Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


La memoria è migliorata dall'accoppiamento ippocampo-corteccia nel sonno


Scienziati francesi hanno fornito per la prima volta la prova diretta che la conservazione dei ricordi a lungo termine implica un dialogo durante il sonno tra due strutture del cervello: l'ippocampo e la corteccia.


Migliorando questo dialogo, sono riusciti a innescare il consolidamento di ricordi che altrimenti sarebbero stati dimenticati.


Questo lavoro, eseguito al Centro Interdisciplinare Ricerca in Biologia (CNRS / INSERM / Collège de France), è pubblicato su Nature Neuroscience dal 16 maggio 2016.


Dal 1950, le principali teorie sulla memoria hanno postulato che tali tracce si formano inizialmente nell'ippocampo e poi sono gradualmente trasferite alla corteccia per essere immagazzinate a lungo termine. Anche se supportata da numerosi studi sperimentali, questa ipotesi non era mai stata ancora verificata direttamente.


Per provarlo, gli scienziati hanno inizialmente registrato l'attività dell'ippocampo e della corteccia durante il sonno. Hanno trovato una correlazione tra le oscillazioni osservate in queste due strutture: quando l'ippocampo emette onde taglienti/increspature, la corteccia a sua volta emette onde delta e picchi come se fossero una serie di domande e risposte.


Per stabilire un collegamento con la memoria, gli scienziati hanno poi addestrato dei ratti a memorizzare la posizione di due oggetti identici in una stanza. Durante il test del giorno dopo, uno degli oggetti era stato spostato e i roditori dovevano determinare quale dei due. Quelli che avevano trascorso 20 minuti nella stanza il primo giorno hanno superato il test, mentre quelli che erano stati lì solo per tre minuti non ci sono riusciti.


Questa differenza era riflessa anche nell'accoppiamento ippocampale-corticale durante il sonno subito dopo l'esplorazione iniziale: l'accoppiamento era più visibile nei ratti che hanno superato il test il giorno successivo. Era quindi necessario dimostrare che questo è effettivamente il meccanismo della memorizzazione.


Gli scienziati hanno quindi sviluppato un sistema per rilevare in tempo reale le onde/increspature ippocampali e indurre l'attivazione immediata di onde delta corticali e picchi; in altre parole, per generare l'accoppiamento a richiesta tra queste due strutture.


Hanno applicato questo sistema ai ratti che erano stati allenati per soli tre minuti il ​​primo giorno, e che pertanto si supponeva che non ricordassero la posizione degli oggetti il ​​giorno seguente: questi roditori hanno superato il test perfettamente. Al contrario, se si introduceva un ritardo variabile tra le onde ippocampali e quelle corticali, l'effetto scompariva.


Per comprendere meglio i meccanismi in gioco, gli scienziati hanno anche registrato l'attività corticale durante l'apprendimento, il sonno e il test. Essi hanno osservato che i neuroni selezionati cambiavano la loro attività nel contesto dell'accoppiamento durante il sonno, e che il giorno dopo la corteccia rispondeva al compito diventando più attiva in prossimità dell'oggetto che era stato spostato.


Dimostrando i meccanismi sottostanti la memorizzazione a lungo termine, questo lavoro può gettare nuova luce su alcuni disturbi della memoria degli esseri umani. Si potrebbe quindi immaginare di riuscire a superare determinati deficit di memoria, se questi derivano dallo stesso meccanismo che è stato studiato qui.


Tuttavia, sarà necessario affrontare le questioni etiche legate a queste tecniche e dovranno essere affinati i metodi per permettere un'azione selettiva sui ricordi che hanno bisogno di essere rafforzati, prima di poter prevedere qualsiasi applicazione clinica. Il team ha in programma ora di chiarire il dialogo tra l'ippocampo e la corteccia, in particolare se c'è bisogno di richiamare diversi ricordi.

 

 

 


Fonte: CNRS (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Nicolas Maingret, Gabrielle Girardeau, Ralitsa Todorova, Marie Goutierre, Michaël Zugaro. Hippocampo-cortical coupling mediates memory consolidation during sleep. Nature Neuroscience, 2016; DOI: 10.1038/nn.4304

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Identificata nuova forma di Alzheimer ad esordio molto precoce

16.06.2020 | Ricerche

Ricercatori della Mayo Clinic hanno definito una forma di morbo di Alzheimer (MA) che co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.