Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'herpes potrebbe aumentare il rischio di problemi cognitivi?

Il virus che causa l'herpes labiale, insieme ad altre infezioni virali o batteriche, può essere associato ai problemi cognitivi, secondo un nuovo studio pubblicato nel numero del 26 Marzo 2013 di Neurology ®, la rivista medica della American Academy of Neurology.

Lo studio ha scoperto che le persone che hanno avuto livelli più elevati di infezione nel sangue (misurata dai livelli di anticorpi), nel senso che erano stati esposti nel corso degli anni a vari agenti patogeni come il virus herpes simplex tipo 1, che causa l'herpes labiale, hanno maggiori probabilità di avere problemi cognitivi, rispetto alle persone con un livello più basso di infezione nel sangue.


"Abbiamo visto che il legame è maggiore nelle donne, in quelli con un livello minore di istruzione e di Medicaid [assicurazione sanitaria USA], in quelli senza assicurazione sanitaria, e, ancora più notevolmente, nelle persone che non fanno esercizio fisico", scrive l'autrice Mira Katan, MD, del Northern Manhattan Study, al Medical Center della Columbia University di New York e membro dell'American Academy of Neurology. Lo studio è stato condotto in collaborazione con la Scuola di Medicina Miller dell'Università di Miami in Florida.


Per lo studio, i ricercatori hanno testato il ragionamento e la memoria di 1.625 persone con un'età media di 69 anni, della parte nord di Manhattan, a New York. I partecipanti hanno fornito campioni di sangue che sono stati testati per [individuare le] cinque infezioni di basso grado più comuni: tre virus (herpes simplex di tipo 1 (per via orale) e di tipo 2 (genitale), e citomegalovirus), la Chlamydia pneumoniae (un'infezione respiratoria comune) e l'Helicobacter pylori (un batterio presente nello stomaco).


I risultati mostrano che le persone con un livello più elevato di infezione hanno un rischio maggiore del 25 per cento di ottenere un punteggio basso in un test cognitivo comunemente usato, il Mini-Mental State Examination. Le capacità di memoria e di ragionamento sono state testate ogni anno per una media di otto anni. Ma l'infezione non è stata associata ai cambiamenti nella memoria e nelle capacità di pensiero nel corso del tempo.


"Anche se questa associazione ha bisogno di essere studiata ulteriormente, i risultati potrebbero condurci al modo di identificare le persone a rischio di deterioramento cognitivo e possibilmente ad abbassarne il rischio", dice la Katan. "Ad esempio esercizio fisico e vaccinazioni infantili contro i virus potrebbero ridurre il rischio di problemi di memoria più tardi nella vita".


Lo studio è stato finanziato dal National Institute of Neurological Disorder and Stroke (NINDS), dalla Swiss National Science Foundation e dalla Fondazione Leducq.

 

 

 

 

 


Cosa pensi di questo contenuto? Ti è utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? O lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per scambiare con altri la tua opinione. Che è importante e unica.
The original English version EnFlag
of this article is here.

 

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (AAN).

Riferimento: M. Katan, YP Moon, MC Paik, RL Sacco, CB Wright, MSV Elkind. Infectious burden and cognitive function: The Northern Manhattan Study. Neurology, 2013; 80 (13): 1209 DOI: 10.1212/WNL.0b013e3182896e79.

Pubblicato in Science Daily il 25 Marzo 2013 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:




Notizie da non perdere

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.