Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Malati di Alzheimer possono sentire le emozioni molto dopo che i ricordi sono svaniti

Un nuovo studio dell'Università dello Iowa supporta ulteriormente un messaggio inevitabile: i caregiver hanno una profonda influenza, positiva o negativa, sullo stato emotivo delle persone con Alzheimer. I pazienti possono non ricordare una recente visita di una persona cara o di essere stati trascurati dal personale in una casa di cura, ma tali azioni possono avere un impatto duraturo su come si sentono.


I risultati di questo studio, pubblicati nel numero di settembre 2014 della rivista Cognitive and Behavioral Neurology, sono stati ottenuti dai ricercatori mostrando ad individui con Alzheimer delle clip di film tristi e felici. I pazienti hanno sperimentato stati prolungati di tristezza e di felicità pur non essendo in grado di ricordare i film.


"Questo conferma che la vita emotiva di un malato di Alzheimer è viva e in salute", dice l'autrice Edmarie Guzmán-Vélez, studente di dottorato in psicologia clinica, Dean Graduate Research Fellow, e National Science Foundation Graduate Research Fellow. La Guzmán-Vélez ha condotto lo studio con Daniel Tranel, professore di neurologia e psicologia della UI, e con Justin Feinstein, professore assistente all'Università di Tulsa e al Laureate Institute for Brain Research.


Tranel e Feinstein hanno pubblicato un documento nel 2010 che prevedeva l'importanza di prestare attenzione ai bisogni emotivi delle persone con Alzheimer, malattia che, secondo le stime, potrà interessare ben 16 milioni di persone solo negli Stati Uniti per il 2050 con un costo stimato di 1.200 miliardi di dollari. "E' estremamente importante vedere i dati che supportano la nostra previsione precedente", dice Tranel. "La ricerca di Edmarie ha implicazioni immediate per come trattiamo i pazienti e il modo con cui formiamo i caregiver".


Nonostante la notevole quantità di ricerche che mirano a fornire nuovi trattamenti per l'Alzheimer, nessun farmaco è riuscito a prevenire o ad influenzare notevolmente la progressione della malattia. A fronte di tale quadro di previsioni, i risultati di questo studio evidenziano la necessità di sviluppare nuove tecniche di caregiving volte a migliorare il benessere e a ridurre al minimo la sofferenza per i milioni di persone affette da Alzheimer.


Per questo studio comportamentale, la Guzmán-Vélez ed i suoi colleghi hanno invitato 17 pazienti con Alzheimer e 17 partecipanti sani di confronto a vedere 20 minuti di film tristi e poi felici. Questi clip hanno innescato l'emozione prevista: dolore e lacrime durante i film tristi e risate durante quelli felici.


Circa cinque minuti dopo aver visto i film, i ricercatori hanno sottoposto i partecipanti ad un test di memoria per vedere se potevano ricordare quello che avevano appena visto. Come previsto, i pazienti di Alzheimer hanno trattenuto una quantità significativamente inferiore di informazioni sia sui film tristi che su quelli felici, rispetto alle persone sane. In realtà, quattro pazienti erano in grado di recuperare qualsiasi informazioni fattuale sui film, e un paziente non ricordava nemmeno di aver visto un qualsiasi film.


Prima e dopo aver visto i film, i partecipanti hanno risposto alle domande per valutare i loro sentimenti. I pazienti con Alzheimer hanno esibito elevati livelli di tristezza o di felicità fino a 30 minuti dopo la visione dei film, pur avendo poco o nessun ricordo dei film. Abbastanza sorprendentemente, meno i pazienti ricordavano del film, più a lungo durava la loro tristezza.


Mentre la tristezza tendeva a durare un po' di più della felicità, entrambe le emozioni sopravvivevano di gran lunga sul ricordo dei film. Il fatto che gli eventi dimenticati possono continuare ad esercitare una profonda influenza sulla vita emotiva del paziente evidenzia la necessità per i caregiver di evitare di causare sentimenti negativi e di cercare di indurre sentimenti positivi.


"Questi risultati dovrebbero responsabilizzare i caregiver, mostrando loro che le loro azioni verso i pazienti contano realmente", dice la Guzmán-Vélez. "Frequenti visite e interazioni sociali, esercizio fisico, musica, danza, scherzi, ed dare loro i cibi preferiti sono tutte cose semplici che possono avere un impatto emotivo duraturo sulla qualità di vita del paziente e sul benessere soggettivo".

 

*******
Lo studio è stato finanziato dal National Institute of Neurological Disorder and Stroke, dalla National Science Foundation, da Kiwanis International, dal Fraternal Order of Eagles, dalla American Psychological Association, e dalla William K. Warren Foundation.

 

 

 

 

 


Fonte:  John Riehl in  University of Iowa Health Care  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti
:  Edmarie Guzmán-Vélez, Justin S. Feinstein, Daniel Tranel. Feelings Without Memory in Alzheimer Disease. Cognitive And Behavioral Neurology, 2014; 27 (3): 117 DOI: 10.1097/WNN.0000000000000020

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)