Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come prendono abitudini le cellule?

Harvard video frame by Kevin JiangImmagine dal video di Kevin Jiang accessibile in fondo all'articolo.

Un cane impara a sedersi a comando, una persona ascolta e alla fine esclude il ronzio della lavatrice mentre legge ... La capacità di imparare e adattarsi è centrale per l'evoluzione e, invero, per la sopravvivenza. L'abitudine, o assuefazione - parente povera di adattamento - comporta la riduzione della risposta a uno stimolo dopo un'esposizione ripetuta. Pensa al bisogno che un terzo espresso mantenga lo stesso livello di concentrazione che una volta raggiungevi con uno solo.


Fino a poco tempo fa, l'assuefazione - una forma semplice di apprendimento - era considerata il dominio esclusivo di organismi complessi con cervello e sistema nervoso, come vermi, insetti, uccelli e mammiferi. Ma un nuovo studio, pubblicato il 19 novembre su Current Biology, offre prove convincenti che anche piccole creature monocellulari, come ciliati e amebe, così come le cellule del nostro corpo, potrebbero mostrare un'assuefazione simile a quella degli organismi più complessi con un cervello.


Il lavoro, guidato da scienziati della Harvard University e del Center for Genomic Regulation (CRG) di Barcellona, ​​suggerisce che le singole cellule sono in grado di comportamenti più complessi di quanto creduto finora.


"Questa scoperta apre un nuovo entusiasmante mistero per noi: in che modo le cellule senza cervello gestiscono qualcosa di così complesso?", ha detto l'autore senior dello studio Jeremy Gunawardena, professore associato di biologia dei sistemi al Blavatnik Institute di Harvard, che ha guidato lo studio con Rosa Martinez Corral, ex ricercatrice post-dottorato del suo laboratorio, a capo ora di un gruppo di ricerca su sistemi e biologia sintetica al CRG.


I risultati si aggiungono al lavoro limitato, ma in crescita, su questo argomento. Precedenti lavori guidati da Gunawardena avevano scoperto che un ciliato a cellula singola mostra un comportamento di evitamento, non diverso dalle azioni osservate negli animali che incontrano stimoli spiacevoli.

 

Cosa hanno scoperto i ricercatori

Invece di studiare le cellule in un piatto di laboratorio, gli scienziati hanno usato la modellazione avanzata al computer per analizzare come le reti molecolari all'interno delle cellule ciliate e dei mammiferi rispondono a diversi modelli di stimolazione. Hanno trovato 4 reti che presentano segni distintivi dell'abitudine nel cervello degli animali.


Queste reti condividevano una caratteristica comune: ogni rete molecolare aveva due forme di archiviazione della 'memoria' che coglievano le informazioni apprese dall'ambiente. Una memoria decadeva molto più velocemente dell'altra: una forma di perdita di memoria necessaria per l'assuefazione, hanno osservato i ricercatori. Questa scoperta suggerisce che singole cellule elaborano e ricordano le informazioni su tempi diversi.

 

Implicazioni

Studiare l'assuefazione in singole cellule potrebbe aiutare a capire come funziona in generale l'apprendimento, hanno detto i ricercatori. I risultati mettono anche le umili creature monocellulari sotto una luce nuova e più allettante: non sono semplicemente macchine molecolari confezionate in corpi microscopici, ma sono anche agenti che possono imparare. Ma che dire delle applicazioni più pratiche? I ricercatori avvertono che per ora rimangono puramente ipotesi.


Tuttavia, un'idea audace sarebbe applicare il concetto di abitudine alla relazione tra cancro e immunità. I tumori sono notoriamente buoni evasori di sorveglianza immunitaria perché ingannano le cellule immunitarie facendo loro credere di essere solo astanti innocenti. In altre parole, le cellule immunitarie responsabili del riconoscimento del cancro possono essere abituate in qualche modo alla presenza di una cellula tumorale: la cellula immunitaria si abitua allo stimolo e non risponde più.


"È simile all'illusione. Se sapessimo come vengono codificate queste false percezioni nelle cellule immunitarie, potremmo provare a riprogettarle in modo che le cellule immunitarie inizino a percepire correttamente il loro ambiente, il tumore diventi visibile come maligno e si mettano al lavoro", ha detto Gunawardena. "In questo momento è fantasia, ma è una direzione che mi piacerebbe esplorare in seguito".

 

 

 

 


Fonte: Ekaterina Pesheva in Harvard Medical School (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: L Eckert, [+4], J Gunawardena. Biochemically plausible models of habituation for single-cell learning. Current Biology, 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)