Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Identificato nuovo processo immunitario che può alleviare l’Alzheimer

Il lecanemab (Leqembi) è una terapia con anticorpi monoclonali per il morbo di Alzheimer (MA) che elimina le placche amiloidi tossiche e ritarda il declino cognitivo. I ricercatori del VIB e della KU Leuven hanno ora dimostrato per la prima volta il meccanismo alla base di ciò, dimostrando che il 'frammento Fc' di questo farmaco è essenziale per coinvolgere le microglia (le cellule immunitarie del cervello), avviando così il meccanismo cellulare necessario per la rimozione della placca. Questa è la prima spiegazione meccanicistica diretta del funzionamento di questa classe di farmaci, che chiarisce le incertezze sul campo e offre un modello per lo sviluppo di trattamenti per il MA più sicuri ed efficaci.

Lecanemab pink taken up by human microglia light blue surrounding amyloid plaques green by VB KU LeuvenLecanemab (rosa) assorbito dalle microglia (azzurro) che circondano le placche amiloidi (verde). Fonte: VIB-KU Leuven

"Il nostro studio è il primo a dimostrare chiaramente come funziona questa terapia con anticorpi anti-amiloide nel MA. Abbiamo dimostrato che l'efficacia della terapia si basa sul frammento Fc dell'anticorpo, che induce le microglia a eliminare efficacemente le placche amiloidi", afferma la Dott.ssa Giulia Albertini, prima coautrice dello studio. "Il frammento Fc funziona come un'ancora a cui le microglia si agganciano quando sono vicine alle placche, in conseguenza della quale queste cellule vengono riprogrammate per eliminare le placche in modo più efficiente".


Il MA colpisce oltre 55 milioni di persone ed è causato dalla comparsa di placche amiloidi nel cervello, agglomerati proteici tossici che poi causano la morte neuronale e infine la demenza. Le microglia, le cellule immunitarie del cervello, si riuniscono naturalmente attorno a queste placche, ma non riescono a eliminarle nell'ambito della loro funzione immunitaria. Negli ultimi anni sono state sviluppate terapie incentrate sul ripristino di questa funzione microgliale fondamentale.

 

Terapia anticorpale che ripristina la funzione microgliale

Il lecanemab, già approvato dalla FDA, è una di queste terapie con anticorpi anti-amiloide progettata per colpire le placche di amiloide-beta (Aβ) e rallentare la progressione della malattia. Tuttavia, gli effetti collaterali associati ne hanno compromesso l’efficacia e si sa poco su come questo anticorpo sia in grado di eliminare gli aggregati tossici. Di solito un anticorpo è costituito da due regioni che lavorano insieme. Una è responsabile di riconoscere e legarsi a un bersaglio specifico (cioè le placche amiloidi), mentre l'altra, il frammento Fc, segnala al sistema immunitario.


Studi precedenti avevano suggerito che la rimozione della placca è mediata dall’attivazione delle microglia, ma mancavano prove sperimentali dirette che collegassero l’attività delle microglia all’efficacia terapeutica del lecanemab. Inoltre, sono stati ampiamente proposti anche meccanismi alternativi Fc-indipendenti per la rimozione della placca. Il team guidato dal Prof. Bart De Strooper ha dimostrato che il frammento Fc è essenziale, poiché le microglia rispondono all'anticorpo solo quando questa parte è funzionale.


Usando nello studio pubblicato su Nature Neuroscience topi modello di MA auto-prodotti a cui erano state innestate cellule microgliali umane, i ricercatori hanno creato un sistema controllato in cui potevano esaminare come il lecanemab attiva le cellule umane e come questo porta alla rimozione della placca amiloide. I ricercatori hanno anche scoperto che un anticorpo senza il frammento Fc non aveva alcun effetto.


“Il fatto di aver usato microglia umane all’interno di un modello sperimentale controllato è stato uno dei principali punti di forza del nostro studio. Ciò ci ha permesso di testare gli stessi anticorpi usati nei pazienti e di osservare le risposte specifiche dell’uomo con una risoluzione senza precedenti”, aggiunge Magdalena Zielonka, prima coautrice.

 

I processi cellulari di eliminazione microgliale

I ricercatori hanno poi proceduto a chiarire come le microglia puliscono le placche amiloidi in questo modello ibrido uomo-animale dopo l’attivazione del lecanemab. Hanno identificato i meccanismi cellulari chiave necessari per eliminare le placche amiloidi: la fagocitosi e l'attività lisosomiale. Senza il frammento Fc, nessuno di questi processi cellulari critici veniva attivato.


Combinando la trascrittomica spaziale e unicellulare con le competenze disponibili al VIB-KU Leuven Center for Brain & Disease Research, il team ha scoperto un programma genetico delle microglia, caratterizzato da una forte espressione del gene SPP1, una scoperta resa possibile da NOVA-ST, una tecnica sviluppata dal laboratorio Stein Aerts (VIB-KU Leuven). I risultati del gruppo di ricerca VIB-KU Leuven aprono la strada a terapie più raffinate per il MA, definendo lo specifico programma microgliale che guida la rimozione efficace della placca.


“Questo apre le porte a terapie future che potrebbero attivare le microglia senza richiedere anticorpi. Comprendere l’importanza del frammento Fc aiuta a guidare la progettazione dei farmaci di prossima generazione contro il MA”, conclude il prof. Bart De Strooper.

 

 

 


Fonte: VIB-KU Leuven (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: G Albertini, [+16], B De Strooper. The Alzheimer’s therapeutic Lecanemab attenuates Aβ pathology by inducing an amyloid-clearing program in microglia. Nat Neurosci, 2025, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)