Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Modifiche precoci nel cervello di persone a rischio genetico di Alzheimer

Questo è una ricerca interessante volta a scoprire i primi segni della malattia di Alzheimer nel cervello. Il fatto che 15 dei cervelli studiati provenivano da persone giovani che non hanno avuto il morbo di Alzheimer, ma avevano il gene precursore noto come apoE4, ha catturato la mia attenzione.

Dobbiamo ringraziare le persone e le famiglie delle persone che hanno donato i loro cervelli per questo studio. Potrebbero risultare partecipanti chiave nella identificazione di un trattamento o cura per la malattia di Alzheimer.


Quali sono i cambiamenti più precoci nel cervello che sono associati con il rischio di sviluppare l'Alzheimer?

Un rapporto scientifico pubblicato nel numero di ottobre del Journal of Alzheimer's Disease scopre una ridotta attività di un enzima che genera energia nel cervello di giovani adulti donatori deceduti, che posseggono un fattore comune di rischio genetico per la malattia di Alzheimer, prima dei cambiamenti della proteina o delle anomalie microscopiche comunemente associati con la malattia, e quasi cinque decenni prima dell'età in cui potranno sviluppare problemi cognitivi e di memoria.

Ricercatori dell'Arizona hanno studiato il tessuto da una parte vulnerabile del cervello in 40 giovani adulti che erano morti e avevano donato i loro cervelli per la ricerca. 15 cervelli dei donatori avevano un fattore comune di rischio genetico per la malattia di Alzheimer, conosciuto come apoE4, e 25 invece non l'avevano.

Con l'eccezione di una persona con due copie del gene apoE4, nessuno degli giovani adulti defunti aveva le anomalie microscopiche o livelli elevati di proteina amiloide a lungo associata a malattia di Alzheimer. Tuttavia, l'attività di un enzima chiamato citocromo ossidasi, un enzima che produce energia, trovato nelle aree che generano energia delle cellule cerebrali, era leggermente ridotta nel gruppo a maggiore rischio genetico per la malattia di Alzheimer.

Un team di ricercatori di diverse istituzioni del Consorzio di Alzheimer dell'Arizona aveva già usato una tecnica di imaging cerebrale chiamata PET per rilevare l'attività cerebrale ridotta in giovani adulti vivi a rischio genetico per la malattia di Alzheimer. Essi avevano anche mostrato una riduzione dell'attività della citocromo ossidasi e l'espressione di geni produttori di energia nel cervello di donatori deceduti con sintomi di Alzheimer.

Sulla base di questi risultati, avevano proposto che gli individui a rischio genetico per la malattia di Alzheimer potessero avere alterazioni nella utilizzazione energetica, o qualche altra anomalia nei mitocondri (le centraline all'interno di ogni cella) molto prima che le modifiche progressive del cervello associata alla malattia di Alzheimer siano avviate.

"I nostri risultati suggeriscono che i cambi nel cervello mitocondriale contribuiscono al rischio di malattia di Alzheimer", ha dichiarato Jon Valla, Professore di Biochimica presso la Midwestern University e principale autore dello studio. Ha diretto l'analisi sull'attività del citocromo ossidasi presso il Barrow Neurological Institute. "Mentre i nostri risultati non suggeriscono il modo di prevedere o ridurre il rischio di una persona in questo momento, essi forniscono una base per gli studi che cercano di fare proprio questo."


Alzheimr's Reading Room, 30 novembre 2010

Notizie da non perdere

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.