Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Stai perdendo l'olfatto? Potrebbe essere un segno precoce di Alzheimer o Parkinson

side view woman smelling lavenderImage by freepik

In una scena magica verso la fine del film Ratatouille del 2007, il critico gastronomico Anton Ego, notoriamente severo, viene immediatamente trasportato indietro nel tempo, i suoi ricordi d'infanzia rianimati da una cucchiaiata del piatto omonimo del film. Non erano necessarie foto, solo il gusto e il profumo del cibo.


L’olfatto è il più silenzioso dei nostri sensi, ma anche uno dei più potenti. In effetti, può persino aprire le porte a ricordi che pensavamo dimenticati da tempo. È anche il senso più personale e soggettivo, ed è ciò che rende così difficile per le persone mettersi d'accordo su cosa abbia un buon profumo. Tuttavia, sembra esserci consenso sull’odore peggiore del mondo.


Nel 1889, in un laboratorio tedesco, una reazione chimica che coinvolgeva un composto chiamato tioacetone produsse un fetore così terribile da provocare il vomito e lo svenimento delle persone a mezzo chilometro di distanza, costringendo all'evacuazione parziale della città di Friburgo. Non sappiamo ancora quale sia stata la reazione esatta a causare questo tanfo, ma sembra che nessuno abbia fretta di scoprirlo.


Ma cosa succede quando il nostro odorato inizia a scemare? E se la perdita dell’olfatto fosse qualcosa di più di un semplice sintomo passeggero?

 

Una scorciatoia per le nostre emozioni

L’olfatto è un vantaggio evolutivo: ci avverte dei pericoli invisibili e ci mette in allerta. Il profumo può influenzare anche le nostre decisioni, e i grandi marchi lo sanno bene, visto che profumano i loro negozi con fragranze che toccano le nostre emozioni e ci invitano a restare. Gli odori hanno la capacità di risvegliare ricordi ed emozioni intense e di questo è responsabile il bulbo olfattivo. Questa piccola area del prosencefalo, situata molto vicino al naso, riceve i segnali olfattivi e li invia direttamente alle aree del cervello che gestiscono la memoria e le emozioni.


Nonostante la sua importanza, l’olfatto rimane il senso meno compreso e spesso sottovalutato. Quando svanisce, di solito passa inosservato, ma potremmo non renderci conto di quanto sia importante finché non lo perdiamo.


Questo è quello che è successo a Michele Crippa, rinomato 'super degustatore' italiano che ha perso l’olfatto durante la pandemia. Anche se l'ha riacquistato settimane dopo, il suo incubo personale era appena iniziato, poiché quando il suo senso dell'olfatto è tornato, era distorto. Le arance odoravano di plastica bruciata, le pesche odoravano di basilico e la vaniglia gli dava la nausea. Ciò era probabilmente dovuto al fatto che i neuroni del suo bulbo olfattivo erano stati danneggiati.


Anche se qualsiasi perdita di olfatto è sgradevole, potrebbe avere un significato più grande: un segnale d’allarme proveniente dal profondo del nostro cervello.

 

Un comune raffreddore o Alzheimer/Parkinson?

La maggior parte di noi prima o poi ha perso il senso dell'olfatto, di solito a causa di un semplice attacco di raffreddore o influenza. Tuttavia, questo sintomo può anche essere un sintomo precoce di malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer (MA) o di Parkinson (MP). Questo è noto da tempo, ma la cosa sorprendente è che la perdita dell’olfatto avviene anni prima che compaiano i sintomi di queste malattie. Quindi, potremmo usare la perdita dell’olfatto per prevedere l'MP? La risposta, per quanto inutile, è: dipende.


Uno dei maggiori problemi delle malattie neurodegenerative è che il danno è già molto avanzato quando si possono diagnosticare. Nel caso dell'MP, quando compaiono i primi sintomi (rigidità, tremori, ecc.), è già persa più della metà dei neuroni che producono la dopamina, il neurotrasmettitore che controlla il movimento. Identificare i primi sintomi come la perdita dell’olfatto – che colpisce fino al 90% dei pazienti – potrebbe fungere da biomarcatore, avvisandoci della presenza della malattia. Ciò ci consentirebbe di diagnosticarla molto prima e di dare accesso a trattamenti più efficaci.


Il problema è che questo sintomo non è esclusivo dell'MP: può comparire anche nell’invecchiamento, nello stress o in altre condizioni. Ciò significa che tendiamo a minimizzarne l’importanza. Ancora non sappiamo con certezza perché le malattie neurodegenerative causano la perdita dell’olfatto, anche se abbiamo alcuni indizi. In alcuni pazienti affetti da MP, la malattia può iniziare nel bulbo olfattivo molto prima di diffondersi alle aree che controllano il movimento. Questo perché alcuni virus, pesticidi o tossine che inaliamo potrebbero danneggiarlo e causare alterazioni nell'area.


Nel caso del MA, il danno potrebbe iniziare in una minuscola regione bluastra del tronco cerebrale chiamata locus coeruleus, come ha rivelato un recente studio. Questo 'pulsante di allarme' ci mantiene svegli e concentrati, e la sua connessione con il bulbo olfattivo è ciò che collega gli odori alle emozioni. Quando questa connessione si interrompe, i problemi con l’olfatto si verificano molto prima che emergano i primi segni di demenza.


Insomma, la perdita della capacità dell'olfatto non sarebbe un sintomo della malattia stessa, ma piuttosto un segnale d'allarme che il processo degenerativo è iniziato.

 

Diagnosi attraverso l'olfatto

Quando un paziente entra in clinica, non è sempre facile distinguere tra MP e altri disturbi del movimento simili. Una perdita dell’olfatto, combinata con altri test e indicatori, potrebbe aiutare a confermare la diagnosi. Potrebbe anche aiutarci a prevedere la progressione della malattia, poiché è correlata alle sue forme più gravi. Inoltre, la perdita dell’olfatto nell'MP è selettiva. I pazienti percepiscono senza problemi odori gradevoli come il cioccolato, ma hanno difficoltà a rilevare odori neutri o sgradevoli come sapone, fumo o gomma.


Altri pazienti, soprattutto donne, sperimentano qualcosa di ancora più strano: allucinazioni olfattive. Ciò significa che percepiscono odori 'fantasma', come tabacco o legna che brucia, che in realtà non esistono. Per quanto incredibile possa sembrare, l'MP ha persino il suo profumo, che è stato descritto come legnoso e muschiato. Lo sappiamo grazie a Joy Milne, una donna scozzese con un senso dell'olfatto accentuato: era in grado di riconoscere questo particolare odore su suo marito 12 anni prima che gli fosse diagnosticata la malattia.


La perdita dell’olfatto può sembrare qualcosa confinato al naso, ma in realtà è una finestra sul cervello. Permette ai ricercatori di sbirciare all'interno del cervello per decifrarne i segreti e raccogliere informazioni preziose che ci aiuteranno a prenderci cura e a migliorare la qualità della vita di coloro che soffrono di malattie neurodegenerative.

 

 

 


Fonte: Jannette Rodríguez Pallares, prof.ssa di Anatomia ed Embriologia Umana, Università di Santiago de Compostela

Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)