nel MA. Le prove provenienti da diverse prospettive sostengono che una dieta che enfatizza frutta, verdura, legumi, noci, cereali integrali e de-enfatizza la carne, in particolare la carne rossa, i grassi saturi e gli alimenti ultra elaborati è associata a un rischio basso di MA. Anche l'inattività fisica e l'obesità contribuiscono ad alzare il rischio.
"Inoltre, è noto che i modelli dietetici e di stile di vita associati a un maggiore rischio di MA influiscono sulla costellazione di meccanismi che si ritiene aumentino il rischio, come infiammazione, insulino-resistenza e stress ossidativo, tra gli altri. Grant e Blake affermano che, sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per comprendere meglio i meccanismi, i fattori di dieta e stile di vita legati al diabete, alle malattie cardiovascolari e alcuni tumori possono influenzare il rischio di MA".
Paul Marik MD, presidente e co-fondatore di Front Line Covid-19 Critical Care Alliance, ha detto:
“Grant e Blake forniscono una revisione completa sulla dieta e altri fattori che influenzano il rischio di MA. A parte il particolare tipo di dieta dimostrano che il consumo di carne rossa, insulino-resistenza, obesità, specie reattive dell'ossigeno e stress ossidativo, fitochimici e omocisteina tra gli altri fattori interagiscono con la neuroinfiammazione e hanno un ruolo importante nell'eziologia del MA. Questo trattato fornisce un'eccellente panoramica dei fattori di rischio modificabili del MA".
Fonte: Sunlight, Nutrition and Health Research Center via Newswise (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: WB Grant, SM Blake. Diet’s Role in Modifying Risk of Alzheimer’s Disease: History and Present Understanding. J Alz Dis, 28 Oct 2023, DOI
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