Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Buone relazioni con i figli e gli altri famigliari riducono il rischio di demenza

Il sostegno sociale positivo da parte dei figli adulti e dei familiari stretti è associato a un rischio ridotto di sviluppare la demenza, secondo nuove ricerche pubblicate oggi.


Al contrario, un sostegno sociale negativo è legato ad un aumento del rischio, secondo uno studio di follow-up decennale realizzato da un team di ricercatori dell'Università di East Anglia (UEA), della University College London (UCL), della London Metropolitan University e dell'Università di Nottingham.


Lo studio si è basato sui dati dell'English Longitudinal Study of Ageing (ELSA) ed è stato guidato dal dottor Mizanur Khondoker dell'UEA, dai professori Andrew Steptoe e Stephen Morris dell'UCL, dal dottor Snorri Rafnsson della London Metropolitan e dal Prof Martin Orrell della Nottingham. La ricerca fa parte del programma 'Promuovere l'Indipendenza nella Demenza' ed è stata pubblicata ieri sul Journal of Alzheimer's Disease.


I ricercatori hanno analizzato dieci anni di dati dei 10.055 partecipanti all'ELSA che erano privi di demenza all'inizio dello studio nel 2002-2003. I partecipanti sono stati poi intervistati ogni due anni dal 2004 al 2012 e l'incidenza della demenza è stata individuata dalle auto-relazioni dei partecipanti o dalle informazioni fornite da operatori nominati.


Le misure di esperienze positive e negative del sostegno sociale sono state calcolate alla base (2002) usando un set di sei punti all'interno del questionario ‘Health and lifestyle of people aged 50 and over’ dell'ELSA. La scala varia da 1 a 4 e i valori più alti indicano più supporto positivo o negativo.


I risultati hanno evidenziato che l'aumento di un punto nel punteggio di sostegno sociale positivo ha portato ad una riduzione del 17 percento del rischio istantaneo di sviluppare una demenza. Il supporto positivo è caratterizzato da una relazione affidabile, accessibile e comprensiva con il coniuge o il partner, i figli e gli altri famigliari più stretti.


Ma i punteggi di supporto negativo hanno mostrato effetti ancora più forti: un punto in più nel punteggio di supporto negativo ha portato a un aumento fino al 31% del rischio. Il sostegno negativo è caratterizzato da esperienze di comportamento critico, inaffidabile e fastidioso con coniugi o partner, figli e altri familiari stretti.


Il 3.4% dei 5.475 uomini e 4.580 donne seguite dallo studio ha sviluppato una forma di demenza durante il periodo 2004-2012.


Il dottor Mizanur Khondoker, professore di statistica medica alla UEA, ha dichiarato:

"Sappiamo che una rete ricca di rapporti stretti, che comprendono coniugi e figli adulti, è correlata a un rischio ridotto di declino cognitivo e di demenza.

"Tuttavia, una relazione o una connessione sociale che non funziona bene può essere una fonte di stress interpersonale intenso, che può avere un impatto negativo sulla salute fisica e mentale degli anziani. Un fattore importante che influenza la salute cognitiva degli anziani è la qualità delle connessioni sociali, non solo la loro quantità.

"Questo lavoro è un passo verso una migliore comprensione dell'impatto delle relazioni sociali sul rischio della demenza, ma è necessaria un'ulteriore ricerca per stabilire meglio qualsiasi potenziale meccanismo causale che possa guidare queste associazioni".


Il Prof. Andrew Steptoe della UCL ha dichiarato:

"I nostri risultati aumentano la crescente evidenza della rilevanza delle relazioni sociali per la salute cognitiva in età avanzata. Per lo specifico della pratica sanitaria e sociale, la ricerca mette in evidenza il valore di pensare alle questioni relative alle relazioni sociali negli individui vulnerabili alla demenza, puntando ai modi specifici potenziali che modificano il rischio.

"I nostri risultati aumentano l'impeto che sottende gli sforzi locali e nazionali per contribuire a rafforzare le relazioni sociali degli anziani, molti dei quali sono isolati e soli".

 

 

 


Fonte: University of East Anglia (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti
: Mizanur Khondoker, Snorri Bjorn Rafnsson, Stephen Morris, Martine Orrell, Andrew Steptoe. Positive and Negative Experiences of Social Support and Risk of Dementia in Later Life: An Investigation Using the English Longitudinal Study of Ageing. Journal of Alzheimer's Disease, vol. Preprint, no. Preprint, pp. 1-9, 2017, Published: 3 April 2017. DOI: 10.3233/JAD-161160

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)