Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cervello ben connesso mantiene più brillanti in età avanzata

Il cervello che mantiene sane le connessioni nervose con l'avanzare dell'età, ci aiuta a restare brillanti più tardi nella vita, ha scoperto l'organizzazione non-profit Age UK.

Lo studio suggerisce che gli anziani con robusti 'cablaggi' nel cervelli (le fibre nervose che collegano diverse aree cerebrali distanti) sono in grado di elaborare rapidamente le informazioni e questo li rende più intelligenti in generale.


Secondo i risultati, unire parti distanti del cervello con un migliore cablaggio accresce le prestazioni mentali, suggerendo che l'intelligenza non si trova in una singola parte del cervello. Tuttavia una perdita di condizione di questo cablaggio, o 'sostanza bianca' (i miliardi di fibre nervose che trasmettono i segnali nel cervello) può influenzare negativamente la nostra intelligenza, modificando queste reti e rallentando la velocità di elaborazione.


La ricerca dell'Università di Edimburgo mostra per la prima volta che il deterioramento della sostanza bianca con l'età è probabile che sia una causa importante del declino cognitivo correlato all'età. Il team di ricerca ha utilizzato tre differenti tecniche di imaging del cervello nella compilazione dei risultati, tra cui due che non sono mai stati utilizzati prima nello studio dell'intelligenza. Queste tecniche misurano la quantità di acqua nel tessuto cerebrale, indicano la perdita strutturale nel cervello, e mostrano quanto sono ben isolate le fibre nervose.


I ricercatori hanno esaminato le scansioni e i risultati dei test sul tempo di reazione e sul pensiero di 420 persone del Lothian Birth Cohort del 1936, un gruppo di quasi 1.100 persone la cui intelligenza e salute in generale sono stati tracciati da quando avevano 11 anni. La ricerca faceva parte del Progetto Mente Disconnessa, un ampio studio sulle cause delle differenze cognitive delle persone anziane, condotto dal professor Ian Deary.


L'autore dello studio il dottor Lars Penke (foto a sinistra) ha dichiarato: "I nostri risultati suggeriscono un primo modo plausibile di come le differenze di struttura del cervello portano ad una maggiore intelligenza. I risultati sono entusiasmanti per la comprensione delle differenze di intelligenza umana a tutte le età". "Inoltre suggeriscono un chiaro obiettivo per la ricerca di trattamenti per problemi mentali, siano essi patologici o legati all'età. Se le connessioni nervose del cervello tendono a rimanere le stesse in tutto il cervello significa che adesso possiamo guardare ai fattori che influenzano le condizioni generali del cervello, come il suo approvvigionamento di sangue".


Il Professor Deary ha detto che scoprire i segreti della buona capacità di pensiero in età avanzata è una alta priorità. "Il team di ricerca sta ora esaminando ciò che mantiene sane le connessioni del cervello. Valutiamo le nostre capacità di pensiero, e la ricerca deve capire come possiamo conservarle o rallentare il loro declino con l'età". Il dottor Mark Bastin, che ha coprodotto lo studio, ha dichiarato: "Questi risultati sono eccitanti perché mostrano come le visualizzazioni cerebrali quantitative siano in grado di fornire nuove intuizioni sui legami tra la struttura del cervello e le capacità cognitive. Si tratta di un settore di ricerca fondamentale, data l'importanza dell'identificazione di strategie per conservare una buona capacità mentale in età più avanzata".


Professor James Goodwin, direttore della ricerca all'Age UK, ha dichiarato: "Questa ricerca è molto interessante in quanto potrebbe avere un impatto reale sulla lotta al declino mentale in vecchiaia, compresa la demenza. Capendo come funziona il cervello si riesce a capire perché le facoltà mentali declinano con l'età in alcune persone e non in altre e analizzare quello che si può fare per migliorare le possibilità.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale della University of Edinburgh.

Riferimento:
L Penke, S Muñoz Maniega, ME Bastin, MC Valdés Hernández, C Murray, NA Royle, JM Starr, JM Wardlaw, IJ Deary. Brain white matter tract integrity as a neural foundation for general intelligence . Molecular Psychiatry , 2012; DOI: 10.1038/mp.2012.66.

Pubblicato in ScienceDaily il 23 Maggio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.