Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Rivelato meccanismo di apprendimento del cervello adulto

Dicono che non si possono insegnare trucchi nuovi a un cane vecchio. Fortunatamente, questo non è sempre vero.

I ricercatori dell'Istituto olandese di Neuroscienze (NIN-KNAW) hanno ora scoperto come il cervello adulto sia in grado di adattarsi alle nuove situazioni. Le scoperte dei ricercatori olandesi sono state pubblicate il 25 aprile sulla rivista Neuron. Il loro studio può essere significativo nello sviluppo di trattamenti di disturbi del neurosviluppo.

 

Capacità di apprendere

Il nostro cervello elabora le informazioni in complesse reti di cellule nervose. Le cellule comunicano e si eccitano l'una con l'altra attraverso connessioni speciali, chiamate sinapsi. Il cervello giovane è in grado di formare molte nuove sinapsi, e vanno quindi meglio ad imparare cose nuove. Ecco perchè acquisiamo competenze essenziali - camminare, parlare, sentire e vedere - nei primi anni di vita. Il cervello adulto stabilizza le sinapsi in modo da poter utilizzare ciò che abbiamo imparato durante l'infanzia per il resto della vita.

 


  Due sinapsi inibitorie (giallo) scompaiono dal
processo di una cellula nervosa (rosso) durante
l'apprendimento.
(Credit: Image courtesy of
Netherlands Institute for Neuroscience)
 

Inibitori che scompaiono

 Una ricerca precedente ha scoperto che circa un quinto delle sinapsi nel cervello inibiscono invece di eccitare l'attività di altre cellule nervose. I neuroscienziati hanno ora dimostrato che molte di queste sinapsi inibitorie scompaiono se il cervello adulto è costretto ad imparare nuove abilità. Sono giunti a questa conclusione illuminando le sinapsi inibitorie nel cervello dei topi con proteine fluorescenti e poi inseguendole per diverse settimane utilizzando un microscopio specializzato.

Hanno poi chiuso un occhio del topo temporaneamente per abituarli a vedere con un occhio solo. Dopo pochi giorni, l'area del cervello che elabora le informazioni provenienti da entrambi gli occhi cominciò a rispondere più attivamente all'occhio aperto. Al tempo stesso, molte delle sinapsi inibitorie sono scomparse e sono state successivamente sostituite da nuove sinapsi.

 

Regolare la rete di informazione

Le sinapsi inibitorie sono di vitale importanza per il modo in cui funzionano le reti nel cervello. "Possiamo vedere le sinapsi eccitatorie come a una rete stradale, il traffico è incanalato da A a B, e le sinapsi inibitorie come i segnali della matrice che regolano il traffico", spiega il capo della ricerca Christiaan Levelt. "Le sinapsi inibitorie garantiscono un efficiente flusso di traffico nel cervello. In caso contrario, il sistema diventa sovraccarico, per esempio come nell'epilessia; se indicano sempre una velocità di 20 chilometri l'ora, tutto si fermerebbe, per esempio quando viene somministrato un anestetico. Se si riesce a spostare i segnali in posizioni diverse, si può portare a grandi cambiamenti dei flussi di traffico senza dover reindirizzare tutta la rete stradale".

 

Speranza

Le sinapsi inibitorie svolgono un ruolo estremamente influente sull'apprendimento nel cervello giovane. Le persone che hanno disturbi dello sviluppo neurologico - ad esempio l'epilessia, ma anche autismo e schizofrenia - possono avere difficoltà a formare sinapsi inibitorie. La scoperta che il cervello adulto è ancora in grado di potare o di formare queste sinapsi, offre la speranza che si possa utilizzare un intervento farmacologico o genetico per migliorare o gestire questo processo. Ciò potrebbe portare a delimitatori importanti per il trattamento dei disturbi neurologici sopra menzionati, ma anche riparare un tessuto cerebrale danneggiato.

 

 

 

 

*************************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

************************
Fonte: Materiale del Netherlands Institute for Neuroscience, via AlphaGalileo.

Riferimento:
Daniëlle van Versendaal, Rajeev Rajendran, M. Hadi Saiepour, Jan Klooster, Laura Smit-Rigter, Jean-Pierre Sommeijer, Chris I. De Zeeuw, Sonja B. Hofer, J. Alexander Heimel, Christiaan N. Levelt. Elimination of Inhibitory Synapses Is a Major Component of Adult Ocular Dominance Plasticity. Neuron, 2012; 74 (2): 374 DOI: 10.1016/j.neuron.2012.03.015.

Pubblicato in ScienceDaily il 26 Aprile 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

Notizie da non perdere

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)