Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Svelata la struttura delle onde cerebrali associate al consolidamento della memoria

La riattivazione degli schemi di attività neuronale derivante dall'esperienza è cruciale per apprendere e memorizzare, ma questi schemi e le onde cerebrali relative variano ampiamente e sono difficili da classificare. Tali eventi, chiamati increspature o ondulazioni, sono caratteristiche dell'ippocampo, una regione cerebrale responsabile della memoria.


Fino ad ora, il modo più comune di studiare le increspature era con l'analisi di frequenza, ma un progetto guidato dal National Research Council (CSIC) spagnolo ha proposto una nuova strategia di classificazione. Usando gli strumenti della scienza dei dati, un gruppo di ricerca dell'Istituto Cajal guidato da Liset M. de La Prida è riuscito a capire la struttura temporale delle ondulazioni dell'ippocampo.


Gli scienziati hanno osservato che proiettando tutti gli eventi registrati in una sessione su spazi matematici astratti, si ottiene una nuvola dove la loro posizione non è per niente casuale. Queste informazioni potrebbero essere utili per la loro classificazione differenziale in disturbi come l'Alzheimer e l'epilessia, che condividono i deficit della memoria episodica.


La memoria episodica rappresenta le esperienze di una persona, ad esempio ciò che è accaduto in momenti e luoghi specifici e costituisce la sua storia di vita.


“Questa memoria si forma e si consolida durante le increspature, che sono onde cerebrali ad alta frequenza di breve durata contenenti tracce di memoria delle esperienze precedenti. Nei disturbi come l'Alzheimer e l'epilessia queste ondulazioni, e quindi la memoria, sono compromesse", spiega Liset de la Prida.


Le tracce di memoria delle esperienze vissute si manifestano come sequenze di attività neuronale. Entrare in un museo, camminare lungo un corridoio e finire in una stanza a guardare un dipinto, sono sequenze che vengono riattivate durante queste increspature e quindi si fondono con altre tracce di eventi precedenti, formando collegamenti e modificando gli aspetti essenziali della memoria.


Ciò significa, ad esempio, che entrare nel museo potrebbe essere collegato al ricordo di una visita simile di diversi anni prima. La forma d'onda delle increspature riflette la specificità delle tracce di memoria associate.

 

Una strategia di scienza dei dati

“Data la loro natura oscillatoria, le increspature sono state studiate per molto tempo con strumenti spettrali che caratterizzano la frequenza e la gamma delle oscillazioni. Tuttavia, questi metodi non sono in grado di identificare la variabilità riflessa dalle loro forme d'onda e dalle sequenze neuronali associate", afferma Liset de la Prida.


In questo progetto, hanno adottato una strategia di scienze dei dati, l'analisi dei dati topologici, che consente di proiettare i campioni temporali delle increspature in uno spazio ad alta dimensione. In questo spazio, ogni ondulazione diventa un punto e, quando vengono aggiunti tutti, si ottiene una nuvola di eventi. I ricercatori hanno scoperto che la forma della nuvola è interpretabile in termini fisiologici.


"Gli eventi con frequenza, durata o piste simili sono proiettate nelle vicinanze, mentre quelli con caratteristiche diverse occupano punti distanti l'uno dall'altro", spiega Enrique Rodríguez Sebastián, ricercatore predottorato e primo autore dello studio pubblicato su Nature Neuroscience..


Ciò consente ai loro meccanismi di essere decodificati in modo più preciso e di prevedere increspature generate da diverse regioni dell'ippocampo.


"Queste regioni possono innescare tracce di diversi contenuti della memoria, come quelli con più contenuti sociali (chi c'era al museo) o più contenuti spaziali (il museo è accanto a casa mia)", aggiunge Liset de la Prida. “Il nostro lavoro faciliterà la comprensione dei meccanismi della formazione della memoria episodica. Queste stesse strategie potrebbero aiutare a separare le ondulazioni fisiologiche da quelle patologiche che accompagnano i deficit di memoria episodici come quelli presenti nell'Alzheimer e nell'epilessia".

 

 

 


Fonte: Spanish National Research Council (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: ER Sebastian, [+4], LM de la Prida. Topological analysis of sharp-wave ripple waveforms reveals input mechanisms behind feature variations. Nat Neurosci, 9 Nov 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.