Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Scoperto il meccanismo nel cervello che aggiorna costantemente la memoria

girl playing memory game Image by freepik.com

Ricercatori del Mount Sinai di New York hanno scoperto per la prima volta un meccanismo neurale di integrazione della memoria che si estende sia nel tempo che nell'esperienza personale. Queste scoperte, riferite su Nature, dimostrano che i ricordi archiviati in gruppi di neuroni nel cervello vengono costantemente aggiornati e riorganizzati con informazioni salienti e rappresentano un passo importante per decifrare come i nostri ricordi rimangono aggiornati con le informazioni disponibili più recenti.


Questa scoperta potrebbe avere importanti implicazioni per una migliore comprensione dei processi di memoria adattiva (come fare inferenze causali) e dei processi disadattivi (come il disturbo da stress post-traumatico). Denise Cai PhD, prof.ssa associata di neuroscienze del Mount Sinai e autrice senior dello studio, afferma:

"La visione radicata è che i ricordi si formano durante l'apprendimento iniziale e rimangono stabili nel tempo negli insiemi neurali, consentendoci di ricordare un'esperienza particolare. Il nostro lavoro con topi modello mostra l'inadeguatezza di questa teoria, dal momento che non tiene conto di come il cervello può sia memorizzare i ricordi che aggiornarli in modo flessibile con informazioni nuove e pertinenti. Questa combinazione di stabilità e flessibilità all'interno degli insiemi neurali è fondamentale per noi per fare previsioni e prendere decisioni nel quotidiano e interagire con un mondo in continua evoluzione".


La questione fondamentale di come aggiorniamo dinamicamente i ricordi mentre incontriamo nuove informazioni è da sempre una sfida per i neuroscienziati. Per questo studio, il team del Mount Sinai ha monitorato il comportamento e l'attività neurale nell'ippocampo di topi adulti mentre apprendevano nuove esperienze, si riposavano dopo ogni esperienza (durante i cosiddetti periodi offline, fuori linea) e richiamavano i ricordi passati nei giorni seguenti.


I ricercatori hanno scoperto che dopo ogni evento, il cervello consolida e stabilizza la memoria riproducendo l'esperienza. Dopo un'esperienza negativa, il cervello riproduce non solo quell'evento, ma i ricordi di giorni prima, apparentemente alla ricerca di eventi correlati da collegare e, quindi, integrare i ricordi nel tempo.


Lo studio dei topi che hanno subito un evento altamente avverso (ad esempio, una scossa al piede in un ambiente specifico), ha rivelato che le esperienze negative guidano la riattivazione non solo della memoria avversa recente, ma anche di una 'neutra', o non minacciosa, formata giorni prima (un ambiente sicuro e diverso in cui non hanno ricevuto scosse).


"Abbiamo capito che, quando i topi stavano riposando dopo un'esperienza altamente negativa, contemporaneamente hanno riattivato l'insieme neurale di quell'esperienza e della memoria neutra precedente, integrando così le due distinte modalità di memoria", spiega la dott.ssa Cai. "Ci riferiamo a questo fenomeno come co-riattivazione dell'insieme (ensemble co-reactivation) e ora sappiamo che guida il collegamento a lungo termine dei ricordi nel cervello".


Contrariamente alla letteratura pubblicata che mostra che il sonno sembra dare benefici alla conservazione della memoria, i ricercatori hanno scoperto che il legame della memoria avviene più spesso durante la veglia che nel sonno. Questa scoperta ha sollevato domande interessanti per la squadra sui ruoli distinti che hanno veglia e sonno nei diversi processi di memoria.


La ricerca ha anche dimostrato che le esperienze avverse avevano maggiori probabilità di essere collegate ai ricordi passati, o 'retrospettivamente', rispetto a 'prospettivamente' tra i giorni, e che eventi negativi più intensi avevano maggiori probabilità di guidare il legame retrospettivo della memoria. La dott.ssa Cai ha concluso:

“Scoprendo un complesso meccanismo neurale che facilita l'integrazione della memoria, abbiamo fatto un passo importante nella direzione di una migliore comprensione della memoria del mondo reale, per cui sappiamo che i nostri ricordi vengono costantemente aggiornati e ristrutturati con l'esperienza successiva in modo da poter funzionare giorno dopo giorno in un mondo dinamico".

 

 

 


Fonte: The Mount Sinai (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Y Zaki, [+17], DJ Cai. Offline ensemble co-reactivation links memories across days. Nature, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.