Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuove scoperte sui fattori che determinano la progressione dell'Alzheimer

Un team di ricerca dell'Università di Barcellona (UB) ha scoperto nuovi meccanismi molecolari legati al declino cognitivo associato al morbo di Alzheimer (MA), descrivendo per la prima volta il ruolo decisivo della proteina RTP801 negli astrociti durante la progressione della malattia.

GFAP function astrocyte Funzioni degli astrociti tra i neuroni e i capillari nel cervello (Fonte: Cusabio)

Nel MA, che non ha ancora una cura, esiste un accumulo di placche di amiloide-beta (Aβ) al di fuori dei neuroni, e di grovigli di proteine ​​tau iperfosforilate all'interno dei neuroni. La proteina RTP801, codificata dal gene DDIT4 nei neuroni dell'ippocampo, è coinvolta nel processo di neuroinfiammazione, neurotossicità e progressione della malattia, come dettagliato dal team in un studio precedente (Cell Death and Disease, 2021).


Come in altre malattie che alterano la funzione cerebrale e causano la morte cellulare, questa patologia comporta un'interazione complessa tra diversi tipi di cellule nel sistema nervoso centrale. Ora, il nuovo studio descrive per la prima volta il ruolo cruciale della proteina RTP801 negli astrociti, cellule cerebrali specifiche coinvolte nella neuroinfiammazione, nella regolazione sinaptica e nell'omeostasi cerebrale.


"Gli astrociti, in precedenza considerati cellule di supporto passivo, agiscono come regolatori attivi dei processi neurodegenerativi, incluso il mantenimento dell'equilibrio eccitatorio-inibitorio e le risposte neuroimmuni. La RTP801 è una proteina di risposta allo stress coinvolta nella disfunzione neuronale, ma il suo ruolo specifico negli astrociti non era noto", ha detto Cristina Malagelada, autrice senior dello studio pubblicato su Alzheimer's & Dementia.


Usando tecniche di terapia genica, il team ha esplorato gli effetti del silenziamento dell'espressione della proteina RTP801 negli astrociti dell'ippocampo dorsale di animali modello della malattia. Lo studio ha analizzato l'impatto del silenziamento genico sulla memoria spaziale, sugli interneuroni positivi alla parvalbumina (PV+) e sulla connettività cerebrale funzionale, che sono interconnessi dalla funzione dei circuiti neurali inibitori.


"Nel MA, la disfunzione di questi circuiti porta a compromissione cognitiva, disregolazione emotiva e interruzione dell'attività della rete cerebrale, che sono aspetti chiave della progressione della malattia. Inoltre, abbiamo anche esaminato la sua influenza sui marcatori neuroinfiammatori, in particolare l'astrogliosi, la microgliosi e l'attivazione di inflammazione", spiega Almudena Chicote, prima autrice dello studio.


Secondo lo studio, quando i livelli di RTP801 sono ridotti negli astrociti dell'animale modello di MA, diminuisce anche l'iperconnettività di queste reti cerebrali. Pertanto, normalizzare l'espressione di RTP801 aiuterebbe a ripristinare la connettività della rete cerebrale come quella di individui sani.

 

Cambiamenti metabolici e neurali

Il team ha anche scoperto che i livelli di GABA - un neurotrasmettitore essenziale per inibire l'eccitabilità cerebrale - sono ridotti negli animali modello di MA. Tuttavia, questa condizione può essere parzialmente invertita quando viene silenziata l'espressione della proteina RTP801 negli astrociti. Questi cambiamenti metabolici sono stati collegati alla perdita di un tipo specifico di interneuroni PV+ che sintetizzano il GABA nell'ippocampo.


"Pertanto, il silenziamento della proteina RTP801 può aiutare a invertire parte del danno agli interneuroni PV+ nell'ippocampo, e questo potrebbe aiutare a ripristinare un'adeguata produzione di GABA e migliorare la funzione cerebrale", osserva Almudena Chicote.


Lo studio suggerisce anche che la connettività aberrante della rete cerebrale - l'iperconnettività o aumento dell'attività della rete cerebrale - osservata in alcuni modelli potrebbe essere spiegata dalla tossicità della proteina RTP801 nei neuroni PV+ nell'ippocampo, che sono produttori chiave di GABA. "La riduzione di RTP801 ha parzialmente ripristinato questi neuroni e ha migliorato i livelli di GABA", afferma la ricercatrice.


Il team prevede di espandere le linee di ricerca per rafforzare i risultati in vitro e convalidare l'uso del silenziamento della proteina RTP801 nelle future strategie terapeutiche per affrontare il MA.

 

 

 


Fonte: Universitat de Barcelona (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: A Chicote-González, [+9], C Malagelada. Astrocytes, via RTP801, contribute to cognitive decline by disrupting GABAergic-regulated connectivity and driving neuroinflammation in an Alzheimer's disease mouse model. Alz&Dem, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.