Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Piccole quantità di alcol prolungano notevolmente la vita di un verme, perché?

Biochimici dell'University of California Los Angeles (UCLA) comunicano in un rapporto che minuscole quantità di etanolo, il tipo di alcool presente nelle bevande alcoliche, riesce a più che raddoppiare la durata della vita di un piccolo verme conosciuto come Caenorhabditis elegans (foto), usato frequentemente come modello negli studi sull'invecchiamento.

Gli scienziati hanno detto che trovano la loro scoperta difficile da spiegare.

"Questa scoperta ci ha steso - è scioccante", ha detto Steven Clarke, un professore di chimica e biochimica dell'UCLA e autore senior dello studio, pubblicato il 18 gennaio nella rivista online PLoS ONE, una pubblicazione della Public Library of Science. Negli esseri umani, il consumo di alcol è generalmente dannoso, ha dichiarato Clarke, e se ai vermi vengono somministrate concentrazioni molto più elevate di etanolo, sperimentano effetti neurologici dannosi e muoiono, hanno dimostrato altre ricerche. "Abbiamo usato livelli molto più bassi, potrebbe essere stato utile", ha detto Clarke, che studia biochimica dell'invecchiamento.


I vermi, che crescono da un uovo all'età adulta in pochi giorni, si trovano in tutto il mondo nel terreno, dove si cibano di batteri. Il gruppo di ricerca di Clarke (Paola Castro, Shilpi Khare e Brian Young) ha studiato migliaia di questi vermi durante le prime ore della loro vita, mentre erano ancora in uno stadio larvale. I vermi vivono di solito per circa 15 giorni e possono sopravvivere senza mangiare nulla per circa 10-12 giorni.


"La nostra scoperta è che piccole quantità di etanolo possono farli sopravvivere da 20 a 40 giorni"
, ha detto Clarke. Inizialmente, il laboratorio di Clarke voleva testare l'effetto del colesterolo sui vermi. "Il colesterolo è fondamentale per gli esseri umani", ha detto Clarke. "Ne abbiamo bisogno nelle membrane, ma può essere pericoloso nel sangue". Gli scienziati hanno alimentato di colesterolo i vermi, e i vermi sono vissuti più a lungo, apparentemente a causa del colesterolo. Avevano sciolto il colesterolo in etanolo, spesso usato come solvente, che hanno diluito 1000 volte.


"E' solo un solvente, ma è saltato fuori che il solvente stava avendo un effetto longevità"
, ha detto Clarke. "Il colesterolo non ha fatto nulla. Abbiamo scoperto non solo che l'etanolo funziona a diluizione di 1-a-1.000, ma che funziona anche a diluizione di 1-a-20.000. Quella microscopica quantità non avrebbe dovuto fare alcuna differenza, ma si scopre che può essere così benefico".


Quanto è poco questo etanolo?

"Le concentrazioni corrispondono a un cucchiaio di etanolo in una vasca piena d'acqua o l'alcool di una sola birra diluito in un centinaio di litri d'acqua", ha detto Clarke. Perché così poco etanolo ha un tale effetto sulla longevità? "Non conosciamo tutte le risposte", riconosce Clarke. "E' possibile che ci sia una spiegazione banale, ma io non credo che sia il caso. Noi sappiamo che se aumentiamo la concentrazione di etanolo, [i vermi] non vivono più così a lungo. Questo livello estremamente basso è il massimo che dà loro un vantaggio".

 

Gli scienziati hanno scoperto che quando hanno alzato il livello di etanolo di un fattore 80, la durata della vita dei vermi non è aumentata. La ricerca solleva, ma che non risponde, alla domanda se piccole quantità di etanolo possono essere utili per la salute umana. Non si sa se questo meccanismo abbia qualcosa in comune con la scoperta che il consumo moderato di alcol negli esseri umani può avere un beneficio per la salute cardiovascolare, ma Clarke ha detto che le possibilità sono interessanti.


Nel seguito della ricerca, il laboratorio di Clarke sta cercando di identificare il meccanismo che estende la durata della vita dei vermi.

[...]


Co-autore della ricerca è il ricercatore Brian Young, ora studente MD / Ph.D. della David Geffen School of Medicine all'UCLA. La ricerca è stata finanziata a livello federale dal National Institute of General Medical Sciences parte dei National Institutes of Health.

 

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

 

 


Fonte: Materiale della University of California - Los Angeles. L'articolo originale è stato scritto da Stuart Wolpert.

Riferimento: Paola V. Castro, Shilpi Khare, Brian D. Young, Steven G. Clarke. Caenorhabditis elegans Battling Starvation Stress: Low Levels of Ethanol Prolong Lifespan in L1 Larvae. PLoS ONE, 2012; 7 (1): e29984 DOI: 10.1371/journal.pone.0029984.

Pubblicato in ScienceDaily il 20 Gennaio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X.
I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare a informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)