Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Musica allegra, ricordi felici ... musica triste, ricordi tristi

I ricordi allegri tornano in mente molto più velocemente di quelli tristi, paurosi o pacifici. Inoltre, se si ascolta musica allegra o tranquilla, si richiameranno ricordi positivi, mentre se si ascolta musica che impaurisce o intristisce emotivamente, si richiameranno ricordi del passato in gran parte negativi.


Queste sono due delle scoperte di un esperimento in cui i partecipanti hanno cercato di accedere a ricordi autobiografici dopo aver ascoltato brani sconosciuti di musica che variava di intensità o contenuto emotivo. E' stato condotto da Signy Sheldon e Julia Donahue della McGill University in Canada, ed è pubblicato sulla rivista Memory & Cognition.


L'esperimento voleva testare come gli spunti musicali del richiamo, diversi in due dimensioni di emozione (valenza positiva/negativa ed eccitazione alta/bassa), influenzano il modo in cui le persone richiamano i ricordi autobiografici.


I 48 partecipanti avevano 30 secondi per ascoltare 32 brani per pianoforte di nuova composizione, a loro sconosciuti. I pezzi sono stati raggruppati in quattro spunti di recupero della musica: felice (positivo, alta eccitazione), tranquillo (positivo, bassa eccitazione), pauroso (negativo, alta eccitazione) e triste (negativo, bassa eccitazione).


I partecipanti dovevano ricordare eventi in cui erano stati coinvolti personalmente, specifici per luogo e tempo, e che erano durati meno di un giorno. Non appena veniva in mente un ricordo, i partecipanti premevano un tasto del computer e vi scrivevano il ricordo richiamato.


I ricercatori annotavano quanto tempo era richiesto ai partecipanti per accedere a un ricordo, quanto era vivo, e le emozioni ad esso associate. E' stato considerato anche il tipo di evento ricordato, e se per esempio era abbastanza unico o collegato ad un ambiente energico o sociale.


Si è scoperto che i ricordi richiamati più velocemente erano quelli che seguivano spunti musicali altamente stimolanti e con emozioni positive, e che potevano quindi essere classificati come felici. E' stata osservata anche una relazione tra il tipo di spunto musicale e la positività o negatività del ricordo innescato.


La natura dell'evento ricordato era influenzata dalla positività o negatività dell'indizio e se era molto o poco stimolante. "Gli spunti di alta stimolazione hanno generato ricordi valutati meno vividi e unici, ma sia alta eccitazione che spunti positivi si sono associati con ricordi valutati come più sociali ed energici", spiega la Sheldon.


Durante l'esperimento, sono stati suonati brani per pianoforte alla metà dei partecipanti in ordine sparso, mentre per il resto la musica è stata raggruppata insieme a seconda che fossero brani tranquilli, felici, tristi o paurosi. Ciò ha portato alla conclusione che il modo in cui gli spunti sono presentati influenza la velocità e la specificità dei ricordi richiamati. Anche la valenza dello spunto influenza la vividezza di un ricordo.


In particolare, i ricercatori hanno scoperto che è stata richiamata una maggiore quota di ricordi chiari quando erano suonati brani ad alta stimolazione e positivi in modo bloccato. Anche gli spunti positivi suscitavano ricordi più vividi di quelli negativi. Nella condizione casuale, gli spunti negativi erano associati in modo più vivido di quelli positivi.


"E' possibile che quando gli spunti sono stati presentati in modo casuale, il contenuto emotivo dello spunto avesse diretto il recupero di un ricordo simile tramite informazioni emotive condivise", osserva la Donahue.

 

 

 


Fonte: McGill University via Springer (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Signy Sheldon, Julia Donahue. More than a feeling: Emotional cues impact the access and experience of autobiographical memories. Memory & Cognition, 2017; DOI: 10.3758/s13421-017-0691-6

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)