Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Possibile ruolo degli autoanticorpi nell'Alzheimer

Una nuova ricerca degli scienziati della University of Medicine and Dentistry della School of Osteopathic Medicine (UMDNJ-SOM) del New Jersey dimostra come cellule morte o danneggiate del cervello rilasciano detriti nel flusso sanguigno dando origine a specifici autoanticorpi che sembrano essere affidabili biomarcatori per la diagnosi precoce dell'Alzheimer e altre malattie neurodegenerative.

I ricercatori hanno anche identificato un meccanismo chiave per lo sviluppo dell'Alzheimer che rispecchia un processo che è comune ai disordini autoimmuni come l'artrite reumatoide.


Lo studio è stato pubblicato online sul Journal of Autoimmunity. "Le nostre ricerche precedenti hanno dimostrato che il sangue umano contiene forse migliaia di autoanticorpi per la rimozione dei detriti cellulari, e che alcuni di questi autoanticorpi possono potenzialmente essere utilizzate per diagnosticare con precisione le malattie neurodegenerative come l'Alzheimer e il Parkinson", ha affermato Robert Nagele (foto), PhD, professore di medicina al New Jersey Institute for Successful Aging della UMDNJ-SOM e autore corrispondente dello studio. "Qui, abbiamo scoperto che il rilascio di proteine danneggiate dai neuroni morenti innesca la produzione di specifici anticorpi reattivi al cervello che sono diretti contro questa detrito di proteina, una risposta simile a quella vista in alcune malattie autoimmuni".


I ricercatori si sono concentrati sul ruolo di enzimi, chiamati PAD, nella citrullinazione, un processo che converte un tipo di aminoacido in un altro (gli amminoacidi sono i mattoni delle proteine). Dopo aver esaminato tessuto cerebrale umano post-mortem di individui con Alzheimer e controlli sani, i ricercatori hanno scoperto che i neuroni situati nella zona del cervello colpita per prima dall'Alzheimer, accumulano sia le proteine citrullinate che un enzima PAD. Inoltre, hanno dimostrato che un tipo specifico di proteine (PTCD2) che ha dimostrato di essere un potente biomarcatore di Alzheimer, era presente in forma citrullinata nelle cellule neuronali dei campioni di cervello di Alzheimer.


I loro risultati suggeriscono che quando le cellule neuronali muoiono, rilasciano il loro contenuto nel liquido che circonda il cervello. I residui cellulari entrano quindi nel flusso sanguigno e la loro presenza genera la produzione di autoanticorpi specifici che colpiscono questi detriti neuronali. Questo stesso processo di citrullinazione proteico è stato collegato allo sviluppo di autoanticorpi nell'artrite reumatoide, una delle forme più comuni di malattia autoimmune.


Robert Nagele and His Research Team Honored"I nostri studi precedenti hanno dimostrato che alcuni di questi autoanticorpi possono essere in grado di tornare al cervello attraverso breccie della barriera emato-encefalica", ha detto l'autore Nimish Acharya (primo a sinistra nella foto) della UMDNJ-Graduate School of Biomedical Sciences e del New Jersey Institute for Successful Aging. "Una volta lì, si legano selettivamente alle superfici di neuroni, disturbando la funzione delle cellule cerebrali e accelerando l'accumulo di depositi beta-amiloidi. Questo ciclo cronico di generazione di autoanticorpi da detriti di proteine, che possono poi infiltrarsi attraverso la barriera ematoencefalica, aiuta a spiegare la degenerazione progressiva di lungo termine che risulta dall'Alzheimer".

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte:
Materiale della University of Medicine and Dentistry of New Jersey (UMDNJ), via Newswise.

Riferimento:
Nimish K. Acharya, Eric P. Nagele, Min Han, Nicholas J. Coretti, Cassandra DeMarshall, Mary C. Kosciuk, Paul A. Boulos, Robert G. Nagele. Neuronal PAD4 expression and protein citrullination: Possible role in production of autoantibodies associated with neurodegenerative disease . Journal of Autoimmunity , 2012; 38 (4): 369 DOI: 10.1016/j.jaut.2012.03.004.

Pubblicato in ScienceDaily il 22 Maggio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.