Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'alimentazione ha un impatto notevole sul rischio di Alzheimer

Carne rossa e trasformata, cibo ultraelaborato e obesità sono i principali fattori di rischio

AD risk with different dietsRischio di Alzheimer di 3 tipi di alimentazione rispetto alla dieta occidentale in base ai dati degli studi seminali.

In uno studio dettagliato pubblicato il 3 novembre 2023 sul Journal of Alzheimer's Disease, possiamo finalmente vedere in dettaglio quali diete sono utili per ridurre il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA).


Le diete con più base vegetale, come la dieta mediterranea e le diete tradizionali in Cina, Giappone e India, hanno dimostrato di ridurre il rischio, soprattutto se confrontate con la dieta occidentale. In questi paesi stanno aumentando i tassi di MA con la loro conversione alla dieta occidentale. 


Questo studio identifica i fattori di rischio della demenza, che includono un maggiore consumo di grassi saturi, carne (in particolare carne rossa come hamburger e barbecue), nonché carni trasformate (come hot dog) e cibi ultra-elaborati ricchi di zucchero e cereali raffinati.


Questa revisione ci consente anche di sapere perché alcuni cibi aumentano o riducono il rischio di MA. Ad esempio, la carne alza al massimo il rischio di demenza, aumentando i fattori di rischio come infiammazione, insulino-resistenza, stress ossidativo, grassi saturi, prodotti finali di glicazione avanzata e N-ossido trimetilammina. Lo studio delinea anche diversi alimenti che proteggono dal MA, come verdure a foglia verde, frutta e verdura colorate, legumi (come i fagioli), noci, acidi grassi omega-3 e cereali integrali.

AD prevalence vs meat consumptionCorrelazione tra prevalenza di Alzheimer in 11 paesi considerati nello studio del 1997 rispetto al consumo di carne calcolato dalla FAO.

Gli alimenti ultra-elaborati possono aumentare il rischio di obesità e diabete, stessi fattori di rischio del MA. I cibi ultra-elaborati spesso mancano proprio degli ingredienti presenti negli alimenti vegetali integrali che tengono lontana la demenza, come i componenti antinfiammatori e gli antiossidanti.


La povertà è un fattore importante del MA negli Stati Uniti poiché gli alimenti ultra-elaborati e la carne sono fonti di energia più economiche rispetto a frutta, verdura, cereali integrali e altri cibi più nutrienti, favorendo così l'obesità.


Lo studio prevede inoltre che entro il 2038 i tassi di MA negli USA aumenteranno del 50% dai livelli del 2018. Questo calcolo si basa sul confronto delle tendenze dell'obesità negli USA con le tendenze del MA. Questo confronto mostra un ritardo di 20 anni tra i tassi di obesità e i tassi di MA.


Questa stima è molto vicina a quella pubblicata dall'Alzheimer's Association nel 2018, che aveva previsto un aumento del 56%. La nostra stima suggerisce che la tendenza crescente dell'obesità, a causa del consumo di carne e alimenti ultra-elaborati, è la forza che guida la demenza. Sebbene il nostro rischio personale di MA possa essere ridotto con la dieta, si prevede che coloro che restano sulla dieta occidentale continueranno ad avere un rischio più elevato.

Gli autori:

  • William B. Grant ha pubblicato nel 1997 il primo studio che identifica la dieta come un importante fattore di rischio, mentre lavorava come scienziato atmosferico con la NASA. Si è ritirato dalla NASA nel 2004 e ha fondato il Sunlight, Nutrition and Health Research Center per continuare i suoi studi sulla salute. Ha pubblicato oltre 500 studi, revisioni e lettere alla redazione, comprese 325 sulla vitamina D e 50 sulla dieta, tra cui documenti di riferimento su UVB solare / vitamina D e rischio di cancro e vitamina D e rischio di Covid-19.
  • Steven M. Blake ha progettato e gestito l'Hawaii Dementia Prevention Trial all'Hawaii Alzheimer Disease Center. È il primo autore dello studio pubblicato nel 2018 (Hawaii Dementia Prevention Trial: A Randomized Trial Evaluating A Multifaceted Nutritional Intervention To Slow Cognitive Decline In Mild Cognitive Impairment Patients) pubblicato sul Journal of Brain Sciences.


Edward Giovannucci MD/SCD, professore di nutrizione ed epidemiologia all'Università di Harvard, ha dichiarato:

"Grant e Blake rivedono e sintetizzano in modo completo il ruolo dei fattori dietetici nel MA. Le prove provenienti da diverse prospettive sostengono che una dieta che enfatizza frutta, verdura, legumi, noci, cereali integrali e de-enfatizza la carne, in particolare la carne rossa, i grassi saturi e gli alimenti ultra elaborati è associata a un rischio basso di MA. Anche l'inattività fisica e l'obesità contribuiscono ad alzare il rischio.

"Inoltre, è noto che i modelli dietetici e di stile di vita associati a un maggiore rischio di MA influiscono sulla costellazione di meccanismi che si ritiene aumentino il rischio, come infiammazione, insulino-resistenza e stress ossidativo, tra gli altri. Grant e Blake affermano che, sebbene siano necessarie ulteriori ricerche per comprendere meglio i meccanismi, i fattori di dieta e stile di vita legati al diabete, alle malattie cardiovascolari e alcuni tumori possono influenzare il rischio di MA".


Paul Marik MD, presidente e co-fondatore di Front Line Covid-19 Critical Care Alliance, ha detto:

“Grant e Blake forniscono una revisione completa sulla dieta e altri fattori che influenzano il rischio di MA. A parte il particolare tipo di dieta dimostrano che il consumo di carne rossa, insulino-resistenza, obesità, specie reattive dell'ossigeno e stress ossidativo, fitochimici e omocisteina tra gli altri fattori interagiscono con la neuroinfiammazione e hanno un ruolo importante nell'eziologia del MA. Questo trattato fornisce un'eccellente panoramica dei fattori di rischio modificabili del MA".

 

 

 

 


Fonte: Sunlight, Nutrition and Health Research Center via Newswise (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: WB Grant, SM Blake. Diet’s Role in Modifying Risk of Alzheimer’s Disease: History and Present Understanding. J Alz Dis, 28 Oct 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 



Notizie da non perdere

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.