Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


I veterani esposti a esplosioni possono essere a rischio di demenza

Un nuovo studio dimostra che veterani di Iraq e Afghanistan esposti a esplosioni possono avere un più alto rischio di demenza precoce.Una generazione di veterani dall'Iraq e dall'Afghanistan, esposti a esplosioni, potrebbero avere un rischio di demenza precoce, secondo un nuovo studio che ha esaminato i cervelli sottoposti ad autopsia di quattro ex militari e quattro atleti.

Gli scienziati hanno detto che il loro lavoro ha mostrato l'evidenza di una malattia progressiva degenerativa del cervello nota come encefalopatia traumatica cronica (CTE), una malattia rilevata negli ultimi anni tra i calciatori professionisti deceduti che hanno subito traumi multipli.


Quello che hanno detto i ricercatori di particolarmente allarmante è la prova che il disturbo potrebbe derivare dall'esposizione ad una singola esplosione e che centinaia di migliaia di soldati statunitensi potrebbero aver subito traumi in Iraq e in Afghanistan, la maggior parte dei quali provenienti da esposizione a esplosioni. "Le conseguenze sono che questi centinaia di migliaia di militari sono a rischio per questo disturbo. Ciò non significa in alcun modo che tutti lo hanno o lo avranno. Ma sono a rischio per questo", dice Ann McKee, scienziato del dipartimento dei Veterans Affairs e co-autore dello studio che appare in Science Translational Medicine.


I risultati dello studio sono basati sul confronto delle autopsie del cervello di quattro veterani di Iraq e Afghanistan con quattro giovani atleti, oltre a studiare i topi esposti ad una esplosione simulata. Gli scienziati dell'Esercito e della Marina che trattano o studiano i traumi al cervello di soldati e marines che soffrono di lesioni cerebrali in combattimento, hanno applaudito lo studio che ha portato l'attenzione sulle CTE, ma hanno contestato alcune delle conclusioni.


Dato il numero limitato di autopsie al cervello eseguite nello studio, Col. dell'Esercito Geoffrey Ling ha messo in guardia contro le conclusioni generiche riguardo ai rischi futuri dei veterani. Il Comandante della Marina Jack Tsao ha osservato che la maggior parte dei veterani deceduti avevano anche sofferto traumi da colpi alla testa, mettendo in discussione che l'esposizione alle esplosioni sia la vera causa dei danni a lungo termine. Daniel Perl, professore di patologia e neuropatologo alla Uniformed Services University of the Health Sciences, dice che i risultati sono sicuramente un incentivo per la ricerca. "Non è tutta la storia. E' solo l'inizio, e solleva tutta una serie di domande che necessitano di una risposta. Ma è importante", dice Perl, che sta creando un laboratorio per studiare il cervello di soldati defunti che hanno subito traumi da combattimento.


La progressione della CTE (caratterizzata da perdita della memoria, pensieri di suicidio e aggressività) è lenta, ma appare irreversibile dopo 8/10 anni, con la prospettiva di demenza precoce nel giro di pochi decenni, dicono gli scienziati. "Abbiamo bisogno di trovare alcune risposte rapidamente in modo da trattare i veterani, il personale militare, prima che arrivi qualcosa di peggio", dice Lee Goldstein, scienziato della Boston University e autore principale.


I quattro veterani i cui cervelli sono stati sottoposti ad autopsia avevano servito in Iraq o in Afghanistan. La loro età media era di 32 anni. Tutti avevano segni di CTE, dice lo studio. Due sono morti per lo scoppio dei vasi sanguigni nel cervello, uno da una overdose di farmaci per il dolore e il quarto per sospetto suicidio. Tre avevano lievi lesioni cerebrali traumatiche da esplosioni di bombe lungo le strade, e uno aveva diversi traumi, ma nessuno causato da uno scoppio.


Per sostenere i risultati dell'autopsia, i ricercatori hanno studiato gli effetti di una esplosione singola sul cervello dei topi. Lo studio, che ha esposto i topi alla simulazione di una esplosione, ha portato la McKee e Goldstein a concludere che le onde d'urto supersoniche causate dal gas in espansione da una detonazione può portare a lesioni cerebrali. Un "vento da esplosione" di 530 km/h sferza il cervello violentemente, danneggiando le cellule e i vasi sanguigni e innescando una serie di eventi che portano all'accumulo distruttivo di una proteina tau nel cervello - la prova della CTE. "Si può ottenere in una singola esposizione a uno scoppio l'equivalente di diverse esplosioni sul terreno di battaglia", dice Goldstein.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

***********************
Pubblicato da
Gregg Zoroyain USA Today il 17 Maggio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari - Foto Tauseef Mustafa, AFP/Getty Images

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

 

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:




Notizie da non perdere

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)