Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Particelle di inquinamento atmosferico collegate allo sviluppo dell'Alzheimer

La magnetite, una particella che si trova nell'aria inquinata, può indurre segni e sintomi di Alzheimer

La magnetite, una piccola particella che si trova nell'inquinamento atmosferico, può indurre segni e sintomi del morbo di Alzheimer (MA), secondo i risultati di una nuova ricerca guidata dalle prof.sse associate Cindy Gunawan e Kristine McGrath della University of Technology Sydney (UTS), e pubblicata su Environment International.


Il MA, un tipo di demenza che porta a perdita di memoria, declino cognitivo e una marcata riduzione della qualità della vita, ha un impatto su milioni di persone a livello globale ed è una delle principali cause di morte negli individui più anziani.


Il team di ricerca, della UTS, della UNSW Sydney e dell'Agency for Science, Technology and Research di Singapore, ha esaminato l'impatto dell'inquinamento atmosferico sulla salute del cervello nei topi e delle cellule neuronali umane in laboratorio. L'obiettivo era comprendere meglio come l'esposizione alle particelle di inquinamento atmosferico tossico può portare al MA.


"Meno dell'1% dei casi di MA sono ereditati, quindi è probabile che l'ambiente e lo stile di vita abbiano un ruolo chiave nello sviluppo della malattia", ha affermato la prof.ssa Gunawan. "Studi precedenti avevano indicato che le persone che vivono in aree con molto inquinamento atmosferico hanno un rischio più alto di MA. La magnetite, un composto di ossido di ferro magnetico, è già stata trovata in maggiori quantità nel cervello delle persone con MA. Tuttavia, questo è il primo studio a esaminare se la presenza di particelle di magnetite nel cervello può effettivamente portare a segni di MA".


I ricercatori hanno esposto topi sani e altri geneticamente predisposti al MA a particelle molto fini di ferro, magnetite e idrocarburi di gasolio per quattro mesi, scoprendo che la magnetite ha indotto le patologie più coerenti di MA. Queste includono la perdita di cellule neuronali nell'ippocampo, un'area del cervello cruciale per la memoria, e nella corteccia somato-sensoriale, un'area che elabora le sensazioni dal corpo.


Nei topi predisposti al MA è stata osservata una maggiore formazione di placca amiloide. I ricercatori hanno osservato anche cambiamenti comportamentali nei topi, coerenti con il MA, incluso un aumento dello stress e dell'ansia e la compromissione della memoria a breve termine, quest'ultima in particolare nei topi geneticamente predisposti.


“La magnetite è un inquinante atmosferico abbastanza comune. Proviene da processi di combustione ad alta temperatura come scarichi di veicoli, incendi di legno e centrali elettriche a carbone, nonché da attrito dei freni e usura dei motori", ha affermato la prof.ssa McGrath. “Quando inspiriamo inquinanti dell'aria, queste particelle di magnetite possono entrare nel cervello attraverso il rivestimento interno del naso e dal bulbo olfattivo, una piccola struttura sul fondo del cervello responsabile di elaborare gli odori, bypassando la barriera emato-encefalica".


I ricercatori hanno scoperto che la magnetite ha indotto una risposta immunitaria nei topi e nelle cellule neuronali umane in laboratorio. Ha innescato infiammazione e stress ossidativo, che a loro volta hanno provocato danni cellulari. L'infiammazione e lo stress ossidativo sono fattori significativi noti per contribuire alla demenza.


"La neurodegenerazione indotta dalla magnetite è anche indipendente dallo stato della malattia, abbiamo visto segni di MA nel cervello di topi sani", ha affermato la dott.ssa Charlotte Fleming, la prima coautrice della UTS.


I risultati possono interessare innanzitutto i professionisti della salute e i politici, e poi suggeriscono che le persone dovrebbero prendere provvedimenti per ridurre il più possibile l'esposizione all'inquinamento atmosferico e considerare i metodi per migliorare la qualità dell'aria e ridurre il rischio di malattie neurodegenerative.


Lo studio ha implicazioni per le linee guida sull'inquinamento atmosferico: le particelle di magnetite devono essere incluse nella soglia di sicurezza raccomandata per l'indice di qualità dell'aria e dovremmo anche aumentare le misure per ridurre le emissioni di centrali elettriche a carbone.

 

 

 


Fonte: University of Technology Sydney (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: C Gunawan, [+6], KC McGrath. Neurodegenerative effects of air pollutant Particles: Biological mechanisms implicated for Early-Onset Alzheimer’s disease. Envir Int, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)