Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Proteina ​​che risveglia il cervello dal sonno può essere bersaglio per la prevenzione dell'Alzheimer

Uno studio condotto da ricercatori della Washington University di St. Louis suggerisce che una proteina che stimola il cervello a svegliarsi dal sonno può essere un obiettivo per prevenire l'Alzheimer.

Negli anni recenti, gli scienziati della Washington University hanno stabilito un legame tra i problemi del sonno e l’Alzheimer. Hanno ad esempio dimostrato, nelle persone e nei topi, che la perdita di sonno contribuisce alla crescita di placche cerebrali tipiche dell'Alzheimer, e aumenta il rischio di demenza.


La nuova ricerca, nei topi, dimostra che eliminando la proteina oressina induce i topi a dormire per periodi di tempo più lunghi e rallenta molto la produzione di placche cerebrali.


“Ciò indica che dovremmo esaminare approfonditamente l'oressina come un potenziale bersaglio per la prevenzione dell'Alzheimer”, ha detto l’autore senior David M. Holtzman, MD, capo del Dipartimento di Neurologia. “Bloccare l'oressina per aumentare il sonno dei pazienti con alterazioni del sonno, o forse anche per migliorare l’efficienza del sonno nelle persone sane, può essere un modo per ridurre il rischio di Alzheimer. Questo è importante da esplorare ulteriormente”.


La ricerca è apparsa il 24 novembre in The Journal of Experimental Medicine.


Le placche cerebrali, che sono per lo più composte da una proteina chiamata amiloide-beta, si accumulano nel cervello prima della comparsa dei sintomi dell'Alzheimer, come la perdita di memoria, i cambiamenti di personalità e il disorientamento. Queste placche continuano a crescere con il progredire della malattia. Gli scienziati pensano che rallentare o fermare questo accumulo potrebbe rallentare o fermare la malattia.


In questo studio, i ricercatori hanno lavorato con topi geneticamente modificati per sviluppare un accumulo di amiloide nel cervello, che è caratteristico dell'Alzheimer. Quando i ricercatori hanno allevato questi topi con altri privi del gene che codifica l'oressina, la loro prole dormiva più a lungo e sviluppava solo la metà delle placche di Alzheimer, rispetto ai topi che avevano la proteina oressina.


L'oressina è costituita da cellule nell'ipotalamo del cervello che stimolano la veglia. “Queste cellule hanno diramazioni che portano l'oressina in tutto il cervello, e la proteina agisce come un interruttore”, ha detto Holtzman, Ordinario di Neurologia. "Se si stimola la produzione di oressina nei topi che dormono, questi si svegliano immediatamente”.


Dei livelli ridotti di oressina sono associati con la narcolessia, una condizione caratterizzata da eccessiva sonnolenza diurna e frequenti periodi di sonno. I topi senza oressina dormono di solito un’ora extra, o di più, durante il periodo di 12 ore, quando i topi con oressina sono più attivi.


Quando gli scienziati hanno invertito l'esperimento e hanno aumentato artificialmente il livello di oressina in tutto il cervello, i topi sono rimasti sveglio più a lungo e hanno sviluppato più placche di tipo Alzheimer. Ma quando i ricercatori hanno modificato i livelli di oressina solo in una parte del cervello - un cambiamento che non influenza la durata del sonno dei topi - i livelli di placca non sono stati influenzati.


“Il fatto che l’oressina possa influenzare le placche solo quando essa colpisce anche il sonno significa che dovremo riflettere attentamente su come puntarla per la prevenzione dell'Alzheimer”, ha detto Holtzman. “Ma il calo dei livelli di placca che abbiamo visto nei topi erano molto forti, quindi siamo ancora molto interessati ad esplorare il suo potenziale di riduzione del rischio”.


Lui ed i suoi colleghi, tra cui il primo autore Jee Hoon Roh, MD, PhD, stanno attualmente studiando gli effetti dei farmaci per il sonno sulla produzione di amiloide-beta e sull’accumulo di placca. La FDA ha recentemente approvato il Belsomra, il primo farmaco per il sonno che colpisce l'oressina, e i ricercatori sperano di valutare questo, o altri farmaci simili, in futuro.

 

********
Questo lavoro è stato finanziato dall'American Academy of Neurology; dal National Research Foundation of Korea; dal Korea Institute of Science and Technology Institutional Program; dall’Asan Institute for Life Sciences; dalla Ellison Medical Foundation; dai National Institutes of Health; dalla JPB Foundation; e dal Cure Alzheimer’s Fund.

 

 

 

 

 


Fonte: Michael C. Purdy in Washington University  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  David M. Holtzman, MD et al. Potential role of orexin and sleep modulation in the pathogenesis of Alzheimer’s disease. The Journal of Experimental Medicine, November 2014 DOI: 10.1084/jem.20141788

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)