Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Reazione chimica impedisce al cervello danneggiato di auto-ripararsi

Ossido nitrico 3d - da WikipediaIl monossido di azoto o ossido nitrico, una molecola gassosa prodotta nel cervello, può danneggiare i neuroni. Quando il cervello produce troppo ossido nitrico, contribuisce alla gravità e alla progressione di ictus e malattie neurodegenerative come l'Alzheimer.

Ricercatori del Sanford-Burnham Medical Research Institute hanno recentemente scoperto che l'ossido nitrico non solo danneggia i neuroni, ma inibisce anche i meccanismi di auto-riparazione del cervello.


Lo studio è pubblicato in Proceedings of National Academy of Sciences dal 4 febbraio. "In questo studio, abbiamo scoperto nuovi indizi sulle reazioni chimiche naturali del cervello che possono contribuire al danno cerebrale (perdita di memoria e funzioni cognitive) in una serie di malattie", scrive Stuart A. Lipton, MD, Ph.D., direttore del Del E. Webb Neuroscience, Aging, and Stem Cell Research Center del Sanford-Burnham e neurologo clinico.

Lipton ha guidato lo studio insieme a Tomohiro Nakamura, Ph.D. del Sanford-Burnham, che aggiunge che questi nuovi indizi molecolari sono importanti perché "potremmo essere in grado di sviluppare una nuova strategia per il trattamento dell'ictus e di altri disturbi, se fossimo in grado di trovare un modo per invertire l'effetto dell'ossido nitrico su un particolare enzima delle cellule nervose".

 

L'ossido nitrico inibisce il percorso di segnalazione neuroprotettivo ERK1/2

L'apprendimento e la memoria sono in parte controllati da recettori del glutammato di tipo NMDA nel cervello. Questi recettori sono legati a pori nella membrana delle cellule nervose che regolano il flusso di calcio e sodio dentro e fuori delle cellule nervose. Quando questi recettori NMDA vengono sovra-attivati, inducono la produzione di ossido nitrico. A sua volta, l'ossido di azoto si attacca ad altre proteine per mezzo di una reazione chiamata nitrosilazione-S, che è stata scoperta da Lipton e colleghi. Quando queste proteine nitrosilate-S sono coinvolte nella sopravvivenza e nella durata della vita cellulare, l'ossido nitrico può indurre le cellule cerebrali a morire prematuramente, un segno distintivo della malattia neurodegenerativa.


Nel loro ultimo studio, Lipton, Nakamura e colleghi, hanno usato colture di neuroni, nonché un modello vivente di topo di ictus per esplorare il rapporto tra l'ossido di azoto e le proteine che aiutano a riparare il danno neuronale. Essi hanno scoperto che l'ossido nitrico reagisce con l'enzima SHP-2 per inibire una cascata protettiva di eventi molecolari noti come percorso di segnalazione ERK1/2. Quindi l'ossido nitrico non solo danneggia i neuroni, ma blocca anche la capacità del cervello di auto-ripararsi.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale della Sanford-Burnham Medical Research Institute. Articolo originale scritto da Heather Buschman.

Riferimento:
Zhong-Qing Shi, Carmen R. Sunico, Scott R. McKercher, Jiankun Cui, Gen-Sheng Feng, Tomohiro Nakamura, and Stuart A. Lipton. S-nitrosylated SHP-2 contributes to NMDA receptor-mediated excitotoxicity in acute ischemic stroke. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2013; DOI: 10.1073/pnas.1215501110.

Pubblicato in Science Daily il 4 Febbriao 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari - Immagine grafica da Wikipedia

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)